Olimpiadi, pasticcio Valieva: il Tas le dà l’ok per gareggiare ma se vince niente medaglia

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di Marco Bonarrigo

I russi hanno stravinto la loro battaglia: il Tribunale di Arbitrato Sportivo ha deciso che Valieva, il fenomeno 15enne del pattinaggio artistico su ghiaccio trovata positiva a un controllo antidoping, potrà partecipare alle prove individuali da martedì 15. In caso vincesse di medaglia, però, non ci sarà la cerimonia di premiazione

I russi hanno stravinto la loro battaglia olimpica di Pechino: il Tribunale di Arbitrato Sportivo ha deciso che Kamila Valieva, il fenomeno 15enne del pattinaggio artistico su ghiaccio trovata positiva a un controllo antidoping lo scorso 25 dicembre, potrà gareggiare nelle prove individuali dei Giochi Olimpici a partire da martedì 15 febbraio. Se dovesse conquistare una medaglia, però, non ci sarà alcuna cerimonia di premiazione, così come non si terrà quella per l’oro vinto nella gara a squadre. Lo stop alla sospensione del procedimento disciplinare, deciso dall’agenzia antidoping russa Rusada, era perfettamente legittimo. La decisione del Tas esula dalla revoca o meno della medaglia conquistata il 7 febbraio nella prova a squadre e non ferma l’accertamento dei fatti e l’eventuale squalifica. Ma per il Cio, la Wada e il sistema antidoping, quella inflitta dal Tas è una sconfitta pesantissima.

Il vuoto legislativo

Il caso Valieva si è inserito in un vertiginoso vuoto legislativo che nessuno aveva messo in conto. Il controllo medico in cui la pattinatrice è stata trovata positiva è stato effettuato a San Pietroburgo il 25 dicembre dalla Rusada, l’agenzia antidoping russa che attualmente — pur sospesa per le malefatte e manomissioni del recente passato — è autorizzata ad operare nei controlli nazionali come quello del Natale 2021 in modo da non perdere l’abitudine ad agire sul campo.

Danno di immagine per il Cio

Nei grandi sport olimpici, la gestione dei casi di doping degli atleti di altissimo livello è affidata ad agenzie internazionali, considerate imparziali: il pattinaggio fa eccezione, ogni atleta è giudicato in prima istanza dall’organo locale. A questo punto Rusada (ricevuta la notizia della positività dal laboratorio di Stoccolma l’8 febbraio) aveva il potere sia di sospendere l’atleta che di revocare — su sua richiesta — la sospensione. La decisione — giuridicamente inattaccabile — mette il Cio di fronte al fatto che la ragazzina potrà conquistare sul campo le sue medaglie. E poi, con molta calma, giocarsi le sue carte sul piano difensivo davanti alla federazione e al Tas. Il danno di immagine per il movimento olimpico è gigantesco.

Nessuna premiazione se andrà a medaglia

Il Cio, ricordando che quella del Tas non è una sentenza nel merito della vicenda («Solo dopo il dovuto procedimento si potrà stabilire se ha violato il codice mondiale antidoping e vada sanzionata»), ha comunque precisato che, se Valieva dovesse conquistare una medaglia, «non ci sarà alcuna cerimonia floreale né la cerimonia delle medaglie». Questo perché «non sarebbe opportuno in quanto includerebbe un’atleta che da un lato ha un campione A positivo ma la cui violazione delle regole antidoping non è stata invece accertata». Lo stesso accadrà per la premiazione del team event rinviata lo scorso 8 febbraio dopo l’esplosione del caso Valieva. Le cerimonie di consegna delle medaglie saranno organizzate una volta che il caso Valieva arriverà a conclusione.

