rate
di Anna Zinola24 nov 2022
Lo scorso anno, nel nostro Paese, è cresciuto del 134%. E anche il 2022 dovrebbe chiudersi con un incremento a tripla cifra. Parliamo del Buy Now, Pay Later (compra ora, paga dopo), il sistema che consente ai consumatori di rateizzare il pagamento, senza spese di gestione e senza alcun interesse.
I motivi del successo
Tanto successo presso i consumatori si deve a due motivi principali. Da un lato si tratta di un metodo semplice e veloce: il processo avviene nell’arco di pochi minuti, senza lungaggini burocratiche. Non è, per esempio, necessario consegnare la busta paga o altri documenti che attestano il reddito, come avviene nel caso dei prestiti tradizionali. Dall’altro lato vi è un tema di convenienza, in quanto non è prevista l’aggiunta di tassi, interessi o spese di gestione. La somma da pagare viene semplicemente dilazionata in un numero variabile di rate, in genere tre o quattro, di importo fisso. Attenzione però: in caso di ritardo o di mancato pagamento sono previste delle penali.
Per pagare un nuovo paio di sneaker (ma anche le vacanze)
Il Bnpl viene utilizzato prevalentemente on line. Quasi tutte le piattaforme di ecommerce, a partire da Amazon, lo offrono ormai di default. Tuttavia si sta estendendo con rapidità anche nei negozi fisici. I primi a muoversi in questa direzione sono stati i retailer di moda e cosmetica (come H&M, Sephora e FootLocker) ma ormai viene proposto anche dalle catene di librerie, dai tour operator e persino da alcuni centri medici privati.
Un incentivo allo shopping
Come il Bnpl influenza le scelte dei consumatori? E’ probabile che l’opportunità di posticipare il pagamento li incentivi ad acquistare prodotti che, altrimenti, non avrebbero preso. E ciò è tanto più vero in un contesto, come quello attuale, di inflazione galoppante. Il ragionamento è: invece di rimandare la spesa, compero ora un nuovo robot da cucina (o un paio di sneaker o una racchetta da tennis) e lo pago un po’ per volta.
L’effetto upselling
Un altro possibile effetto del Bnpl è l’upselling. Con questo termine si indica la tattica di vendere al cliente un prodotto di un prezzo superiore rispetto a quello a cui era originariamente interessato. Facciamo un esempio: avete adocchiato uno smartphone che costa sui 200 euro e siete pronti all’acquisto. Vi viene suggerita la possibilità di comperare, pagandolo in 3 tranche, un modello superiore, con più memoria. E’ vero che il prezzo sfiora i 300 euro ma la cifra sarà suddivisa (senza interessi) nell’arco di 3 mesi. Perché non accettare la proposta?
I main user sono la Gen Z e la Gen X
A fruire del Bnpl sono, secondo Statista, due principali segmenti anagrafici: la Gen Z e la Gen X. Per la prima, che comprende i nati tra la seconda metà degli anni ’90 e il 2010, il motivo è chiaro: si tratta di giovani e giovanissimi che spesso non dispongono di un reddito autonomo. Suddividere i pagamenti consente loro di effettuare acquisti che altrimenti non potrebbero permettersi. Per la Gen X, che identifica i nati tra la seconda metà degli anni ’60 e la fine dei ’70, il Bnpl è, invece, probabilmente uno strumento di gestione delle spese. Permette loro di pianificare i pagamenti (e di fare fronte a quelli imprevisti) senza prosciugare il conto corrente.
I big player
Tra i principali operatori specializzati vi è Klarna. La società di origini svedesi è approdata nel nostro paese nel 2020 e si è rapidamente imposta sul mercato nostrano, con un tasso di crescita annuo superiore al 160%. Oggi conta collaborazioni con oltre 10mila brand e un totale di 2 milioni di consumatori. Molto conosciute sono anche Scalapay, fondata nel 2019 da Simone Mancini e Johnny Mitrevski, e Soisy, che è specializzato nell’ecommerce.
L’ingresso nel B2B
Il successo del Bnpl è tale che si sta diffondendo anche nel B2B. Tra le prime a muoversi in questa direzione nel nostro paese vi è Opyn. La fintech, attiva dal 2012, ha di recente lanciato un servizio specificatamente dedicato alle imprese. In questo caso a fruire della dilazione del pagamento non è cioè il consumatore finale ma un’azienda, che può acquistare on line o off line. Il sistema è, almeno in teoria, win win: il buyer suddivide il pagamento senza interessi o costi aggiuntivi, il merchant può offrire ai clienti uno strumento di pagamento utile e differenziante.
Le opportunità per le pmi
La conferma delle potenzialità del Bnpl arriva da una ricerca condotta da Opyn su un campione di 554 persone che operano, con ruoli apicali, nelle pmi italiane. Oltre il 70% ha, infatti, espresso una valutazione positiva dello strumento, che viene apprezzato per due motivi: da un lato consente di aumentare lo scontrino medio e la frequenza di acquisto della clientela attuale, dall’altro lato aiuta a intercettare nuove fasce di clientela, allargando così il bacino di riferimento.
Il rischio di sovraindebitamento
Tutto bene, dunque? Alcune criticità vi sono, soprattutto lato consumer. Emerge, cioè, il pericolo che i consumatori possano attivare svariati prestiti nello stesso lasso di tempo e non siano, poi, in grado di pagare nei tempi stabiliti. Insomma, il rischio di sovraindebitamento, e dunque di insolvenza, può diventare – in particolare per i target meno avvezzi alla gestione finanziaria – elevato.
Iscriviti alla newsletter “Whatever it Takes” di Federico Fubini. Dati, fatti e opinioni forti: le sfide della settimana per l’economia e i mercati in un mondo instabile. Ogni lunedì nella tua casella di posta.
E non dimenticare le newsletter L’Economia Opinioni”
e “L’Economia Ore 18”
.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
, 2022-11-24 17:39:00, In Italia la modalità di pagamento “Buy now pay later” nel 2021 è cresciuto del 134% e anche il 2022 dovrebbe chiudersi a tre cifre. Il sistema consente ai consumatori di rateizzare una spesa, senza costi aggiuntivi di gestione e senza interessi, Anna Zinola