di Agostino Gramigna
Andora, il mare è entrato nei pozzi asciutti per la siccità
Quando gli chiediamo se lo shampoo lo fa con l’acqua salata il coiffeur Lucio, che ha un salone nel centro di Andora, risponde: «Certo che no. Poi però precisa: «Taglio i senza bagnarli. Ma se il cliente mi chiede di lavarli lo stesso con l’acqua salata perché vuole lo shampoo, ne devo impiegare almeno tre dosi. Altrimenti sembrano unti».
Lo shampoo
Ad Andora è così da giugno. E non solo per fare lo shampoo. Il paese di 7200 abitanti, in provincia di Savona, è senza acqua (dolce) da cinque mesi. Dai rubinetti esce salata, quella del mare. Il signor Lucio è molto arrabbiato. E come lui lo sono gli altri cittadini, gli albergatoti, i ristoratori, i baristi, i gestori di bagni e il cosiddetto «popolo delle seconde case». L’incredibile situazione ha diverse spiegazioni. Dipende da chi ne parla. Per il Comune la causa è la siccità. L’assenza prolungata di pioggia ha svuotato i pozzi. E la loro vicinanza al mare ha fatto sì che vi entrasse il cuneo salino. Ma la realtà è più complessa. Altri paesi vicini come Alassio, Cervo, Diano Marina, Laigueglia l’acqua dolce ce l’hanno. Andora svela così una storia in cui s’intrecciano natura, burocrazia, inefficienze, ritardi e infrastrutture obsolete.
Dal 2015 l’acqua di Andora è gestita dalla società Rivieracqua che però vive travagli giudiziari. La società è commissariata e indebitata. Per fronteggiare la siccità l’acqua buona sarebbe dovuta giungere da Ventimiglia e dal depuratore di Imperia. Ma il tubo che collega la struttura ai pozzi di Andora è obsoleto e non è stato possibile pompare nulla. Così l’estate è trascorsa tra mille difficoltà. Con cittadini disperati, operatori del settore turistico imbufaliti e associazioni consumatori sul piede di guerra, pronti a portare la vicenda in tribunale.
Lavatrici fuori uso
Fine ottobre. Temperature oltre i 20 gradi. Non piove. Ogni tanto si guarda il cielo. Si osservano le nuvole. Sabina Grassa è portavoce del «Comitato Acqua cara in bolletta» che porta avanti una battaglia (legale) assieme ad «Assoutenti» e «Onda Ligure Consumo e Ambiente». Come si vive? «Male. Per quanto mi riguarda sono allergica e spendo molti soldi a comprare creme. Non faccio altro che spalmare». Il sale irrita. Corrode tutto, non solo la pelle. Molte lavatrici e lavastoviglie si sono rotte. Le tubature delle caldaie sono a rischio. La doccia si fa con il sale e solo l’ultimo risciacquo avviene con l’acqua dolce. «Come associazione abbiamo un nostro legale — continua Grassa —. Ci fanno pagare una quota in bolletta per un depuratore che Andora non ha. Presenteremo un esposto». Grassa mette in luce un dettaglio che potrebbe far sorridere se la situazione non fosse in realtà serissima. «Abbiamo dovuto assumere un ingegnere specializzato in emergenze idriche umanitarie che ha lavorato molto in Africa. Quando l’ abbiamo contattato è rimasto sbalordito».
Tovaglie «gialline»
Il titolare di uno stabilimento balneare che non vuole si conosca il suo nome («per non subire ritorsioni») racconta e sintetizza così l’odissea. «Serviamo da bere, da mangiare, affittiamo ombrelloni e lettini puliti e lavati. Le mie tovaglie erano diventate gialline. La tela degli ombrelloni stava cambiando colore. Ho trascorso l’estate a contattare chi poteva venderci l’acqua dolce, a come farla arrivare qui. Uno stress infinito». Sono molti i turisti che hanno prenotato una camera in hotel o affittato un appartamento all’oscuro della situazione. Si può immaginare la loro rabbia. Gli anziani hanno avuto difficoltà a rifornirsi dalle autocisterne. I supermercati sono stati presi d’assalto. Tutto si è complicato.
Stagione da incubo
Il vicesindaco Paolo Rossi afferma di ricoprire questa carica solo da settembre. Tenta in qualche modo di mettere al riparo il Comune dalle critiche che gli arrivano da più fronti. «La questione è complessa perché non dipenda dal noi. Dobbiamo coinvolgere le istituzioni. Purtroppo il tubo che porta acqua da Ventimiglia non è in funzione. Ma deve pensarci il gestore e non il Comune. Noi non possiamo fare altro che accelerare i tempi». Proprio i tempi preoccupano i cittadini. Sabina Grassa avverte: «Parlano di investimenti, di riqualificare le infrastrutture, il tubo… Ma la società di gestione è commissariata e per i nuovi progetti si deve attendere le risposte di Roma. Passerà del tempo e noi arriveremo a Pasqua. Se non piove cosa facciamo, affrontiamo un’altra stagione da incubo?».
1 novembre 2022 (modifica il 1 novembre 2022 | 20:32)
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, 2022-11-01 22:44:00, Andora, il mare è entrato nei pozzi asciutti per la siccità, Agostino Gramigna