Non lasciatevi ingannare dal nome, fròcia o froscia che in dialetto siciliano indica la frittata. Già perché questa pasta, in realtà, è proprio una frittata. Fatta, però, con gli avanzi del pasto precedente. Si tratta quindi di un piatto di recupero, particolarmente apprezzato al Sud — dove viene interpretato in maniera sempre diversa, in onore delle tradizioni regionali — poi sdoganato in tutta Italia. E non soltanto.
Sono molte le frittate di pasta. Quella «a fròcia» in particolare è perfetta in questo periodo dell’anno: si prepara al mattino, si impacchetta e si consuma a pranzo sotto l’ombrellone o su un prato di montagna. Ogni famiglia ha i suoi inconfessabili trucchi. Gli appassionati però sanno che esistono due regole imprescindibili. Se non le si rispetta, non si parla più di pasta a fròcia.
La prima consiste nell’usare spaghettini sottilissimi — ad esempio i capelli d’angelo — che intrappolano alla perfezione il sugo. La seconda riguarda proprio il sugo che deve essere rigorosamente e solo di pomodoro. Per il resto a voi la scelta su come prepararla: c’è chi usa l’aglio e chi invece preferisce la cipolla che è più dolce; e poi c’è la questione «numero delle uova da usare» per renderla più o meno saporita; infine l’utilizzo di pangrattato per renderla più croccante. Di seguito la nostra ricetta.
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12 agosto 2022 | 07:33(©) RIPRODUZIONE RISERVATA
, 2022-08-12 12:46:00, Il nome tradisce, ma non è quel che si pensa. La «pasta a fròcia», in realtà, è una prelibatezza della cucina siciliana che nasce dagli avanzi. Un modo per non sprecare nulla e dare vita a un primo piatto gustoso e di sostanza, Fabiana Salsi