Omicidio di Morengo, Sandra Fratus racconta come ha ucciso il compagno, pugno in faccia e graffi: «Mi umiliava»

Omicidio di Morengo, Sandra Fratus racconta come ha ucciso il compagno, pugno in faccia e graffi: «Mi umiliava»

Spread the love

di Giuliana Ubbiali

La donna in cella. Ed emergono le contraddizioni della convivenza

«Non volevo, mi ha picchiata, lo amo». Nelle prime parole di Sandra Fratus ai carabinieri si leggono le contraddizioni di una convivenza fatta di botte e, a modo suo, amore. Il difficile contesto è ricostruito nell’ordinanza con cui il gip Lucia Graziosi ha tenuto in carcere la donna, 51 anni, di Morengo, per l’omicidio con una coltellata al petto del compagno Ernest Emperor Mohamed, nigeriano di 30 anni. Lunedì, l’autopsia.

Venerdì notte la donna aveva un’evidente ecchimosi sotto l’occhio destro e graffi sugli avambracci, a riprova del litigio. Ma anche segni di vecchia data. Nella confessione al pm Emma Vittorio ha raccontato il delitto e il resto. Cioè che il compagno la «umiliava», «offendeva», le diceva che era vecchia e gli faceva schifo. Capitava «spesso». Anzi, «sempre». Eppure, dice lei, «ho continuato a stare con lui». Si conoscevano da cinque anni e convivevano da maggio. Nonostante tutto, è sempre il suo racconto, il giorno prima erano andati a vedere una casa perché volevano sposarsi.

Litigare era la prassi, secondo il suo racconto. Finché quella notte, «stanca di prendere botte», ha afferrato il coltello sul tavolo e ha colpito il compagno. Era sotto l’effetto di droga, ne fa uso da decenni. Allo stato non vengono ipotizzati i futili motivi, probabilmente per lo sfondo di una relazione difficile e complessa da approfondire. Viene invece formulata l’aggravante del rapporto di convivenza.

Quella mattina, il trentenne va a Novara per l’esame della patente. Ritarda, lei lo chiama al telefono e capisce — o sospetta — che si sia fermato in giro con gli amici a bere. Il ragazzo rientra dopo le 22 con il suo monopattino, non parla, si arrabbia perché non trova il caricabatterie, sferra calci al calorifero. Lei — è sempre il suo racconto — cerca di calmarlo e lui la spinge sul letto girandole un braccio. Le dà anche una gomitata, lei piange ricordandogli che solo il giorno prima erano andati a cercare casa per sposarsi. Gli prepara la cena, dice che lui era abituato a mangiare con lei in piedi, accanto, senza che potesse sedersi senza il suo permesso. Arriva il figlio 23enne di Fratus, il compagno si arrabbia, lei anche e va in cucina per buttare la cena. La donna racconta di essere stata raggiunta e colpita al volto, non ricorda se con uno schiaffo o un pugno. È allora che prende il coltello sul tavolo e colpisce il trentenne.

È stato il figlio a chiamare il 118, al telefono con l’infermiera lei ha seguito le indicazioni per effettuare il massaggio cardiaco, il ragazzo le ha dato il cambio. La donna resta in cella per la «spiccata pericolosità sociale» scrive il gip. Rischia di essere di nuovo violenta: non sa gestire i propri impulsi, abusa di droga. Tutto questo in un quadro di «sostanziale emarginazione sociale».

1 dicembre 2022 (modifica il 1 dicembre 2022 | 08:50)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-12-01 08:36:00, La donna in cella. Ed emergono le contraddizioni della convivenza , Giuliana Ubbiali

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.