Le ragioni della decisione

Ecco le ragioni per cui il Tas ha deciso di lasciare in gara ai Giochi Olimpici l’atleta.
a) L’atleta, in quanto minore di 16 anni, è una «Persona Protetta» ai sensi del Codice Mondiale Antidoping;
b) I regolamenti antidoping tacciono rispetto alla sospensione provvisoria imposta alle «persone protette», mentre queste regole hanno disposizioni specifiche per diversi standard di prova e per sanzioni inferiori nel caso di persone protette. Il Tas ha quindi rimediato al vuoto legislativo;
c) Il Tas ha considerato i principi fondamentali di equità, proporzionalità, danno irreparabile e relativo equilibrio di interessi tra Cio e atleta, i controlli non positivi ai Giochi Olimpici di Pechino di Valieva e la mancata effettuazione della controanalisi sul test del dicembre 2021. In particolare, il Collegio ha ritenuto che impedire all’atleta di gareggiare ai Giochi Olimpici le avrebbe causato un danno irreparabile in tali circostanze;
d) Il panel del Tas ha inoltre sottolineato che esistevano gravi problemi di notifica tardiva dei risultati del test antidoping dell’atleta eseguito nel dicembre 2021, tali da pregiudicare la capacità dell’atleta stessa di stabilire determinati requisiti legali a suo vantaggio: la notifica tardiva non è stata colpa sua ed è arrivata nel bel mezzo dei Giochi Olimpici Invernali di Pechino 2022.

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14 febbraio 2022 (modifica il 14 febbraio 2022 | 12:48)

