Pd, il deluchiano Cascone prima sbattuto fuori e poi reintegrato

Pd, il deluchiano Cascone prima sbattuto fuori e poi reintegrato

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il caso Mezzogiorno, 5 maggio 2022 – 07:30 È nel gruppo “De Luca presidente”, per statuto non può stare in assemblea. L’ira di Santa Lucia e poi la correzione di Simona Brandolini Lo strano caso di Luca Cascone, che tanto strano non è. Nell’arco di 24 ore viene sbattuto fuori e poi reintegrato nell’assemblea regionale del Pd. Ovviamente dopo che a Palazzo Santa Lucia sono partiti strali contro la commissione di garanzia, rea, statuto alla mano, di aver dichiarato decaduto l’uomo forte dei trasporti in Campania, turbodeluchiano di ferro.La commissione di garanzia, riunitasi per verificare la legittimità e i numeri dell’assemblea regionale che dovrebbe (se non arriva un commissario prima) eleggere il nuovo segretario, nella serata di martedì ne aveva deliberato, tra le altre cose, l’esclusione dal consesso. «Cascone attualmente consigliere regionale iscritto al gruppo consiliare denominato “De Luca Presidente”, — si legge — in cui ricopre la carica di vicepresidente, è dichiarato decaduto dalla carica di membro dell’assemblea regionale, ai sensi dell’art. 4, comma 9, dello Statuto nazionale del Pd che stabilisce “le persone appartenenti ad altri movimenti politici o iscritte ad altri partiti politici o aderenti, all’interno delle assemblee elettive, a gruppi diversi da quello del Partito democratico, non possono essere registrati nell’anagrafe degli iscritti e nell’Albo degli elettori del Pd”». Addirittura puntualizzano i componenti che «lo Statuto del Pd non ammette esimenti né eccezioni per chi rientra nella fattispecie indicata». Insomma le regole del partito sono queste, Cascone si metta l’anima in pace. Invece no. Non solo perché per Palazzo Santa Lucia (e dintorni intesi come il vicecapogruppo Piero De Luca) si tratta di un affronto. Ma anche perché i numeri assembleari sono talmente risicati che anche solo un componente a favore vale oro. I numeriSu 225, infatti, ne sono rimasti appena 125 e il quorum per qualsiasi votazione è 120. Insomma basta che 5 manchino all’appello e l’assemblea viene dichiarata sciolta. E il partito automaticamente commissariato. Da qui l’ira funesta. Dopo una rapida riunione e su autorizzazione della segreteria provinciale, e non di una a caso, ma di quella di Salerno, Cascone ieri è stato magicamente reintegrato e la delibera della commissione corretta in autotutela. Ora se non fosse che il Pd, dopo anche l’inchiesta di Pozzuoli, è di nuovo nelle cronache giudiziarie, il caso Cascone sarebbe risibile. Certo è che da più di un mese non ha un segretario, e mentre si tenta, archiviato Stefano Graziano, un accordo su un deluchiano (Gino Cimmino, Rosetta D’Amelio, Nicola Landolfi), il Nazareno nicchia, tentenna. Minacciando un commissario che per ora non c’è. La newsletter di Corriere del Mezzogiorno – CampaniaSe vuoi restare aggiornato sulle notizie della Campania iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccarequi. 5 maggio 2022 | 07:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-05-05 08:06:00, È nel gruppo “De Luca presidente”, per statuto non può stare in assemblea. L’ira di Santa Lucia e poi la correzione,

Pietro Guerra

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