L’amarezza di papa Francesco e l’invito alla discrezione fatto a padre Georg Gnswein: per lui l’ipotesi di un incarico diplomatico in una nunziatura all’estero o una sistemazione romana, possibilmente discreta
CITT DEL VATICANO — Gli amici che lo hanno sentito in queste ore raccontano di un uomo che si mostra amareggiato per le interpretazioni malevole degli stralci fuori contesto del suo libro, fatti uscire mentre si celebravano i funerali di Benedetto XVI, ma adesso devo stare zitto. Di certo, luned mattina, monsignor Georg Gnswein ha dovuto parlare della faccenda a papa Francesco, che lo ha ricevuto in udienza.
Dal Vaticano non si dice ufficialmente nulla. Ma evidente, si fa notare, che il Papa abbia raccomandato discrezione, come ricordava all’ultimo Angelus: Dio nel silenzio.
E che ad avere motivo d’essere amareggiato, piuttosto, il pontefice, il quale avrebbe cose pi importanti di cui occuparsi dell’ex segretario del predecessore: proprio ieri, nel ricevere gli ambasciatori, Francesco intervenuto per la prima volta dall’uccisione di Mahsa Amini sulla repressione feroce delle proteste popolari attuata dal regime iraniano (il diritto alla vita minacciato anche laddove si continua a praticare la pena di morte, come sta accadendo in questi giorni in Iran, in seguito alle recenti manifestazioni, che chiedono maggiore rispetto per la dignit delle donne) e sulla guerra Ucraina, con le parole della Gaudium et Spes, ha sillabato che ogni atto di guerra, che mira indiscriminatamente alla distruzione di intere citt o di vaste regioni e dei loro abitanti, delitto contro Dio e contro la stessa umanit.
Ma tant’, il caso stato creato, il libro Nient’altro che la Verit in uscita, e nel sottobosco dell’opposizione tradizionalista a Francesco monta il tentativo post mortem di usare Benedetto XVI come un vessillo e creare un conflitto tra i due papi che nella realt non c’ stato.
Per quasi dieci anni, nel Monastero, l’emerito stato attento a evitare ogni sospetto di interferenza nei confronti del successore cui aveva assicurato incondizionata reverenza e obbedienza .
Gnswein, del resto, racconta di come Ratzinger rimase stupefatto quando, all’inizio del 2020, si tent di pubblicare col suo nome un libro a doppia firma con il cardinale Sarah nel quale si contestava la proposta del Sinodo amazzonico di ordinare preti sposati prima che Francesco dicesse la sua (senza poi fare nessuna apertura, peraltro), e come Benedetto avesse poi scritto al Papa tutta la sua tristezza per l’abuso del suo articolo e si fosse proposto di non far pubblicare pi nulla.
Di qui l’amarezza di Francesco. E l’udienza di ieri. Resta il discorso sull’opportunit di pubblicare un libro simile subito dopo la morte di Ratzinger e citare brani della corrispondenza privata tra l’emerito e il Papa. Rispettosissima, del resto.
Che avessero sensibilit differenti noto. Ma ironico, si osserva, che nel libro si sia adombrato un contrasto, ad esempio, proprio intorno al tema della propaganda gender, sulla quale Francesco sempre stato altrettanto severo.
E resta anche la questione del futuro di Gnswein, ora prefetto della Casa pontificia. Se nella Chiesa tedesca non sembrano entusiasti all’idea di un ritorno in patria come vescovo o altro (dipende dal diretto interessato e da chi prende queste decisioni nella Curia ha riposto freddo il presidente Georg Btzing), si ipotizzato un incarico diplomatico in una nunziatura all’estero o una sistemazione romana, possibilmente discreta.
10 gennaio 2023 (modifica il 10 gennaio 2023 | 07:06)
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