Pagelle F1 Gp Messico, Verstappen 10, il padre da zero. Ferrari da 4

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di Flavio Vanetti

A Città del Messico Max Verstappen centra la 34ª vittoria e supera Michael Schumacher e Sebastian Vettel in quelle stagionali. Zero a suo padre

Ormai in rotta verso un altro mito della F1 da sorpassare – parliamo di Ayrton Senna, distante 7 vittorie dalle sue 34 –, Max Verstappen continua a macinare successi e record. L’autodromo dedicato ai fratelli Rodriguez, nel centro sportivo della Magdalena Mixhuca, già parco olimpico nei Giochi 1968, lo fa diventare il pilota con il maggior numero di primi posti in una stagione: sono 14 – uno in più di Michael Schumacher e Sebastian Vettel – e non è finita perché restano Brasile e ad Abu Dhabi per aggiornare il record. Un dominatore rispetto a una concorrenza aggiogata, pallida e impotente.

Max Verstappen: 10 all’ennesima potenza

Abbiamo esaurito le varianti dei voti dell’eccellenza, ora possiamo solo dire che la superiorità di Verstappen tende all’infinito. Chiamiamolo Terminator, perché Max del feroce cyborg interpretato da Arnold Schwarzenegger nel film di James Cameron riproduce la spietatezza. Solo che quello colpiva nel passato, previo viaggio nel tempo, mentre l’Olandese Volante agisce nel presente. E sono guai per tutti. A scanso di equivoci e del pensare che è facile fare la voce grossa con una macchina straripante, è il caso di ricordare che Max-Terminator a Città del Messico ha aggiunto la straordinaria capacità di gestire il degrado delle gomme medie per fare due soste e fregare le Mercedes che avevano immaginato un suo terzo pit stop. Infine, lo start è stato un «clinic» di come si deve partire dalla pole su una pista che già alla prima curva offre una grossa chance agli inseguitori: Verstappen ha lasciato, senza scomporsi, che Russell portasse il suo attacco e l’ha mandato a cuccia con una staccata perfetta. Da lì in poi, solo un monologo.

Bernie Ecclestone: 10

Si vuole che dietro la blanda punizione inflitta alla Red Bull per gli esuberi rispetto al budget cap ci sia il vecchio padrone del Circus, molto in sintonia con Chris Horner, team principal dei bibitari. E c’è chi si stupisce e si scandalizza, dimenticando che Ecclestone, al limite ricoprendo il ruolo del convitato di pietra, sarà sempre presente nella «sua» F1 finché madre natura non farà il suo corso. E poi, scusate, non è da sempre soprannominato il Padrino?

Lewis Hamilton: 7,5

Battuto di 15 secondi — un’enormità che di solito era lui a infliggere —, alla fine ammette che la scelta delle «scarpe» (alias gomme) non è stata la migliore per una camminata tanto impegnativa. Un po’ se la prende con il team, un po’ con sé stesso, ma la verità è che anche con soluzioni diverse sarebbe stato un bel rebus sconfiggere l’olandese. Lewis ha avuto il merito di provarci, di insistere e di restare il più possibile attaccato all’uomo in fuga: ma a Max ha potuto fare solo il solletico ed è sempre più probabile che il re delle scorse stagioni chiuda il 2022 a secco di primi posti.

Sergio Perez: 7

Tutto era apparecchiato per il trionfo davanti all’oceanico pubblico di casa, ma anche se guida a sua volta una RB18, a Perez manca la stoffa che ha il compagno di squadra. Anche in questo Gp il confronto è stato netto, ma se non altro Sergio ha strappato con la volontà un podio che gli ha permesso di ricambiare la passione della sua gente.

Daniel Ricciardo: 7

Il redivivo. Il pilota già giubilato e fino ad oggi rassegnato che tira una zampata d’orgoglio centrando un settimo posto di valore perché è nato anche da una scelta strategica azzeccata: prima le medie (usate per 44 giri!), poi la gestione perfetta e non facile delle morbide per arrivare al traguardo, riuscendo anche ad annullare i 10 secondi di penalità per aver spinto fuori pista il povero Tsunoda, l’unica cavolata commessa dal canguro ritrovato. La McLaren, a punti anche con Norris (voto 6), lo ringrazia perché riduce a -7 lo scarto dall’Alpine nella lotta per il quarto posto tra i costruttori.

