Paolo Cognetti: Ai giovani dico, fate fatica e abbiate coraggio se volete riuscire

Paolo Cognetti: Ai giovani dico, fate fatica e abbiate coraggio se volete riuscire

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i consigli dell’autore

di Anna Maria Catano

Paolo Cognetti: «Ai giovani dico, fate fatica e abbiate coraggio se volete riuscire» Paolo Cognetti,autore di ‘Le otto montagne’

Un fenomeno editoriale da oltre un milione di copie. Eppure lontano anni luce dallo star system digitale, da quei follower che taluni ritengono indispensabili per avere successo. I libri di Paolo Cognetti, classe 1978, sono tradotti e venduti in una quarantina di Paesi. Ma lui i social proprio non li utilizza. Milanese, viaggiatore, penna raffinata, racconta una cultura alpina che sta scomparendo. Le otto montagne, Einaudi, dopo aver vinto lo Strega nel 2017, sono anche un film cult tra gli appassionati. “La montagna non solo neve e dirupi, creste, torrenti, laghi, pascoli. La montagna un modo di vivere la vita. Un passo davanti all’altro, silenzio, tempo e misura”.
Arriva con Lucky, l’amico border collie al guinzaglio, ci sediamo su una panchina. Scrivo da quando ho 18 anni ma con la scrittura non riuscivo a mantenermi. Ho fatto il documentarista, il montatore video, l’insegnante, il traduttore, il cuoco, il barista. Solo a 38 anni ho cominciato a vivere dei miei libri. Oggi mi leggono in Olanda, Belgio, Francia, Germania. Bello sentirsi uno scrittore europeo
.

All’universit hai frequentato matematica, poi la Scuola di Cinema a Milano, hai vissuto a New York. Ma scrivi di boschi e di solitudini.

La matematica doveva essere il mio percorso. Poi durante l’adolescenza arrivata la letteratura. Cos ho deciso che non potevo fare le due cose insieme. Il cinema stato un buon modo per trovare un lavoro in fretta. New York arrivata perch ci affidarono un documentario sugli scrittori newyorkesi. E me ne sono innamorato. E’una Milano pi grande. Una citt che corre, che ti contagia. Piena di energia.

Il contrario della montagna che fatica, isolamento, vita frugale…

Sono due met complementari, di entrambe ho bisogno. Una parte di me deve camminare, faticare, stare all’aria aperta, lavorare con le mani. In citt ci sono le librerie, il cinema, gli incontri. Stagioni diverse della vita.

Perch la conclusione del tuo libro cos amara?

Racconto la fine della civilt alpina. Ormai in montagna si fanno lavori da cittadini. Il piccolo alpeggio non esiste pi.

Oggi l’85% di chi lavora in quota fa turismo..

Direi di s. Tutti i miei amici — dal maestro di sci, ai gattisti, a chi affitta — gravitano intorno a quel mondo.

Il difficile rapporto con tuo padre. Quanto pesa la figura paterna nella crescita di un adolescente?

Mio padre, fisico, era spesso via, assorbito dal lavoro, stanco, nervoso. La montagna era l’unico luogo dove io riuscito a vederlo allegro, rilassato. Verso i 18 ho avuto uno scatto di rivolta rabbiosa che mi ha fatto decidere che non volevo passare 40 anni della mia vita in un ufficio.

Otto montagne, otto mari. Meglio circumnavigare o scalare la vetta?

Questa la Domanda. Io, pur essendo un viaggiatore, credo di aver sempre saputo qual la mia montagna, cio la scrittura. Non mi sono mai distratto nella ricerca di altre strade.

Oggi sembra che non si possa esistere senza esibirsi continuamente. Perch tu preferisci non utilizzare i canali social?

Gli scrittori sono una razza particolare, in molti, da sempre, scelgono di vivere appartati.

Come cambia la vita quando si diventa famosi?

Diciamo che dopo aver tribolato tanti anni per i soldi poter vivere dei miei libri un aspetto che mi gratifica. Per al contrario conoscere persone nuove diventato difficile.

Che effetto fa vedersi sul grande schermo?

Una troupe di 70 persone all’opera, in quota, stato un grande regalo. Un libro nasce nella solitudine, il film una grande macchina che si mette in modo. Luca Marinelli salito in val d’Aosta con me, siamo diventati amici, abbiamo vissuto la quotidianit.

Cos’ la felicit del lupo?

La felicit di cui parlo ha molto a che fare con la felicit del cambiamento, della scoperta, dell’esplorazione. Mi sempre piaciuto imparare cose diverse. I due anni in cui ho fatto il cuoco in rifugio sono stati divertentissimi, cos come imparare a lavorare il legno.

Il segreto del tuo successo?

Una grande disciplina. Non mi ha mai spaventato la fatica. Il coraggio d’inseguire i sogni. I ragazzi di oggi sono timorosi, evitano le sfide difficili.

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28 feb 2023

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