di Cesare Giuzzi e Pierpaolo Lio
I carabinieri gli notificano in carcere una misura cautelare per altri cinque abusi sessuali. Coinvolta anche la compagna dell’uomo. Interrogate oltre 200 donne. Lo scorso maggio la condanna a 6 anni e 4 mesi per il caso della coppia di Settimo Milanese
Altre cinque violenze in serie. Tutte uguali, con le vittime drogate con benzodiazepine, spogliate, abusate e abbandonate poi semincoscienti, a volte neppure in grado di tenere gli occhi aperti. Ma ora nei guai finisce anche la moglie dell’agente immobiliare Omar Confalonieri, 48 anni, arrestato lo scorso novembre per avere drogato e violentato una coppia di Settimo Milanese che si era rivolta a lui per l’acquisto di un box. I carabinieri della compagnia di Corsico e del Nucleo investigativo di Milano gli hanno notificato in carcere una nuova ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Milano Stefania Pepe nella quale vengono contestati altri 5 casi di violenza sessuale.
Lo stesso provvedimento riguarda anche la moglie del 48enne, Alessandra R., 42 anni, coinvolta, secondo le accuse degli inquirenti, in due episodi di violenza. Per lei l’obbligo di firma. La donna in un caso avrebbe aiutato il marito appartato con una conoscente, mentre nel secondo avrebbe assistito alla violenza nei confronti della figlia ventenne di una vicina di casa. Con la ragazza già narcotizzata, la donna secondo le accuse della procura l’avrebbe trattenuta a guardare alcune foto sul telefonino e poi avrebbe portato al marito degli abiti che l’uomo ha fatto indossare alla vittima durante le violenze. A fine maggio Confalonieri era stato condannato per il primo episodio, che risaliva ai primi di ottobre 2021, a 6 anni e 4 mesi con rito abbreviato. I carabinieri durante le nuove indagini hanno rintracciato oltre 200 donne con cui Confalonieri era entrato in contatto, altre vittime invece si sono fatte avanti direttamente dopo la notizia del suo arresto.
Tra le nuove vittime individuate dai carabinieri, coordinati dal pm Alessia Menegazzo e dall’aggiunto Letizia Mannella, anche una parente della moglie. La donna ha raccontato di aver subito abusi in casa, a Milano, dopo essere stata stordita da Confalonieri. Qualche giorno dopo la vittima cerca di raccontare tutto alla parente, all’epoca compagna ma non ancora moglie di Confalonieri, «per metterla in guardia». Ma Alessandra R. quasi la zittisce raccontando che il compagno era già stato ingiustamente accusato di violenza sessuale e che per questo aveva anche subito il carcere da innocente. In quell’occasione avrebbe usato «un’arancina» acquistata poco prima e «imbottita», così sospettano gli inquirenti, con benzodiazepine. In altri casi il 48enne avrebbe invece utilizzato birra, pasticcini, tisane. Tutte le vittime hanno caratteristiche comuni: conoscevano Confalonieri o la moglie per ragioni famigliari o di lavoro; in qualche modo ricordavano di aver subito violenze e avevano anche tentato di chiederne conto al 48enne. Ma lui, come sottolineato dal gip Stefania Pepe, ha «cercato ulteriormente di minare la consapevolezza delle proprie vittime e di insinuare nelle stesse il dubbio sulle violenze subite, cercando di indurle a credere che lo stato di stordimento in cui esse erano venute a trovarsi, da lui causato, fosse dipeso dal consumo di sostanze alcoliche».
In sostanza cercava di scaricare la colpa dello stato confusionale e dei malesseri successivi sulle stesse vittime. La parente della moglie registra pochi giorni dopo gli abusi (che risalgono al luglio 2012) una telefonata avuta con Confalonieri nella quale avanza il sospetto di essere stata violentata. Lui tentenna, si contraddice, ma con la ragazza ammette solo di aver visionato siti erotici. La ragazza infatti aveva trovato nella cronologia del computer visite a pagine hard a lei sconosciuti. Anche in un altro caso, durante le violenze, Confalonieri avrebbe visionato film pornografici. Lo scopre una coppia di amici, nel gennaio 2015. Confalonieri va a casa loro insieme alla moglie con la scusa di far provare agli amici una bottiglia di liquore artigianale. Poi «narcotizza» il marito e abusa della donna quasi incosciente. Qualche settimana dopo i due ricevono una fattura Sky con un addebito non previsto: un film porno acquistato dal numero di cellulare di Confalonieri proprio nelle ore in cui avvenivano gli abusi. In un altro caso Confalonieri è accusato di aver drogato il padre di una ragazzina di 17 anni e di aver poi abusato della figlia minorenne. Violenza che avviene nel febbraio 2015. La ragazzina racconterà però agli investigatori degli abusi subiti solo sei anni dopo, in seguito all’arresto di Confalonieri. Un’altra vittima è invece una ex compagna di classe «agganciata» con la scusa di una cena tra ex alunni.
Omar Confalonieri è rinchiuso a San Vittore da otto mesi. Il processo per i fatti si Settimo Milanese s’è chiuso con la condanna. In totale la procura e i carabinieri hanno ricostruito almeno dieci vittime in una quindicina d’anni. Una serialità che ricorda quella del manager Antonio Di Fazio già condannato a 15 anni e mezzo nelle indagini del pm Alessia Menegazzo. Anche lui drogava le sue vittime con le benzodiazepine. Oltre al caso di Settimo c’è la violenza avvenuta nel 2007 in Brianza, la sola finora che aveva dato vita a un procedimento giudiziario e a una condanna a tre anni e mezzo per violenza sessuale. La vittima è una giovanissima collega di lavoro. Confalonieri la stordisce con le benzodiazepine al termine di una cena tra colleghi poi con la scusa di accompagnarla a casa si apparta con lei in auto e compie i suoi abusi. La vittima una volta recuperate le forze troverà il coraggio di denunciare il 48enne. Nelle carte di quel processo si fa riferimento anche ad un’altra donna sulla quale sarebbero avvenuti abusi simili anche se non hanno dato vita a un procedimenti giudiziario. Quasi clamorosa, riletta oggi, è la vicenda di un’amica bergamasca che invita a casa per mangiare un gelato Confalonieri e la moglie. Proprio il dolce sarà usato per «drogare» la vittima. Siamo sempre nel 2007 e la donna trova la forza di denunciare. Ma la procura di Bergamo chiude le indagini con una richiesta di archiviazione che sarà poi accolta dal tribunale. Poi ci sono le cinque vittime contestate nel nuovo provvedimento eseguito dai carabinieri. Dal quale emergono altri casi sospetti: una donna che avrebbe subito lo stesso odioso copione, e un’altra che ha invece raccontato di essere riuscita a fuggire prima che Confalonieri potesse portare a termine il suo piano.
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8 luglio 2022 (modifica il 8 luglio 2022 | 22:39)
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, 2022-07-08 19:52:00, I carabinieri gli notificano in carcere una misura cautelare per altri cinque abusi sessuali. Coinvolta anche la compagna dell’uomo. Interrogate oltre 200 donne. Lo scorso maggio la condanna a 6 anni e 4 mesi per il caso della coppia di Settimo Milanese, Cesare Giuzzi e Pierpaolo Lio