di Giuseppe Alberto Falci
Il leader di Italexit: «Il nostro slogan sarà: “Io non dimentico”. Io non dimentico quelli che dicevano no all’Euro, no al partito di Bibbiano, no agli sbarchi»
È stato vicino alla Lega ma ora attacca il Carroccio: «Vogliamo ricordare
a Salvini, quando parla di sbarchi, che il suo ministro dell’Interno si chiamava Lamorgese?». È stato grillino ma adesso considera il Movimento «imbarazzante, ipocrita» . E Giuseppe Conte? Manco a dirlo, anche l’avvocato del popolo «è imbarazzante».
Gianluigi Paragone ritiene invece, lui sì, di essere rimasto coerente in modalità «antisistema», a maggior ragione adesso che guida un contenitore che si chiama Italexit. Obiettivo: ridare sovranità al Belpaese, e perché no, spingerla fuori dall’Europa. Ci riprova, insomma, Paragone, nato a Varese, classe ’74, giornalista, già direttore della Padania , un’esperienza da conduttore tv L’ultima parola e La gabbia, due programmi che danno voce alle forze anti-sistema e al populismo di ogni colore. E, infine, la discesa in campo con il Movimento 5 Stelle nell’anno in cui i pentastellati hanno ottenuto il 34% dei consensi.
È il 2018, il M5S siede al governo con la Lega, realizzando il sogno di Gianluigi: due forze antisistema a Palazzo Chigi per sconquassare gli equilibri della politica nazionale ed europea. Paragone si accorge subito, però, che qualcosa non va: «Al governo abbiamo fatto cose buone, ma siamo diventati giacca e cravatta» dice in un’intervista al Corriere all’indomani delle Europee del 2019 quando il M5S perde per strada sei milioni di voti. «Doveva essere una legislatura antisistema ma le forze antisistema si sono piegate al sistema governando con Mario Draghi».
Nel 2020 Paragone viene cacciato dal Movimento perché vota contro la legge di Bilancio che i pentastellati scrivono con il Pd. Da quel momento in poi fonda un partito, Italexit . Parole chiave: euroscetticismo, sovranismo, made in Italy. Di più: quando esplode la pandemia esprime la sua contrarietà al green pass, all’obbligo vaccinale, a tutte le restrizioni introdotte dal governo. Insomma, prova a intercettare l’onda no vax che impazza nel Paese. «Su questo siamo intransigenti, non vogliamo sentire parlare né di certificato verde, né di obbligo vaccinale». Ha il Covid e ci mette un mese per negativizzarsi. Tuttavia la sua posizione non cambia: «Non mi vaccino, sono un free vax» dichiara. Non accetta di esibire il green pass per entrare in Parlamento. Cavalca le posizioni di chi fuori dal palazzo manifesta «contro la dittatura sanitaria». Paragone no vax? Si oppone a questa tesi: «Siamo talmente aperti alla discussione che vogliamo due commissioni di inchiesta sul Covid e sui vaccini». Non importa che i morti, solo in Italia, abbiano superato quota 170 mila e che i vaccini abbiano salvato centinaia di migliaia di cittadini. «Noi ci rivolgiamo a tutte quelle persone che si stanno ponendo interrogativi».
Si candida a sindaco di Milano, raccogliendo il 2,99%. Non si arrende. Ritiene infatti che le politiche del 25 settembre saranno un’altra storia: «Saremo la vera sorpresa di queste elezioni». «Il nostro slogan sarà: “Io non dimentico”». Ovvero? «Io non dimentico quelli che dicevano no all’Euro, no al partito di Bibbiano, no agli sbarchi». Il riferimento è alla Lega, al M5S e a Luigi Di Maio. La guerra fra Russia e Ucraina? «Noi siamo contrari, abbiamo votato no all’invio di armi». Se vince Meloni ritorna il fascismo? «Il fascismo vero l’ho visto in questi anni fra Roma e Bruxelles. A proposito ritorno a fare campagna elettorale».
21 agosto 2022 (modifica il 21 agosto 2022 | 23:04)
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, 2022-08-21 21:10:00, Il leader di Italexit: «Il nostro slogan sarà: “Io non dimentico”. Io non dimentico quelli che dicevano no all’Euro, no al partito di Bibbiano, no agli sbarchi», Giuseppe Falci