Pacifico (Anief): Ecco come assumere 120 mila docenti. Pensioni? A 63 anni con riscatto laurea gratuito INTERVISTA

Un concorso straordinario ter è “inutile” per Anief se non si assume anche da prima e seconda fascia delle GPS. Sulle pensioni serve una finestra specifica per il personale scolastico che permetta la cessazione dal servizio a 63 anni senza penalizzazioni: queste le proposte di Marcello Pacifico, presidente Anief.

Sono stati diffusi i primi dati sui pensionamenti del personale docente e ATA. Il pensiero va alle prossime immissioni in ruolo: per i docenti ogni anno se ne autorizzano tante ma poi non si riescono a coprire
Non si riescono a coprire perché non si utilizzano le GPS. A parità di titoli i docenti vengono chiamati per fare i supplenti anche tutto l‘anno ma non per le immissioni in ruolo. Anief ha sempre chiesto di riaprire le Gae o assumere in subordine da GPS. Fino a quando non si farà questo non si troverà una soluzione: tutte le procedure concorsuali adottate fino a oggi hanno portato alla metà dei posti autorizzati per le immissioni in ruolo andata vacante.
Il decreto, che deve essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale, non fa altro che ripetere gli errori degli ultimi sette anni e non risolve il problema della precarietà.

Alcuni giorni fa avete incontrato il Ministero proprio in tema di reclutamento. Qual è stata la vostra proposta?
Abbiamo ribadito la necessità di assumere da I e II fascia GPS anche su posti curricolari. L’idea di fare un concorso straordinario ter senza questa misura l’abbiamo ritenuta inutile. Il Ministero ci ha spiegato che il concorso straordinario ter e l’assunzione dalle GPS non sarebbero state riconosciute dall’Europa per l’obiettivo delle 70 mila assunzioni. Il problema vero per noi è riassorbire la precarietà il prima possibile, non le 70 mila assunzioni da concorso come fossero prescritte dal medico.
Rispetto alle assunzioni da GPS Sostegno abbiamo evidenziato anche che negli anni passati sono andati vacanti 14mila posti, nonostante ci siano oltre 17mila specializzati. Questo perché bisognerebbe mettere i docenti nelle condizioni di scegliere più province a priori. Al TFA Sostegno più della metà dei posti viene bandito al sud: bisogna fare in modo che si possano scegliere anche le province del nord se si ha bisogno che i docenti vadano al nord.
E poi c’è il problema dei vincoli: se va bene per quest’anno rimuoverli non va bene rimetterli dal prossimo anno. In ogni caso il problema della continuità didattica non sta nei vincoli, lo abbiamo ribadito: serve semmai un’indennità di trasferta.
Quindi i punti sono: doppio canale di reclutamento anche da GPS, eliminazione dei vincoli anche per il futuro con un’indennità di trasferta, unitamente alla trasformazione dell’organico dei posti in deroga di sostegno sull’organico di diritto. Così si potrebbero programmare 120 mila immissioni in ruolo garantendo la continuità didattica. Bisogna riflettere inoltre sulla gestione delle attuali graduatorie concorsuali e vanno messe a esaurimento le graduatorie del concorso ordinario. Chiediamo l’integrazione delle graduatorie del concorso straordinario bis che era nato per far entrare tutti i partecipanti aventi titolo e che ha visto soltanto 3000 assunti sui 30mila partecipanti.

I dati dei pensionamenti sono più o meno in linea con quelli degli anni scorsi, sembrerebbe però che tanti abbiano approfittato della riapertura delle domande per Quota 103 e Opzione donna. Perché secondo lei?
La maggior parte del personale docente è donna. Non stupisce che piuttosto che rimanere fino a 67 anni in servizio si preferisca utilizzare Opzione donna che è penalizzante. Oppure Quota 103. Questo è un dato che fa riflettere, anche pensando a ciò che sta succedendo in Francia.
Insegnare a scuola fino a 67 anni non è come fare il dipendente ad esempio in un ufficio comunale.
La didattica frontale non dovrebbe essere più obbligatoria dopo una certa età. Siamo un Paese in cui più del 40% delle persone è over 60 e che ha la classe docente più vecchia al mondo. Si entra in ruolo sui 45-46 anni e poi si va in pensione dopo quasi 43 anni di lavoro.

Cosa bisognerebbe cambiare?
Va riconosciuto il burnout e conseguentemente riconoscere una specifica finestra per il pensionamento che porti ad andare in pensione a 63 anni senza penalizzazioni e con il riscatto gratuito degli anni di formazione universitaria, sia laurea che specializzazione.

Riguardo i numeri degli organici 2023/24, sostanzialmente si confermano i dati dello scorso anno
Riteniamo che i 6000 posti per combattere la dispersione scolastica sono insufficienti, il numero andrebbe raddoppiato. Per scienze motorie gli attuali 4000 posti sono pochi in rapporto alla reale necessità, anche per questo il numero deve essere raddoppiato. Bisogna trasformare tutti i posti in deroga assegnati alle scuole in organico di diritto. E soprattutto serve un organico aggiuntivo.

C’è stata una riunione sulle problematiche del personale ATA e c’è ancora in ballo il rinnovo del Contratto. Cosa chiedete per il personale amministrativo, tecnico e ausiliario?
Chiediamo che vengano destinate specifiche risorse per valorizzare nel contratto i profili professionali, e utilizzare tutte le risorse messe al tavolo contrattuale anche per il personale ATA e DGSA. E’ arrivato il momento di attuare il passaggio da segretario a direttore con aumenti cospicui di indennità di direzione. Bisogna sbloccare i passaggi verticali del personale e attivare le figure intermedie che esistono da 30 anni nel contratto ma realmente non ci sono.
E’ poi necessario lavorare sull’organico aggiuntivo, riconoscere il buono pasto e la carta formazione. Infine è importante dare la possibilità di spostarsi in uscita, mi riferisco alla mobilità intercompartimentale.

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