Manovre e nostalgia, il nervosismo del  Pd per linvasione degli ultracorpi dalemiani

Manovre e nostalgia, il nervosismo del Pd per linvasione degli ultracorpi dalemiani

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di Maria Teresa Meli

Accolti con affetto dai nostalgici, ma altri negli ex vedono ultracorpi e manovre dalemiane

Sar perch gli ex, ossia i transfughi di Articolo 1, sono tornati. Sar per la data scelta (inconsapevolmente) dal segretario uscente, il 21 gennaio, cio il giorno in cui, 102 anni fa, nasceva il partito comunista. Fatto sta che ieri, nella platea dell’Assemblea nazionale del Pd, si respirava una certa inquietudine.

Quando Roberto Speranza ha preso la parola e ha messo in dubbio le primarie, che del Partito democratico sono l’atto fondativo, qualcuno ha sussurrato: Sembra l’invasione degli ultracorpi. Dall’omonimo film di Don Siegel, quello in cui gli extraterrestri si sostituiscono agli abitanti di una cittadina californiana. Il paragone poi corso di bocca in bocca, finch giunto alle orecchie di Lorenzo Guerini, che con ironia ha cos risposto a chi glielo faceva: Gli ultracorpi perdono sempre.

Ma film a parte, aleggiava un bel po’ di nostalgia all’Auditorium Antonianum, sede di quella riunione. L’ex dalemiana Livia Turco ha accolto commossa il ritorno dei transfughi. E ha preso la parola, cosa che non faceva da anni, dalla scissione per l’appunto: Sono molto contenta che quei compagni e quelle compagne che se ne sono andati siano qui. E prima era stato Arturo Scotto, grande fan di Elly Schlein, nonch dirigente di spicco di Articolo 1, a provocare un certo disagio nell’area riformista del Pd. Soprattutto quando ha criticato la Nato, che rischia di mettere in discussione l’autonomia strategica dell’Italia, o quando, pur condannando l’invasione russa, ha affermato: Lo dico con grande franchezza, la sinistra non pu accettare che davanti alla guerra si ritiri lo strumento diplomatico, la pace una politica, non una cosa da anime belle. dovuto intervenire poco dopo Gianni Cuperlo, che pur non appartenendo certo all’ala riformista dei dem, ha per ribadito la linea del Pd: Se la Russia depone le armi smette la guerra, se l’Ucraina depone le armi, smette di esistere l’Ucraina.

Dunque, il sospetto che serpeggiava ieri era che dietro l’ingresso di Articolo 1 ci sia un disegno di Massimo D’Alema. A dire al vero, all’ex leader dei Ds vengono attribuite molteplici operazioni, di cui non sempre l’ispiratore. Ma le parole di Peppe Provenzano, che ha citato Sun Tzu hanno alimentato i dubbi: D’Alema ricorreva spessissimo nei suoi discorsi alle massime dell’autore dell’Arte della guerra, di cui faceva letture commentate con il suo staff.

Il sospetto, che Articolo 1 adesso punti alla vittoria di Schlein per riprendersi il Partito democratico, o, in subordine, a una sua onorevole sconfitta (che corrisponde alla soglia del 40-45%) per condizionare le mosse di Stefano Bonaccini. E la richiesta di cambio di nome, avanzata da Provenzano e caldeggiata da Andrea Orlando, o il ricorso all’uso del referendum degli iscritti, invocato dal palco da Schlein, farebbero parte di questa strategia di condizionamento e logoramento del futuro segretario. Non allora un caso se nel suo discorso Bonaccini, pur avendo parole di affetto nei confronti di Speranza, abbia voluto sottolineare che se il rinnovamento del Pd si limitasse all’ingresso di Articolo 1 sarebbe ben poca cosa; o se abbia tenuto a sottolineare di non aver mai trovato un iscritto o un elettore che mi abbia chiesto di cambiare il nome al Pd.

22 gennaio 2023 (modifica il 22 gennaio 2023 | 09:07)

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