Paolo Crepet: Chi spara ad un animale rischia il carcere, chi spara ad una docente prende nove in condotta. Che scuola è?

Il noto psichiatra Paolo Crepet, ospite oggi, 30 giugno, a Unomattina Estate, su Rai1, parlando della tragedia di Primavalle, ossia dell’omicidio di una studentessa 16enne trovata morta ieri vicino a dei cassonetti, ha discusso in maniera più ampia a proposito del ruolo della scuola.

La scuola è davvero fallita?

“Ci sono bambini che si comportano da adulti e adulti indifferenti. Ci si uccide per nulla. Le città sono piene di alcol e droga, ci sono ragazzini che vanno in coma etilico”, ha esordito con amarezza. “Logica dello sballo? C’è un grande vuoto dietro. Nella scuola non esiste più un senso di autorevolezza, non è più un luogo dove ci si forma e si studia, si prende un diploma che apre la vita. Adesso non è più così”, ha aggiunto.

Ed ecco un forte riferimento alla vicenda della docente colpita da pallini provenienti da una pistola ad aria compressa, in cui i responsabili del gesto, prima dell’intervento del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, sono stati promossi con voti alti in condotta: “Se si spara ad un animale si incappa in una multa che arriva a 30mila euro col rischio di andare in carcere, se si spara ad una docente si prende nove in condotta. Che scuola è?”.

I genitori “giovanili” sono dannosi

Infine, l’esperto ha ribadito ciò che pensa sui genitori di oggi, il cui comportamento, spesso, è dannoso per i figli, che si ritrovano con un vuoto educativo: “Genitori infantili, vogliono essere più giovani dei propri figli, è una gara a chi è più adolescente. Un ragazzino ha bisogno di un capitano, non di un ragazzetto che lo imita. Dall’altra parte poi si esige che i ragazzi abbiano delle responsabilità. A 16 anni si vogliono avere 40 anni, e viceversa. Possiamo fare in modo che i padri facciano i padri e le madri facciano le madri? Se una madre fa l’influencer, cosa può capire una ragazzina? Se il padre è uno youtuber, come si fa a capire chi è che comanda? L’educazione non è democratica, a 13 anni bisogna essere condotti, da una critica, ma anche da un sorriso”, ha concluso Crepet.

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