di Paola Di Caro
La direzione Pd è stata riconvocata in serata, dopo vari slittamenti. Le polemiche sull’esclusione di Ceccanti e Pini. Letta blinda il collegio di Casini a Bologna. Anche il centrodestra al lavoro sui nomi
La corsa all’ultima candidatura utile — il termine per la presentazione delle liste scade il 22 agosto — si fa sempre più frenetica e nervosa, drammatica a tratti. Soprattutto per i partiti che sanno di dover ridurre – e di molto – la propria attuale pattuglia, sia per il taglio di un terzo dei parlamentari sia perché, per accordi elettorali, dovranno ospitare candidati di altre forze con cui si sono alleate. È in particolare il caso del Pd , che da domenica doveva tenere la sua Direzione per votare il via libera alle candidature, ma che ha visto slittare l’appuntamento per l’enorme trambusto interno: prima doveva tenersi nella mattinata di Ferragosto, poi è slittata nel primo pomeriggio, infine l’ultimo appuntamento: in serata, alle 20.
«Nessuna tensione, ma fisiologiche discussioni», dicono dal partito, ma è chiaro che il problema c’è. Con alcuni casi pressoché conclamati. L’accusa sotterranea è che si stiano facendo fuori gli esponenti dell’area più riformista, i più «filo-renziani», per fare posto ai nuovi arrivi da Si e Verdi, oltre che da Leu. È esploso infatti il caso di Stefano Ceccanti , costituzionalista, che avrebbe perso il collegio di Pisa dove approderebbe Nicola Fratoianni. Lui, su Twitter, ha spiegato che aspetterà che le decisioni vengano prese prima di commentare, ma intanto ha pubblicato la scheda con tutta la sua (intensa) attività parlamentare. Altri casi aperti quello della deputata emiliana Giuditta Pini, che dopo due legislature potrebbe essere chiamata a fare spazio ad altri: «Aspetto come voi di capire l’ufficialità e le motivazioni nella direzione di domani», spiega ai suoi follower. Domenica aveva lasciato, in polemica con la «linea politica», il pugliese Dario Stefàno, ma sembra in discussione anche la ricandidatura di Emanuele Fiano, punto di riferimento importante del partito democratico presso la comunità ebraica e non solo.
Pare sicuro di un ritorno al Senato invece Pier Ferdinando Casini. Spiega lo stesso segretario Enrico Letta il perché: «In molti collegi uninominali (della regione, ndr), come coalizione, presenteremo candidati non strettamente riconducibili ai diversi partiti» e tra questi appunto ci sarebbe Casini la cui «voce potrebbe dare un contributo importante e utile ad allargare il sostegno intorno a noi e a rendere più efficace il nostro compito a tutela della Costituzione». Ma i nodi sono tanti, con le anime del partito che tirano ciascuna dalla propria parte e il segretario Letta — che dovrebbe candidarsi a Vicenza e come capolista in 5 circoscrizioni — chiamato alla difficilissima mediazione. Non l’unico comunque.
Se infatti da Fratelli d’Italia fanno sapere — senza ancora far trapelare alcun nome — che il lavoro sulle candidature portato avanti dalla stessa Meloni assieme al fedelissimo Francesco Lollobrigida è «in dirittura d’arrivo», e dalla Lega si ipotizzano nomi esterni di giornalisti e comunicatori — tre donne possibili, Annalisa Chirico, Hoara Berselli e Maria Giovanna Maglie —, per Forza Italia si prevedono tempi più lunghi: solo giovedì dovrebbe tenersi la riunione decisiva e finale, con chi lavora alle candidature — Tajani, Bernini, Ronzulli in prima fila, e con Berlusconi che avrà l’ultima parola — per mettere nero su bianco i nomi dei sicuri, di chi dovrà battersi all’ultimo sangue e di chi proprio non ci sarà.
Pochi i nomi di grido della società, ma 3-4 «molto solidi e autorevoli» verranno annunciati. Per gli esclusi, si immaginano molte proteste. Ma da Arcore e dintorni si detta la linea: «Verranno certamente ricandidati coloro che hanno mostrato meriti nel loro lavoro, e non lo saranno tutti quelli non in regola con il pagamento quota». Chi si sta preparando per farlo ora, sappia che è «troppo tardi».
15 agosto 2022 (modifica il 15 agosto 2022 | 15:20)
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, 2022-08-15 13:31:00, La direzione Pd è stata riconvocata in serata, dopo vari slittamenti. Le polemiche sull’esclusione di Ceccanti e Pini. Letta blinda il collegio di Casini a Bologna. Anche il centrodestra al lavoro sui nomi, Paola Di Caro