Il pontefice parla allo stadio dei Martiri, davanti a 65 mila tra giovani e catechisti. Esorta a difendersi dalla dipendenza dall’occultismo e dalla stregoneria, che rinchiudono nei morsi della paura, della vendetta e della rabbia
Dal nostro inviato a Kinshasa
Guardatevi dalla tentazione di puntare il dito contro qualcuno, di escludere l’altro perch di un’origine diversa dalla vostra, dal regionalismo, dal tribalismo che sembrano rafforzarvi nel vostro gruppo e invece rappresentano la negazione della comunit. Sapete come succede: prima si crede ai pregiudizi sugli altri, poi si giustifica l’odio, quindi la violenza, alla fine ci si trova nel mezzo della guerra. Francesco sillaba ancora quella parola, comunit, allo stadio dei Martiri sono arrivati 65 mila giovani e catechisti, l’immagine di un Paese in crescita che ha un’et media di 19,8 anni e secondo le proiezioni passer nel 2050 dai 105 attuali a 170 milioni di abitanti, pi in generale l’Africa avr nel 2050 un quarto degli abitanti della Terra, in Europa saranno il 5 per cento, spiega il missionario comboniano Giulio Albanese.
Di l dagli orrori del presente, il futuro in queste terre: Giovane che sogni un futuro diverso, dalle tue mani nasce il domani, dalle tue mani pu venire la pace che manca. Le parole del Papa suonano come una scossa a un Paese che ha definito depredato, ostaggio di potenze straniere ed entit interne ed esterne che saccheggiano le enormi ricchezze naturali, di guerriglia e scontri tribali che propiziano gli affari. Eppure il futuro nelle mani di ciascuno: Chiediti allora: a che cosa servono queste mie mani? A costruire o a distruggere, a donare o ad accaparrare, a amare o a odiare? Vedi, puoi stringere la mano e chiuderla, diventa un pugno; oppure puoi aprirla e metterla a disposizione di Dio e degli altri. Sta qui la scelta fondamentale, fin dai tempi antichi, da Abele e Caino.
La metafora della mano accompagna la riflessione del Papa intorno ai cinque ingredienti, uno per ciascun dito, necessari a costruire un futuro migliore. Nella Repubblica Democratica del Congo, i cristiani tendono al novanta per cento e i cattolici sono la met della popolazione, cos Francesco parla anzitutto della preghiera, l’arma pi potente che ci sia, perch chi prega supera la paura e prende in mano il proprio futuro, aggiunge il pontefice con un’espressione notevole: Ges ha vinto il male, non dimenticarti di guardare il suo volto, il volto di un Dio giovane, vivo, risorto!. E poi c’ la comunit, il Papa esorta i giovani a guardarsi dalla dipendenza dall’occultismo e dalla stregoneria, che rinchiudono nei morsi della paura, della vendetta e della rabbia e da falsi paradisi egoisti, costruiti sull’apparenza, su guadagni facili o su religiosit distorte, ma soprattutto ad andare oltre il tribalismo, in un Paese a maggioranza cristiana ma diviso in pi di duecento etnie e odii ancestrali: Hai mai parlato con le persone degli altri gruppi o sei sempre stato chiuso nel tuo? Hai mai ascoltato le storie degli altri, ti sei avvicinato alle loro sofferenze? La via che Dio indica per costruire un mondo migliore passa dall’altro, dall’insieme, dalla comunit.
Il terzo punto l’onest, mantenere le mani pulite, mentre le mani che trafficano soldi si sporcano di sangue, scandisce Bergoglio: Diciamo insieme: no alla corruzione. Se qualcuno ti allungher una busta, ti prometter favori e ricchezze, non cadere nella trappola, non farti ingannare, non lasciarti inghiottire dalla palude del male. Non lasciarti vincere dal male, non credere alle trame oscure del denaro, che fanno sprofondare nella notte, vinci il male con il bene!. E, ancora, il perdono: Perdonare vuol dire saper ricominciare. Non significa dimenticare il passato, ma non rassegnarsi al fatto che si ripeta. cambiare il corso della storia. Infine, la capacit di servire: Cosa posso fare per gli altri? Servire non restare con le mani in mano, mobilitarsi. Le ultime parole del Papa suonano come una consegna: Tanti si mobilitano perch calamitati dai propri interessi. Voi non abbiate paura a mobilitarvi nel bene, a investire nel bene. E non abbiate paura di far sentire la vostra voce, perch non solo il futuro, ma anche l’oggi nelle vostre mani: siate al centro del presente.
2 febbraio 2023 (modifica il 2 febbraio 2023 | 12:26)
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