di Lorenzo Nicolao
La guardia di sicurezza olandese dal 2019 a oggi ne ha impiantato uno per ogni esigenza, dall’aprire la porta elettronica del garage ai pagamenti contactless. Opportunità per la medicina e rischi per la privacy
Negli ultimi mesi si è diffusa la pratica di pagare attraverso lo smartphone, senza dover ricordare un codice pin né portare con sé la carta di credito. Ora si accarezza l’idea di poterlo fare senza dover ricorrere neanche al telefono, utilizzando un microchip sottocutaneo. Mentre tutto questo appare a molti ancora qualcosa di futuristico, c’è già chi è andato oltre, battendo numerosi record. Il caso più evidente è quello di Patrick Paumen, guardia di sicurezza olandese di 37 anni che negli ultimi tre si è fatto impiantare nel proprio corpo 32 microchip, uno per ogni necessità. Paumen li utilizza per aprire le porte, il cancello di casa, la saracinesca elettronica del garage, per pagare le corse dei mezzi pubblici o per fare shopping nei negozi. Una comodità alla quale non sarebbe più in grado di rinunciare. Intervistato dalla Bbc, l’uomo non ha nascosto il suo entusiasmo per questa tecnologia. «Non so se riuscirei più a tornare indietro. Mi viene da sorridere quando vedo le altre persone prendere il portafogli per pagare, digitare pin sui Pos oppure anche solo utilizzare lo smartphone per eseguire le transazioni. I mezzi si evolvono e per me la scelta migliore è quella di sfruttare tutta la comodità che può offrirci». L’anglopolacca Walletmor, azienda specializzata nell’impiantare microchip sottopelle, ha spiegato che l’operazione non provoca più di un leggero pizzicore, per un chip grande quanto un chicco di riso e pesante meno di un grammo. Si tratta in fondo di piastrine a base di un biopolimero, materiale di origine naturale simile alla plastica. L’Amministratore delegato della società, Wojtek Paprota, ha poi aggiunto che il vantaggio di questa tecnologia riguarda anche la posizione geografica, perché «questi chip funzionano perfettamente senza limiti di spazio, in Europa come in Sudamerica, in Asia come in Australia». La tecnologia è inoltre la stessa di quella dei sistemi contactless già utilizzati e non comporterebbe alcun problema per la salute. Lo stesso Paumen, che si definisce un «Biohacker», si sente tranquillo, relativamente alla sicurezza e alla privacy dei suoi dati personali.
Il primo caso
Quello della guardia olandese è da annoverare tra i casi estremi, ma il pioniere di questa tecnologia era stato già nel 1998 (oltre vent’anni fa) il professore britannico Kevin Warwick, professore di cibernetica che per primo sperimentò un microchip sotto la propria pelle. La tecnologia da allora è molto cambiata e anche l’esperta Theodora Lau ha definito questa pratica sicura e niente altro che un’estensione dell’internet delle cose (IoT). Un sondaggio realizzato sempre dalla Bbc ha inoltre rivelato che, su 4mila cittadini europei intervistati in merito, circa il 51%, oltre uno su due, sarebbe oggi tentato dall’idea di farsi impiantare un microchip per rendere la propria vita quotidiana più comoda.
Vantaggi e rischi
Se gran parte dei possibili clienti di Walletmor, o della britannica Bioteq, azienda che impianta microchip dal 2017, sono tentati soprattutto da un’agevolazione delle proprie attività giornaliere, il potenziale maggiore che possono esprimere i microchip sottocutanei è soprattutto quello rappresentato dall’ambito medico . Sono diversi gli studi sulla possibilità di utilizzare un chip per restituire, attraverso il ripristino di una connessione con il sistema nervoso, la funzionalità a parti del corpo che l’hanno persa a seguito di lesioni. Dalla stessa Bioteq raccontano come questa tecnologia possa essere utile soprattutto alle persone diversamente abili, dando loro la possibilità di aprire semplicemente delle porte o svolgere diverse attività anche da una condizione limitata come quella della sedia a rotelle. Qual è però il prezzo di tutto questo? Certamente la condivisione di dati e informazioni, aspetto sul quale converge la maggior parte dei dubbi etici sulla pratica dei microchip sottopelle. Per ogni vantaggio ci sono dei rischi, soprattutto per la privacy dei singoli individui. Anche in questo caso, come in molti altri, dipenderà dagli utenti, se sacrificare ancora una volta la propria sfera personale in cambio di una comodità che, solo qualche anno fa, era prerogativa dei libri e dei film di fantascienza.
13 aprile 2022 (modifica il 13 aprile 2022 | 11:53)
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, 2022-04-13 22:14:00, La guardia di sicurezza olandese dal 2019 a oggi ne ha impiantato uno per ogni esigenza, dall’aprire la porta elettronica del garage ai pagamenti contactless. Opportunità per la medicina e rischi per la privacy, Lorenzo Nicolao