Ombre e luci della legge di bilancio

Ombre e luci della legge di bilancio

Spread the love

editoriale Mezzogiorno, 23 dicembre 2022 – 08:56 di Giuseppe Coco Se l’avvento di Mario Draghi alla Bce ha segnato per l’Europa un deciso cambio di regime monetario, la svolta della Bce sui tassi e sugli acquisti di titoli, ne inaugura un altro. La svolta arriva, come sempre, dopo tutte le altre banche centrali dei paesi sviluppati. La nuova era di tassi normali (anche se sicuramente negativi al netto dell’inflazione), rende anche la politica di bilancio italiana pi difficile di quanto gi fosse. D’altro canto una politica monetaria che non prendesse atto che l’inflazione ha superato nell’eurozona il 10 per cento e la contrastasse sarebbe irragionevole. Se partisse la rincorsa salariale diventerebbe molto pi difficile e costoso riportare l’inflazione sotto controllo. Se non partisse la rincorsa, la fiammata inflazionistica, e le inevitabili speculazioni associate, si tradurrebbero in una forte perdita di potere d’acquisto dei lavoratori. Questo a sua volta colpirebbe i consumi e peggiorerebbe la recessione che verr. Per questo la Bce ha dovuto, pur in ritardo, contrastare l’inflazione. In questo quadro fortunatamente la Legge di Bilancio su cui il governo ha presentato gli ultimi emendamenti un documento prudente che ci stabilizza in termini relativi nella tempesta che ci attende. Va detto che i mercati hanno premiato l’atteggiamento complessivamente responsabile del governo italiano dopo le elezioni e, nei limiti di quanto potevamo attenderci, i tassi di interesse non sono cresciuti troppo. Tutti i tassi europei sono cresciuti naturalmente, ma se guardiamo allo spread sui titoli a 10 anni come indicatore, il quadro sorprendentemente positivo considerando le ambiguit del governo e le strambe esternazioni di alcuni suoi ministri. Lo spread oscilla attorno ai 210 punti base, prima delle elezioni era arrivato a pi di 250. Per fare un paragone, con l’avvento del governo Conte I (e per mesi) aveva oscillato attorno a 300. Certo tassi in crescita, ma ancora di pi la fine degli acquisti dei nostri titoli di Stato, mettono pressione sul nostro debito pi che qualunque altro. Ma ragionevole ipotizzare o addirittura pretendere una continuazione senza sosta di politiche monetarie ultra espansive all’infinito? L’inflazione, nei paesi poco credibili, si alimenta anche del sospetto che la politica monetaria viene di fatto utilizzata per stampare moneta per finanziare il debito. Se le politiche di riacquisto del debito le avessimo fatte con una nostra banca centrale nazionale (e non la Bce), oggi questo sospetto sarebbe certezza, e l’inflazione e probabilmente anche il debito sarebbero gi fuori controllo. Invece tutto sommato l’economia sta ancora andando in territorio positivo. Dei 35 miliardi di maggiori spese e minori entrate rispetto al quadro tendenziale (ovvero quello che il governo aggiunge rispetto alla enorme inerzia dei conti pubblici), pi di 20 sono misure per compensazioni energetiche nei primi 3 mesi dell’anno. Si tratta di vari bonus energetici. Con grande saggezza stato eliminato il taglio dell’accisa sui carburanti che da solo avrebbe comportato pi di 10 miliardi di spesa, contribuendo ad aumentare la nostra bolletta energetica anche al di l dei conti pubblici. Le altre poste principali hanno a che fare col taglio dei contributi (una misura di buon senso decisa dal governo draghi, ampliata con gli emendamenti), l’estensione della flat tax, e alcune misure in materia di evasione, che sono poi quelle veramente identitarie. Risorse limitate sono dedicate agli anticipi pensionistici, tutto sommato meno irragionevoli di quanto si potesse temere. Positivo invece il provvedimento che limita le indicizzazioni delle pensioni pi elevate (e che genera un risparmio di 3,5 miliardi!). Si pu discutere delle soglie su cui le indicizzazioni parziali vanno applicate, ma francamente aumentare le pensioni pi alte con l’inflazione mentre si chiede ai lavoratori di soprassedere per evitare che l’inflazione stessa diventi strutturale, sarebbe stato incredibilmente iniquo. Anche alla luce degli straordinari vantaggi dei vecchi sistemi pensionistici che ancora si trascinano, un piccolo travaso di risorse verso i giovani (magari famiglie con bambini), che sono contenute nella manovra, francamente sacrosanto e fa bene al paese. Nel complesso la manovra responsabile, con due problemi. Uno sono le misure identitarie dalla flat tax ai cedimenti sulla evasione fiscale. Non si tratta di misure che generano un buco immediato, ma un danno a lungo termine molto maggiore. Ogni governo in realt ha incentivo a fare cassa immediata in termini di consenso anche se questo danneggia le nostre prospettive di lungo periodo. I paesi che funzionano per sono quelli in cui l’elettorato e le forze politiche limitano questo istinto. Il secondo problema l’assenza di una strategia di lungo periodo per la crescita e i servizi pubblici ad essa necessari. Il cancro che sta distruggendo il nostro paese non per niente oscuro. Da 20 anni investiamo sistematicamente di meno degli altri in istruzione, sanit, infrastrutture, ricerca. La sola posta che cresce senza sosta sono le pensioni, assegni e bonus vari. Il sistema fiscale un colabrodo di regimi speciali e a finanziare i servizi pubblici sono sempre meno contribuenti. Il Pnrr una occasione, ma va cambiata la struttura della spesa e delle entrate pubbliche, accollandosi le necessarie impopolarit. Difficile da farsi quando le forze politiche, persino nella maggioranza, e alcune sindacali sono pronte a soffiare sul fuoco di qualunque rivendicazione e risentimento. 23 dicembre 2022 | 08:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.