Pd, Nardella anti Bonaccini e il ticket Bonafè: per il dopo Letta più nomi che idee

firenze-roma 28 settembre 2022 – 07:01 Sul fronte regionale si rafforza l’ipotesi Barnini, ma Giani non vuole rivali per il 2025 di Giorgio Bernardini Partite doppie, destini incrociati: il futuro della segreteria Pd torna a passare da Firenze. Non è un mistero che le ambizioni del sindaco Dario Nardella vadano oltre i confini della sua città. «Legittimamente», dicono i suoi sostenitori indicando la cartina italiana dei collegi elettorali con quel puntino rosso all’altezza di Palazzo Vecchio. «Non abbiamo vinto a Firenze perché storicamente la città è di sinistra, ma perché abbiamo lavorato sulle periferie, sulla sicurezza», sostiene il sindaco. Che sposta l’attenzione poi sul partito: «Non abbiamo chiaro — spiega parlando della crisi dem — qual è il blocco sociale che vogliamo davvero rappresentare. Dobbiamo fare un lavoro serio, anche doloroso ma necessario per ripartire da zero». Intorno a lui più che idee fioccano candidature: l’ex ministro Paola De Micheli, il sindaco di Pesaro Matteo Ricci, il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini e della sua vice con cui potrebbe duellare, Elly Schlein. Le carte si giocano tra i pochissimi fortini rimasti al Pd. C’è chi penserebbe a Nardella come anti Bonaccini, in una guerra tra amministratori, chi addirittura ad affiancare in ticket a Bonaccini la segretaria regionale toscana Simona Bonafè, nonostante i risultati non proprio positivi della sua gestione. Ma Bonafè potrebbe essere anche in corsa per fare il capogruppo dei deputati del Pd. Da Roma a Firenze, la partita potrebbe rapidamente aprirsi anche sul fronte della segreteria regionale. In pole per sostituire Bonafè c’è da tempo la sindaca di Empoli Brenda Barnini, che godrebbe tanto della stima di Dario Nardella quanto di quella di Stefano Bonaccini. Forse il suo nome è meno allettante per il presidente della Toscana Eugenio Giani: insistenti voci di palazzo riferiscono che il governatore voglia allontanare dalla ribalta figure «ingombranti» che possano minacciare la sua ricandidatura nel 2025. Tuttavia, una candidatura alternativa per i dem toscani, sul tavolo, ancora non c’è; l’assessora regionale Monia Monni, indicata dai rumors, smentisce categoricamente: «Non esiste, sarebbe inopportuno e incompatibile con il mio incarico in giunta». Poco male, perché di nomi, dopo lo choc elettorale, nessuno oggi vuol sentir parlare. Il consigliere del governo regionale per le crisi aziendali, Valerio Fabiani, parla della necessità di «ricambio classe della classe dirigente del Pd come condizione necessaria ma non sufficiente», perché «è ora di metter in discussione il partito dalle fondamenta con l’ambizione di interrogare altri soggetti esterni». Un pensiero fortemente condiviso: «Al Pd occorre una rigenerazione» dice per il senatore Dario Parrini, c’è bisogno di «avviare una grande, nuova fase costituente» gli fa eco l’assessora regionale Alessandra Nardini. «Sarebbe sbagliato — avvisa il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo — ridurre la discussione alle alleanze e al cambio di segretari». La newsletter Se vuoi restare aggiornato sulle notizie di Firenze iscriviti gratis alla newsletter del Corriere Fiorentino. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui 28 settembre 2022 | 07:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-09-28 05:02:00, Sul fronte regionale si rafforza l’ipotesi Barnini, ma Giani non vuole rivali per il 2025,

Pietro Guerra

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