Rilanciare l’importanza del pluralismo educativo, difendere la libertà di scelta delle famiglie e tutelare il diritto di apprendere dei giovani senza subire alcuna discriminazione. Intorno a queste urgenze sociali si è svolto lo scorso 9 ottobre, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, a Milano, il convegno “Presente e futuro della scuola paritaria, tra sfide e nuove opportunità”. L’evento, promosso da ALTIS Graduate School of Sustainable Management e dal CESEN Centro studi sugli enti ecclesiastici dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, con il patrocinio del Consiglio Nazionale della Scuola Cattolica, è iniziato con i saluti istituzionali di Franco Anelli, Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e di Vito Moramarco, Direttore di ALTIS Graduate School of Sustainable Management. Ha preso parte ai lavori anche il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara: «Quando parliamo di libertà educativa, oltre che all’articolo 33 della Costituzione, dobbiamo fare riferimento all’articolo 30, che afferma il diritto naturale dei genitori a educare i propri figli – ha dichiarato -. Per questo motivo, lo stato mette a disposizione l’istruzione pubblica che si basa su un sistema integrato tra scuole statali e paritarie».
«Il nostro obiettivo – ha proseguito il Ministro Valditara – è quello di rafforzare questo sistema per valorizzare tutte le realtà educative affinché siano messe nelle condizioni di avere le stesse opportunità. Anche per questo una quota dei fondi stanziati dal PNRR, pari a 150 milioni di euro, saranno destinati alle scuole paritarie». Il ministro ha poi annunciato: «L’altro grande passaggio per la realizzazione di un sistema educativo integrato è l’attuazione di una parità totale fra il docente che insegna nella scuola paritaria e quello che insegna nella scuola statale. Dobbiamo mirare a una educazione e istruzione personalizzata, considerando i ragazzi come dotati di talenti da scoprire e valorizzare, al fine di dare a ciascuno di loro l’opportunità di costruire il proprio futuro», ha concluso.
Le sollecitazioni che il momento storico pone alle scuole paritarie nel sistema educativo italiano sono state evidenziate da più punti di vista.
Andrea Perrone, Ordinario di Diritto commerciale all’Università Cattolica del Sacro Cuore e Direttore del CESEN ha per esempio osservato: «Per rispondere alle urgenze del momento storico e contribuire all’educazione delle nuove generazioni, le scuole paritarie sono chiamate a un salto di qualità. Educare richiede testa e cuore. Ma richiede anche una buona organizzazione, senza la quale la sostenibilità di un’opera educativa rimane esposta a rischi importanti. La nuova disciplina del Terzo settore può aiutare a compiere questo salto di qualità. “Entrare” nel Terzo settore assicura risorse economiche e possibilità di collaborazione attiva con la pubblica amministrazione, ma, nel contempo, richiede adeguata professionalità e trasparenza di azione. Accettare questa sollecitazione è decisivo. Ne va della durata nel tempo di una scuola paritaria e, quindi, della possibilità di continuare a contribuire al bene del Paese».
Suor Anna Monia Alfieri, Legale rappresentante dell’Istituto di Cultura e di Lingue Marcelline, ha aggiunto: «È evidente che il pluralismo educativo, composto da scuole pubbliche statali e scuole pubbliche paritarie, è un patrimonio condiviso, da affrontare, cifre e dati alla mano, per il bene dei cittadini, senza alcuna chiusura di carattere ideologico. Davvero preoccupante è il divario fra il Nord e il Sud, che ha un alto tasso di deprivazione culturale, conseguente alla compressione del pluralismo educativo a conferma che il rischio del monopolio educativo è quanto mai reale. La grave compressione del pluralismo educativo rende la scuola meno competitiva e, quindi, di scarsa qualità. Da qui i gravi danni della dispersione scolastica, del crescente numero dei Neet e di un Sud che si colloca agli ultimi posti Ocse Pisa. La soluzione è garantire il pluralismo educativo attraverso linee di finanziamento certe e progressive pari al 70% del CMS – costo medio studente».
Per Mons. Claudio Giuliodori, Presidente della Commissione Episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università «Il sistema scolastico del Paese ha raggiunto un alto livello di offerta formativa, ma resta ancora incompiuto nel garantire la libertà di scelta da parte delle famiglie e il reale pluralismo dei soggetti dedicati all’opera educativa. La legge 62/2000 è attuata solo parzialmente: se, in linea con il dettato istituzionale riconosce la libertà degli studenti e delle famiglie dall’altra parte non fornisce adeguati strumenti, soprattutto dal punto di vista economico, per un effettivo sviluppo integrato di un sistema scolastico pubblico che possa contare sul contributo di scuole statali e non statali paritarie. La comunità ecclesiale si è molto spesa per sostenere le scuole paritarie, soprattutto grazie alle Congregazioni religiose, ma è giunto il momento di ripensare complessivamente l’impegno educativo della Chiesa all’interno di una collaborazione costruttiva ed efficace con la società civile e le istituzioni governative. Quello nel campo scolastico è un impegno che certamente continueremo a sviluppare sollecitati anche dal Patto educativo globale promosso da Papa Francesco».
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