di Pierfrancesco Catucci
La stella della Nazionale, ora al Vakifbank Istanbul, condurr al fianco di Amadeus la serata del Festival del 9 febbraio. La sua storia, tra vittorie, coming out e polemiche
La musica ce l’ha nel sangue Paola Egonu. La musica la tranquillizza quando serve. O la carica prima di una partita. E quando mi sveglio con la testa poco lucida, o con molti dubbi su me stessa, la musica mi aiuta a ricordarmi che sono forte, indipendente, solare, e ce la posso fare. Non solo palloni da schiacciare a 100 all’ora per la campionessa che da tempo guarda oltre i palazzetti di volley. Quelli turchi, nella stagione in corso con la maglia del Vakifbank Istanbul, quelli di tutto il mondo con quella azzurra della Nazionale. La nuova sfida si chiama Sanremo 2023. Egonu sar sul palco dell’Ariston gioved 9 febbraio (cinque giorni dopo il derby d’alta classifica con l’Eczacıbasi) al fianco di Amadeus, nell’inedito ruolo di co-conduttrice della rassegna pi famosa d’Italia.
Ruolo inedito fino a un certo punto, perch non la prima volta di Paola Egonu fuori dalla comfort zone pallavolistica. Nel 2020 prest la voce a Sognaluna, uno dei personaggi del film d’animazione Soul (Pixar e Disney) e a ottobre 2021 affianc Nicola Savino alla conduzione di una puntata delle Iene. In quell’occasione raccont quanto fosse difficile essere Paola Egonu: La pressione pu schiacciarti, ovviamente questo fa parte del gioco: trasformare la difesa in attacco. Questo mi piace. Quello che non mi piace sono le etichette che la gente mi appiccica addosso. Chi preferisce giudicarmi per chi amo, per il colore della mia pelle, per il mio passaporto. Se proprio volete giudicarmi, fatelo con l’unica etichetta che mi appartiene: libera.
La pressione pu schiacciarti — dunque — e per un attimo ha rischiato di schiacciare anche lei (pi abituata a schiacciare palloni che a essere schiacciata). Sono trascorsi solo tre mesi dalla finale per il bronzo mondiale vinta dalle azzurre contro gli Stati Uniti. il 15 ottobre 2022 ed appena caduto l’ultimo pallone. Paola Egonu si inginocchia, stringe in un abbraccio l’amica-compagna Monica De Gennaro. Piange. Poi va verso gli spalti, incrocia il suo agente e sfoga tutta la rabbia accumulata nelle ultime ore: Basta, la mia ultima partita in Nazionale. Mi hanno addirittura chiesto se fossi italiana (un imbecille sui social, ndr). Poi ritratta: Ho solo bisogno di una pausa, non mi fermo da anni. Sono stanca.
Vola in Turchia, lontano dalle discussioni sul suo ruolo in quella Nazionale da cui tutti si attendevano una medaglia d’oro. Ancora una volta per uscire dalla comfort zone (a Conegliano aveva vinto tutto) e provare un’esperienza di vita diversa. Che possa farla crescere. E poi tornare in Nazionale: all’Europeo che comincia a Ferragosto all’Arena di Verona ci sar. Cos come, con ogni probabilit, ci sar quasi tutta la squadra campione d’Europa nel 2021 e bronzo mondiale a ottobre 2022. Certo, le frizioni nello spogliatoio degli ultimi giorni mondiali, figlie della delusione per una semifinale giocata al di sotto delle aspettative (non solo) dalla campionessa azzurra, vanno risolte prima di cominciare l’estate che conduce alla qualificazione alla prossima Olimpiade, ma impossibile pensare a un’Italia femminile senza il suo simbolo. Simbolo riconosciuto anche dal Cio a Tokyo che le affid l’incarico di portabandiera del vessillo a cinque cerchi.
Trovare una definizione per Paola Egonu davvero difficile. A me piacciono le persone, il genere conta poco ha detto pi volte. Nelle ultime interviste parlava della storia con il collega polacco Michal Filip, con cui aveva poi condiviso le vacanze prima del Mondiale e con cui ora pare sia finita. Ma prima era stata legata all’ex compagna di squadra Kasia Skorupa, con un coming out affidato al Corriere nel 2018 che fece scalpore. Nell’intervista in cui raccontava dell’ultimo impegno sentimentale aggiungeva anche: Non mi chieda se un uomo o una donna, non ha importanza. Sono innamorata, felice e spaventata.
Lei, nata in provincia di Padova da genitori nigeriani (suo pap faceva il camionista a Lagos, sua mamma l’infermiera a Benin City), alle sue origini ha sempre tenuto moltissimo, a maggior ragione quando ha dovuto indossare la corazza e difendersi da biechi insulti razzisti: L’Italia non un Paese razzista. A volte noto ignoranza, che diverso, e un po’ di superficialit. Negli anni, dopo aver anche pensato di farsi suora (come la zia), quando ha cominciato a giocare a pallavolo ha anche iniziato a stracciare record: dal numero di punti in una partita (46 nella semifinale del Mondiale 2018) all’attacco pi forte mai registrato in campo femminile (112,7 chilometri orari nella finale dell’ultima Nations League).
Forte. Forse questa definizione, intesa nel senso pi celentanesco del termine, potrebbe andare bene per raccontare Paola Egonu.
(modifica il 15 gennaio 2023 | 18:24)
© RIPRODUZIONE RISERVATA