Palermo, chiede voti ai boss: arrestato Francesco Lombardo (FdI). È il secondo candidato in pochi giorni

Palermo, chiede voti ai boss: arrestato Francesco Lombardo (FdI). È il secondo candidato in pochi giorni

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di Lara Sirignano

In manette l’esponente di Fratelli d’Italia, che sostiene il sindaco del centrodestra Roberto Lagalla. In carcere con il boss Vincenzo Vella. Decisiva un’intercettazione dello scorso 28 maggio. Nei giorni scorsi l’arresto di Pietro Polizzi di Forza Italia

Una nuova bufera si abbatte sulle elezioni comunali di Palermo di domenica prossima. A due giorni dall’arresto, per scambio elettorale politico mafioso del candidato al Consiglio comunale di Forza Italia Pietro Polizzi, finisce in cella con le stesse accuse, Francesco Lombardo, aspirante consigliere comunale di Fratelli d’Italia che sostiene il candidato sindaco del centrodestra Roberto Lagalla. Lombardo, ex consigliere comunale a Villabate, è stato arrestato insieme al boss Vincenzo Vella, condannato tre volte per associazione mafiosa e ora libero solo perchè, per un vizio di forma, la corte d’appello di Palermo un anno fa ha annullato la sua ultima condanna a 20 anni.

Come nell’inchiesta di inizio settimana, anche in questo caso, a incastrare il candidato è una intercettazione. Un trojan piazzato nel cellulare del capomafia di Brancaccio ha «ascoltato» la sua conversazione con Lombardo. I due si sono incontrati nel negozio di ortofrutta del mafioso ed è lì che il candidato avrebbe chiesto il sostegno elettorale del boss. L’indagine è coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Guido. Il contenuto dell’intercettazione è stato trasmesso immediatamente dalla polizia ai pubblici ministeri che in tempi strettissimi, vista l’imminenza del voto, hanno chiesto e ottenuto dal gip la misura della custodia cautelare per entrambi gli indagati. Analoga sorte giudiziaria e analoga inchiesta in tempi record, avevano riguardato Polizzi, intercettato il 10 maggio mentre diceva al costruttore mafioso Agostino Sansone, storico alleato del padrino corleonese Totò Riina, «se sono potente io, siete potenti anche voi», per gli inquirenti una frase emblematica dell’impegno assunto dal candidato davanti al clan, in cambio di voti.

Nella richiesta di misura cautelare allora la Procura aveva sottolineato l’urgenza dell’intervento investigativo, strumentale ad evitare l’inquinamento del voto di domenica prossima. Il tema mafia e il pericolo di infiltrazioni criminali nell’elezione del successore di Leoluca Orlando hanno accompagnato tutta la campagna elettorale. Dalle polemiche dell’endorsement riservato dall’ex governatore Totò Cuffaro e dall’ex senatore azzurro Marcello Dell’Utri, condannati per rapporti con Cosa nostra, a Lagalla, alle dichiarazioni di esponenti del centrodestra sulla presenza del figlio di un mafioso nelle liste del Pd. Accuse restituite al mittente dal candidato sindaco dell’area progressista Franco Miceli e dallo stesso aspirante consigliere comunale con scomode parentele che ha rivelato di aver troncato i rapporti col padre da tempo e di prestare servizio nell’esercito dopo aver giurato fedeltà alla patria da oltre 20 anni.

10 giugno 2022 (modifica il 10 giugno 2022 | 17:51)

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, 2022-06-10 19:35:00, In manette l’esponente di Fratelli d’Italia, che sostiene il sindaco del centrodestra Roberto Lagalla. In carcere con il boss Vincenzo Vella. Decisiva un’intercettazione dello scorso 28 maggio. Nei giorni scorsi l’arresto di Pietro Polizzi di Forza Italia, Lara Sirignano

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