di Adriana LogroscinoDopo gli elogi di Bonaccini e Letta. Il governatore: a qualcuno piace vincere nei talk show. Nello staff dell’aspirante segretaria della sinistra temono un asse tra il suo avversario alle primarie e Letta Nel Pd gli elogi rivolti a Giorgia Meloni da Enrico Letta e Stefano Bonaccini non hanno esaurito la capacit di inasprire il dibattito in vista delle primarie. Il governatore ieri ha rintuzzato le critiche, che gli sono state rivolte soprattutto dall’area di Elly Schlein, principale competitor alle primarie: Il problema non l’elogio di nessuno. Io il rispetto istituzionale lo do sempre a tutti. E poi ha affondato il colpo: A me piace vincere nelle urne, a qualcuno del Pd piace vincere nelle interviste e nei talk show. Schlein, di tutta risposta, intervenuta a Piazza Pulita in serata: Non sono d’accordo con le dichiarazioni di Bonaccini: io ho un giudizio netto e molto negativo su Meloni. E poi ha aggiunto: Vorrei che la premier prendesse 12 secondi del suo tempo per dichiararsi antifascista. La polemica stata innescata dalle parole di Letta, interpellato dal New York Times, su Meloni: Sulle questioni economiche si rivelata migliore di quanto ci aspettassimo. Qualche ora dopo Bonaccini ha confermato: Non fascista, una persona capace. Soprattutto le dichiarazioni del candidato alla segreteria hanno provocato la reazione di molti dem vicini a Schlein, come l’ex ministro Andrea Orlando, al centro dello scontro con FdI per la visita in carcere a Cospito. Ieri tornato sul tema: Letta sbaglia. Questa destra, che delegittima l’opposizione, pu essere pericolosa. E Francesco Boccia ha spiegato di essere in disaccordo con Bonaccini perch Meloni nostra avversaria senza se e senza ma. Oltre alla polemica, poi, tra i supporter di Schlein, che ieri ha incassato l’endorsement dell’attore Claudio Amendola (Voto femmina, Schlein, perch di sinistra), circola il sospetto che quella consonanza di dichiarazioni possa preludere a un asse tra Letta e il candidato a succedergli pi avanti nella conta tra gli iscritti. Un asse che si rifletterebbe, in caso di vittoria di Bonaccini, nell’assegnazione dei ruoli di governo del partito e dei gruppi parlamentari, bench in questa vicenda congressuale la distanza tra primo e seconda sia per ora nell’ordine dei venti punti percentuali. Nuovo episodio di un confronto aspro, ieri, anche sull’ipotesi di tessere gonfiate da sostenitori di Bonaccini a Caserta. Schlein invoca la questione morale: Basta con i capibastone, i pacchetti di tessere, i sultanati. Mentre Bonaccini scaglia sull’avversaria l’accusa di avere dalla sua tutto il gruppo dirigente. Il livello di scontro allarma i territori: Fermatevi, rischiamo l’autodistruzione si associano in una nota Niccolai e Squittieri, due amministratori toscani, uno pro Schlein e l’altra per Bonaccini. Azione e Italia viva intanto vanno avanti col progetto di partito unico. Carlo Calenda l’aveva annunciato. Matteo Renzi lo conferma: Il partito unico si fa di sicuro. Va capito il quando e soprattutto il come. Bisogna farlo bene. 16 febbraio 2023 (modifica il 17 febbraio 2023 | 00:09) © RIPRODUZIONE RISERVATA , , https://www.corriere.it/rss/politica.xml,