Durava da 20 anni la continua discesa del numero di studenti e alunni che si avvalevano dell’ora di religione. Adesso però, arriva un +1% che rincuora la CEI.
La conferenza dei vescovi italiani, scrive sulla nota: i dati relativi all’anno scolastico 2021/22 restituiscono un quadro di sostanziale stabilità, addirittura con una lieve crescita complessiva degli studenti che scelgono di frequentare l’IRC.
Infatti si passa dall’83,4% dell’anno precedente all’84,4% dello scorso anno scolastico, evidenziando dunque una crescita.
“Si confermano le spiccate differenze territoriali e fra gli ordini di scuola, con una media nazionale di avvalentisi che sfiora l’85%“, osserva ancora la CEI.
“Si tratta di cifre – si legge ancora sulla nota della Conferenza dei Vescovi – che ribadiscono il pieno inserimento dell’insegnamento della religione nel quadro delle discipline scolastiche e la sua dichiarata identità educativa e culturale. Come afferma la Presidenza della CEI nel messaggio diffuso in vista delle iscrizioni al nuovo anno scolastico, l’IRC è espressione di una alleanza educativa, a cui non partecipano solo la scuola e la Chiesa, ma gli stessi studenti, le loro famiglie e gli insegnanti, primo fattore della qualità di tale insegnamento e del suo diffuso apprezzamento“.
“Come sempre, da questi numeri proviene anche un forte invito alla responsabilità perché ciascuno, secondo il proprio ruolo, si impegni a rendere l’esperienza quotidiana dell’IRC sempre più all’altezza dei suoi obiettivi e dei suoi compiti, qualificandosi anche come “cantiere” di ascolto delle persone e dei mondi di vitali, nell’ottica del Cammino sinodale a cui si sta dedicando tutta la Chiesa in Italia“, aggiunge la CEI.
I dati forniti dal monitoraggio confermano il boom per la scuola media, dove si sfiora l’85% degli studenti mentre invece alla scuola secondaria di secondo grado si registra il tasso più alto di studenti che non scelgono l’ora di religione cattolica, oltre il 21%.
Differenze territoriali in molti casi: al Nord sono molti gli alunni e gli studenti che non si avvalgono dell’IRC rispetto a quelli del Sud che in tutti i gradi di scuola toccano numeri elevati di scelta dell’ora di religione.