di Maria Teresa MeliStefano Bonaccini è pronto e scenderà in campo a breve. Elly Schlein è ai nastri di partenza ma non ha ancora sciolto le ultime riserve. Nelle intenzioni di Enrico Letta quello di oggi dovrebbe essere «il giorno dell’orgoglio Pd» ma la verità è che le «difficoltà» dei dem (che il segretario ammette) emergono tutte in questa assemblea nazionale. Il parlamentino del Partito democratico infatti è chiamato a votare un dispositivo che fissi le primarie entro il 19 febbraio, ma…Già c’è un ma, lo illustra lo stesso Letta: «Nel caso in cui la data del voto delle regionali vada a cozzare con quella scelta per le primarie sarà una direzione nazionale a decidere quando tenerle. Ci vuole un po’ di flessibilità». Insomma, per farla breve, primarie il 19 febbraio, ma non è detto.Perché, ad esempio, al Nazareno temono che i gazebo possano rimanere vuoti se le elezioni del Lazio si tenessero una settimana prima e finissero con una batosta elettorale. E questo la dice lunga sullo stato in cui versa in questa fase il Pd che tenta di accelerare i tempi della successione a Letta per non far restare il partito in mezzo al guado. Le correnti, comunque, hanno deciso di votare per questo accordo «flessibile». Ha detto di sì anche la sinistra di Andrea Orlando che era la componente più recalcitrante. Dopo questa Assemblea, dunque, si cominceranno a profilare le candidature ufficiali. Stefano Bonaccini è pronto e scenderà in campo a breve. Elly Schlein è ai nastri di partenza ma non ha ancora sciolto le ultime riserve. La sinistra di Orlando e Bettini, però, non la voterà. Ed è probabile che metta in campo lo stesso ex ministro del Lavoro. 19 novembre 2022 (modifica il 19 novembre 2022 | 11:26) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-11-19 10:08:00, «Dobbiamo allargare il perimetro»,