Il Pd e la battaglia delle primarie senza gentilezza: così sembra due partiti divisi

Il Pd e la battaglia delle primarie senza gentilezza: così sembra due partiti divisi

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di Robrto GressiCon l’acuirsi dello scontro si torna a temere una scissione dopo i gazebo E cos nel Pd torna il tempo, di brechtiana e mortificata memoria, secondo il quale Noi che fummo educati alla gentilezza, noi no, non potemmo essere gentili. Nell’ultima settimana di campagna elettorale per le primarie che decideranno chi sar il nuovo segretario del Pd, le buone maniere finiscono in soffitta, ed ora piuttosto di menare le mani, dopo settimane di sorrisi e lievi punture di spillo. Eccolo Stefano Bonaccini, che spara a palle incatenate: Franceschini, Orlando, Zingaretti, Bettini, Boccia. Coloro che sono stati al governo e hanno guidato il partito in questi anni stanno tutti con Elly Schlein. legittimo, sostengono tutti lei e non sostengono me. Ma non si scherza pi nemmeno dall’altra parte, con le truppe di Elly Schlein che soffiano sul sospetto dell’imbroglio, soprattutto nella Campania di Vincenzo De Luca. Ma soprattutto lei accoltella il governatore dell’Emilia-Romagna: Essere amministratori non una linea politica. Non deve stupire che la sfida si sia fatta violenta, e non c’ bisogno di scomodare Rino Formica, per sapere di che materia sia fatta la politica. La verit che, quasi per assurdo, le elezioni regionali, che hanno visto i dem perdere il Lazio, e nemmeno sfiorare la contesa in Lombardia, hanno detto che il Pd resta comunque l’ultimo bastione dell’opposizione, con i 5 Stelle di Giuseppe Conte ridimensionati e il Terzo polo umiliato. Quindi guidarlo torna a vestire nuovo interesse, anche perch al voto importante, le Europee, manca pi di un anno. Bisogner aspettare questa sera, o domani, per sapere come si chiusa la fase congressuale. Manca ancora il dato finale di Roma e di Milano, prorogato per l’elezione dei governatori. possibile che il largo vantaggio di Bonaccini, ora al 20%, si riduca un po’, ma non in maniera significativa. Contano anche i consensi che riusciranno a raccogliere Gianni Cuperlo e Paola De Micheli, che potrebbero poi tentare di convogliarli verso l’uno o l’altra contendente, o comunque mantenere un ruolo autonomo nell’Assemblea nazionale. E siamo anche alla vigilia di quello che al momento l’unico confronto televisivo previsto tra Bonaccini e Schlein, che domani si sfideranno su Sky con regole di solito previste per schieramenti politici avversari: posizioni in studio definite per sorteggio, risposte scandite da countdown, domande incrociate tra candidati, appello finale. Niente da dire, ma difficile sfuggire alla sensazione che quasi di due partiti si tratti. E detto di una forza politica che ha fatto delle scissioni un suo tratto distintivo, non cosa da poco. La scissione. Le vicende delle ultime settimane sembrano aver affievolito il pericolo. Soprattutto la tenuta alle Regionali, per quanto con il passo del gambero, pare aver rivolto l’interesse sulla necessit di mantenere unito il Pd. Ma resta il fatto che in queste ultime ore, con l’acuirsi dello scontro, si torna a temere questa prospettiva. Un’ala del Pd sospetta non tanto che il leader di Italia viva possa tornare a ipotizzare un rientro, quanto piuttosto che un’eventuale vittoria di Schlein (difficile) possa portare a dire che ora no, ora basta, favorendo magari la nascita di una piccola pattuglia parlamentare riformista che consentirebbe, in prospettiva, di rifornire d’equipaggio la nave corsara di Matteo Renzi, in attesa di manovrare nelle acque agitate del Palazzo. E dalle parti dei Cinque Stelle, nel caso di affermazione di Bonaccini, si spera non certo in un ingresso di una parte di delusi, ma in una destabilizzazione del partito, da sfruttare in chiave elettorale. Dalle parti di Giorgia Meloni si guarda alla sfida con distratto disinteresse, restano le superiori ragioni del governo e semmai preoccupano le fibrillazioni che agitano gli alleati, forse non Matteo Salvini ma certamente Silvio Berlusconi. In caso di vittoria di Schlein potrebbe esserci, in lunga prospettiva, l’insidia del donna contro donna, tutte e due giovani, ma anche il vantaggio dell’incognita sulla tenuta in un partito difficile da pilotare. Se la spuntasse Bonaccini bisognerebbe vedersela con la solidit dell’esperienza, lucrando per su una segreteria meno difficile da decifrare. Ma, per l’appunto, non un dilemma che al momento toglie il sonno. Questi ultimi giorni prima delle primarie diranno molto su come si presenter sulla scena il nuovo Pd. Tra i rischi da non sottovalutare c’ anche quello di un’affermazione di misura di uno dei due contendenti, che potrebbe condannare a una politica balbettante e sempre contestata sulle grandi scelte. Per amore di cronaca, nella poesia di Brecht c’ anche un avvertimento che si ripete nelle strofe: Cos il tempo pass, che sulla terra m’era stato dato. 18 febbraio 2023 (modifica il 18 febbraio 2023 | 22:53) © RIPRODUZIONE RISERVATA , , https://www.corriere.it/rss/politica.xml,

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