Orlando: «Tanti tirano la corda ma senza spezzarla. Temo di più il rischio di tensioni sociali»

Orlando: «Tanti tirano la corda ma senza spezzarla. Temo di più il rischio di tensioni sociali»

Spread the love

di Enrico MarroIl ministro del Lavoro: le elezioni amministrative sono imminenti, è fisiologico che le frizioni salgano. L’invio di armi? Con il M5S possiamo riavvicinare le posizioni Ministro, i contrasti sulla linea da tenere sulla guerra in Ucraina stanno mettendo a dura prova la maggioranza. C’è chi vuole le elezioni anticipate? «Non saprei — risponde Andrea Orlando — ma non credo ci sia questa eventualità. Piuttosto c’è l’imminenza delle elezioni amministrative. Quindi, che le tensioni salgano mi pare fisiologico, purché restino entro certi limiti. Molti tireranno la corda, ma nessuno credo abbia voglia di spezzarla. Mi preoccupa di più il rischio di tensioni sociali, con il 12% di lavoratori poveri e l’inflazione che morde, senza contare il malessere dei giovani, dopo le restrizioni sofferte per la pandemia». Ci arriviamo subito. Lei dice che la corda non si spezzerà. Ma tra Pd e 5 Stelle la distanza aumenta. Il suo partito dice sì all’invio di armi all’Ucraina, M5S dice no. «Dobbiamo rafforzare il dialogo tra di noi, come abbiamo fatto per la difesa dei più deboli. Credo ci siano margini per riavvicinare le posizioni, visto che entrambi siamo convinti dell’esigenza di potenziare l’azione politico-diplomatica per la pace». Ci sono contraddizioni che Italia e Europa non riescono a risolvere: si mandano contemporaneamente armi al Paese aggredito e soldi al Paese aggressore, comprando gas e petrolio. «Per questo, come proponiamo, l’Europa dovrebbe fissare un prezzo massimo del gas, così da ridurre il “regalo” a Putin. Inoltre, dobbiamo essere più credibili sulle sanzioni. Continuare ad annunciare sanzioni sempre più dure su cui l’Europa è divisa non mi pare sia un modo di esercitare deterrenza». Veniamo alle tensioni sul lavoro. Ci sono segnali contrastanti: da un lato gli occupati tornano sopra 23 milioni, dall’altro le imprese programmano meno assunzioni e hanno più difficoltà a trovare lavoratori, in particolare nel turismo. «L’aumento dell’occupazione dimostra che abbiamo risposto bene alla crisi innescata dalla pandemia, salvaguardando capacità produttiva e facendo molto meglio rispetto alla crisi di dieci anni fa, grazie anche agli strumenti concordati in Europa. Ora però i forti aumenti del costo dell’energia e delle materie prime e l’incertezza legata alla guerra incidono sia sulla crescita del lavoro precario sia sulla frenata delle assunzioni previste. Quanto al mismatch, è un problema strutturale al quale stiamo rispondendo con oltre 5 miliardi di investimenti del Pnrr per le politiche attive e la formazione che stiamo trasferendo alle Regioni. Ma serve anche una riflessione più ampia». Quale? «È un fatto che la difficoltà di trovare lavoratori si concentri sulle filiere dove ci sono i salari più bassi e maggiore precarietà. Succede che chi cerca lavoro si sposta verso settori dove c’è più qualificazione, sia nel manifatturiero, edilizia compresa, sia nei trasporti e nella logistica. Per questo, la prossima settimana incontrerò le parti sociali, per indirizzare risorse verso programmi di formazione rapida e mirata sulle filiere più in sofferenza». Molti imprenditori del turismo dicono che non trovano lavoratori per colpa del Reddito di cittadinanza. «Illazioni non confermate dai numeri: i lavoratori che non si trovano sono molti di più di quelli che potrebbero essere cercati tra i percettori del Reddito, considerando che la maggior parte di loro non possono lavorare e che circa un quinto è già occupato. In ogni caso, nella legge di Bilancio abbiamo previsto norme che consentiranno ai centri per l’impiego e alle agenzie private di accedere alle banche dati di chi prende il Reddito di cittadinanza. Giorni fa ero in missione in Romania, dove non c’è il Reddito, e anche lì non trovano lavoratori, perché sono andati in Paesi con salari più alti». Secondo Confindustria il governo avrebbe potuto aumentare il netto in busta paga tagliando di 16 miliardi i contributi previdenziali. Perché non lo avete fatto? «Le risorse a disposizione sono quelle che verranno dall’aumento del prelievo sugli extraprofitti delle società energetiche, circa 6,5 miliardi. Con questa cifra abbiamo scelto di privilegiare i redditi più bassi, anziché fare un taglio del cuneo che sarebbe stato impercettibile». Matteo Salvini (Lega), dice che il bonus di 200 euro non deve andare ai percettori del Reddito di cittadinanza. Lei? «Nel Consiglio dei ministri siamo stati tutti, e dico tutti, d’accordo su una valutazione semplice: se uno è povero non è immune dalle conseguenze dell’inflazione, anzi». Perché spinge anche per il salario minimo per legge? «Penso si possa procedere con realismo, senza slogan. La nostra proposta a Confindustria e sindacati è che si parta dal rafforzamento dei contratti firmati dalle organizzazioni maggiormente rappresentative. I salari stabiliti in questi contratti potrebbero diventare il punto di riferimento per tutti i lavoratori della categoria riducendo l’area del lavoro povero». 7 maggio 2022 (modifica il 7 maggio 2022 | 21:43) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-05-07 20:13:00, Il ministro del Lavoro: le elezioni amministrative sono imminenti, è fisiologico che le frizioni salgano. L’invio di armi? Con il M5S possiamo riavvicinare le posizioni, Enrico Marro

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.