Zhou Guanyu: 7

Il cinese dell’Alfa Romeo non chiude nel «top 10», ma gli fa a lungo la corte e si dimostra protagonista nelle battaglie che si svolgono dal centro classifica alle retrovie, l’unica zona «calda» di un Gp che ha regalato invece poche emozioni al vertice e che è stato uno dei più barbosi dell’annata. Zhou Guanyu si permette anche il lusso di rifilare a Sebastian Vettel un sorpasso-tranvata che il quattro volte iridato non ricorderà con piacere.

Valtteri Bottas: 6/7

Dopo 10 gare torna a rivedere la zona punti. Ne centra solo 1, con il decimo posto, ma è un po’ di luce dopo tanto buio. Il Bottas d’inizio stagione, che pareva ringalluzzito, è un ricordo ben lontano, però il Messico ha proposto almeno un pilota che ci prova, anche se – per dirne una – non è riuscito a passare Alonso quando pareva essere più veloce di lui. Il furore di Valtteri rimane sempre… alla camomilla.

George Russell: 6

Per la sesta volta nella stagione chiude al quarto posto – la stessa posizione che ha nel Mondiale –, ma essendo partito dalla prima fila è un bilancio appena sufficiente. La legnata di Verstappen sullo scatto deve averlo traumatizzato, poi si è limitato a un compitino migliorato solo dal record sul giro nel finale (utile per la Mercedes nella lotta con la Ferrari per il secondo posto tra i costruttori).

Mercedes: 5

È facile dirlo con il senno di poi, d’accordo: ma l’impressione è che gli uomini della Stella avrebbero dovuto tentare, almeno con Russell, una strategia differente sul fronte delle gomme per capire se Verstappen fosse attaccabile per altre vie. Agli ex dominatori è venuta forse meno anche la fantasia?

Carlos Sainz e Charles Leclerc: 5

Dove vai se la Ferrari non ce l’hai? I due «Carlo» del Cavallino devono esserselo chiesto una volta scesi dalle rispettive monoposto, disperse nella terra di nessuno di un Gp davvero inquietante per la scuderia di Maranello. Leclerc, bastonato in ragione di 1 minuto da Verstappen, aveva poi lo sguardo di chi aveva appena visto l’uomo nero: «Mi è venuto in mente il ricordo di Spa», ha detto con aria stralunata. Il mostro del Belgio che divorò la Rossa.

Ferrari: 4

Continua la discesa a picco, la voglia di ripartenza, annunciata e promessa mesi fa, è rimasta un pio sogno affogato in difficoltà che abbracciano troppi settori. La Ferrari sembra alla deriva e ha perso anche il tocco in qualifica che l’aveva contraddistinta nella stagione. Brutto affare: la Mercedes è a 40 punti di distacco e si prepara a mettere le frecce di sorpasso per essere lei la vice-Red Bull.

Alpine: 4

A furia di provarci, riuscirà a perdere il quarto posto nel Mondiale. Alonso (inferocito come una pantera perché stava guidando da 8) è stato tradito dall’ennesimo flop meccanico. E Ocon è rimasto intrappolato tra le due McLaren: butta male.

Jos Verstappen: 0

Il padre di Max, del quale si ricordano soprattutto le attitudini manesche e il rischio di finire arrosto nel 1994 a Hockenheim quando la sua Benetton si incendiò durante il pit stop, ha imposto al figlio il silenzio stampa perché irritato dalle critiche mosse al verdetto troppo blando della Fia. Il bello, anzi il grave, è che la Red Bull si è adeguata, accettando di prendere ordini da lui. Bisognerebbe introdurre lo schema Nba: chi si rifiuta di parlare prende una multa salata.

31 ottobre 2022 (modifica il 31 ottobre 2022 | 12:14)

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, 2022-10-31 11:14:00, A Città del Messico Max Verstappen centra la 34ª vittoria e supera Michael Schumacher e Sebastian Vettel in quelle stagionali. Zero a suo padre, Flavio Vanetti

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