Oslo, spari e morti al locale gay. La polizia: terrorismo islamista

Oslo, spari e morti al locale gay. La polizia: terrorismo islamista

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di Guido Olimpio

Due vittime e dieci feriti, il killer è una norvegese di origine iraniana. Sospeso il Pride. Il precedente di Orlando e gli attacchi in Norvegia

Oslo ha vissuto una notte di violenza. Due le persone uccise e 10 i feriti gravi in un attacco compiuto da un cittadino norvegese d’origine iraniana. Gesto che per le autorità ha una matrice jihadista e ha preso di mira la comunità gay alla vigilia di una importante manifestazione.

Il killer ha aperto il fuoco contro due locali pubblici affollati. Un tiro indiscriminato che ha falciato i presenti colti di sorpresa: è stato un miracolo che l’assalto non abbia avuto conseguenze più pesanti. Trascorsi pochi minuti lo sparatore è stato fermato dagli agenti arrivati in forze nel timore di un’azione multipla: invece ad agire è stato solo lui, in apparenza senza complici sulla scena. La cattura rapida è stata seguita dallo stato d’allarme, i poliziotti hanno ricevuto le armi — di solito non le hanno — ed è stato deciso di cancellare gli eventi legati al Gay Pride. Quindi è iniziato il lavoro investigativo in una storia che ricorda molti episodi avvenuti in questi anni, con un terrorismo piuttosto «fluido».

Killer e vittime

Partiamo dal protagonista. Secondo gli inquirenti l’omicida era noto fin dal 2015, aveva precedenti per droga, era considerato mentalmente instabile e non aveva mai nascosto idee estremiste. Infatti si era radicalizzato lanciando spesso delle minacce. Ma evidentemente non hanno valutato fino in fondo la sua pericolosità oppure è stato abile nel mimetizzarsi. È comunque prematuro chiudere il file quando l’inchiesta è appena all’inizio, in questa fase si è alla ricerca di possibili collegamenti.

Il secondo aspetto riguarda il target. Capiremo se ha deciso di prendere di mira la comunità omosessuale o se invece si è trattato di un bersaglio d’opportunità sfruttando la concomitanza del raduno. Ci può essere stata una pianificazione — magari sommaria — sufficiente comunque a portare avanti l’aggressione nella capitale norvegese. La dinamica ricorda, su scala minore, quanto avvenne il 12 giugno 2016 a Orlando, in Florida: Omar Mateen fece strage in un night frequentato da gay, 49 i morti. Massacro «offerto» allo Stato Islamico da una figura contorta.

Un’eventuale rivendicazione potrà forse inquadrare meglio l’attentato di Oslo, anche se l’etichetta d’appartenenza conta fino ad un certo punto. Negli ultimi mesi le fazioni che si ispirano alla guerra santa si sono concentrate nei teatri tradizionali. L’Asia, il Medio Oriente e in particolare la fascia centrale dell’Africa. Ai primi di maggio Abu Omar al Muhajir, portavoce del Califfato, ha diffuso un lungo messaggio audio per consigliare e impartire ordini alle diverse componenti regionali. Un’esortazione a vendicare i leader uccisi, ma anche un appello a non dimenticare i mujaheddin chiusi nelle prigioni. Quindi si è rivolto ai simpatizzanti che vivono in Occidente, suggerendo di rilanciare la lotta in base alle proprie possibilità sfruttando anche l’attuale momento di crisi in Europa. Sempre Al Muhajir ha infine sollecitato i «fratelli» a studiare con attenzione gli obiettivi scegliendo quelli che possono far soffrire di più «cristiani ed ebrei». Le consuete disposizioni generiche rivolte ai lupi solitari ed eventuali micro-cellule ispirate in remoto, la doppia componente che anima l’Islam oltranzista in Occidente. Minaccia strisciante, ma non l’unica come testimoniano i precedenti in Norvegia.

I precedenti

Nel 2011 il neonazista Anders Breivik ha provocato 77 morti con un piano individuale quanto devastante attuato a Oslo e sull’isola di Utoya. Un’operazione eversiva diventata un punto di riferimento per gli xenofobi a livello globale. Nel 2011 un estremista di destra ha sparato all’interno di una moschea. Infine, lo scorso anno, un individuo ha assassinato cinque persone nel Sud del Paese usando un pugnale e un arco con frecce. In questo caso non è emersa alcuna motivazione politica: il responsabile aveva seri problemi mentali.

25 giugno 2022 (modifica il 25 giugno 2022 | 22:31)

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, 2022-06-25 21:46:00, Due vittime e dieci feriti, il killer è una norvegese di origine iraniana. Sospeso il Pride. Il precedente di Orlando e gli attacchi in Norvegia, Guido Olimpio

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