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, 2022-02-14 11:54:00, http://s.wordpress.com/mshots/v1/https%3A%2F%2Fwww.corriere.it%2Fsport%2Folimpiadi-invernali%2F22_febbraio_14%2Folimpiadi-kamila-valieva-potra-gareggiare-tas-da-via-libera-fc4824a6-8d5b-11ec-a91e-e98defcaa657.shtml?w=600&h=450, , , , My astonishing sister says this plugin is awesome!, These ingredients are quite smart!!, % %item_title%%, I russi hanno stravinto la loro battaglia: il Tribunale di Arbitrato Sportivo ha deciso che Valieva, il fenomeno 15enne del pattinaggio artistico su ghiaccio trovata positiva a un controllo antidoping, potrà partecipare alle prove individuali da martedì 15. In caso vincesse di medaglia, però, non ci sarà la cerimonia di premiazione , di Marco BonarrigoI russi hanno stravinto la loro battaglia: il Tribunale di Arbitrato Sportivo ha deciso che Valieva, il fenomeno 15enne del pattinaggio artistico su ghiaccio trovata positiva a un controllo antidoping, potrà partecipare alle prove individuali da martedì 15. In caso vincesse di medaglia, però, non ci sarà la cerimonia di premiazione I russi…, di Marco BonarrigoI russi hanno stravinto la loro battaglia: il Tribunale di Arbitrato Sportivo ha deciso che Valieva, il fenomeno 15enne del pattinaggio artistico su ghiaccio trovata positiva a un controllo antidoping, potrà partecipare alle prove individuali da martedì 15. In caso vincesse di medaglia, però, non ci sarà la cerimonia di premiazione I russi hanno stravinto la loro battaglia olimpica di Pechino: il Tribunale di Arbitrato Sportivo ha deciso che Kamila Valieva, il fenomeno 15enne del pattinaggio artistico su ghiaccio trovata positiva a un controllo antidoping lo scorso 25 dicembre, potrà gareggiare nelle prove individuali dei Giochi Olimpici a partire da martedì 15 febbraio. Se dovesse conquistare una medaglia, però, non ci sarà alcuna cerimonia di premiazione, così come non si terrà quella per l’oro vinto nella gara a squadre. Lo stop alla sospensione del procedimento disciplinare, deciso dall’agenzia antidoping russa Rusada, era perfettamente legittimo. La decisione del Tas esula dalla revoca o meno della medaglia conquistata il 7 febbraio nella prova a squadre e non ferma l’accertamento dei fatti e l’eventuale squalifica. Ma per il Cio, la Wada e il sistema antidoping, quella inflitta dal Tas è una sconfitta pesantissima. Il vuoto legislativoIl caso Valieva si è inserito in un vertiginoso vuoto legislativo che nessuno aveva messo in conto. Il controllo medico in cui la pattinatrice è stata trovata positiva è stato effettuato a San Pietroburgo il 25 dicembre dalla Rusada, l’agenzia antidoping russa che attualmente — pur sospesa per le malefatte e manomissioni del recente passato — è autorizzata ad operare nei controlli nazionali come quello del Natale 2021 in modo da non perdere l’abitudine ad agire sul campo. Danno di immagine per il Cio Nei grandi sport olimpici, la gestione dei casi di doping degli atleti di altissimo livello è affidata ad agenzie internazionali, considerate imparziali: il pattinaggio fa eccezione, ogni atleta è giudicato in prima istanza dall’organo locale. A questo punto Rusada (ricevuta la notizia della positività dal laboratorio di Stoccolma l’8 febbraio) aveva il potere sia di sospendere l’atleta che di revocare — su sua richiesta — la sospensione. La decisione — giuridicamente inattaccabile — mette il Cio di fronte al fatto che la ragazzina potrà conquistare sul campo le sue medaglie. E poi, con molta calma, giocarsi le sue carte sul piano difensivo davanti alla federazione e al Tas. Il danno di immagine per il movimento olimpico è gigantesco. Nessuna premiazione se andrà a medagliaIl Cio, ricordando che quella del Tas non è una sentenza nel merito della vicenda («Solo dopo il dovuto procedimento si potrà stabilire se ha violato il codice mondiale antidoping e vada sanzionata»), ha comunque precisato che, se Valieva dovesse conquistare una medaglia, «non ci sarà alcuna cerimonia floreale né la cerimonia delle medaglie». Questo perché «non sarebbe opportuno in quanto includerebbe un’atleta che da un lato ha un campione A positivo ma la cui violazione delle regole antidoping non è stata invece accertata». Lo stesso accadrà per la premiazione del team event rinviata lo scorso 8 febbraio dopo l’esplosione del caso Valieva. Le cerimonie di consegna delle medaglie saranno organizzate una volta che il caso Valieva arriverà a conclusione. Le ragioni della decisioneEcco le ragioni per cui il Tas ha deciso di lasciare in gara ai Giochi Olimpici l’atleta. a) L’atleta, in quanto minore di 16 anni, è una «Persona Protetta» ai sensi del Codice Mondiale Antidoping; b) I regolamenti antidoping tacciono rispetto alla sospensione provvisoria imposta alle «persone protette», mentre queste regole hanno disposizioni specifiche per diversi standard di prova e per sanzioni inferiori nel caso di persone protette. Il Tas ha quindi rimediato al vuoto legislativo;c) Il Tas ha considerato i principi fondamentali di equità, proporzionalità, danno irreparabile e relativo equilibrio di interessi tra Cio e atleta, i controlli non positivi ai Giochi Olimpici di Pechino di Valieva e la mancata effettuazione della controanalisi sul test del dicembre 2021. In particolare, il Collegio ha ritenuto che impedire all’atleta di gareggiare ai Giochi Olimpici le avrebbe causato un danno irreparabile in tali circostanze; d) Il panel del Tas ha inoltre sottolineato che esistevano gravi problemi di notifica tardiva dei risultati del test antidoping dell’atleta eseguito nel dicembre 2021, tali da pregiudicare la capacità dell’atleta stessa di stabilire determinati requisiti legali a suo vantaggio: la notifica tardiva non è stata colpa sua ed è arrivata nel bel mezzo dei Giochi Olimpici Invernali di Pechino 2022. Segui le Olimpiadi invernali di Pechino 2022 anche con la newsletter del Corriere. Ogni giorno le ultime notizie sugli atleti italiani a Pechino: vincitori, gare, record e medaglie. 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