“Pecco” come “Ago”, e la vittoria torna sobria

di Tommaso Pellizzari

Messe da parte le celebrazioni esplosive di Valentino Rossi, l’allievo Bagnaia ha celebrato il trionfo in Moto Gp senza esagerare. Torinese, fidanzato da anni con Domizia, poca vita notturna, appassionato di cucina: replica lo stile novecentesco di Agostini. E le affinità non finiscono qui

«Mentre Pecco mi superava mi sono chiesto: ma di chi è stata l’idea dell’Academy? Poi mi sono detto, cavoli è stata mia». È il 13 settembre del 2020: il 41enne Valentino Rossi, fino a quel momento secondo dietro a Franco Morbidelli, viene superato anche da Francesco Bagnaia detto Pecco, un altro dei ragazzi della VR46, la scuderia di giovani talenti con cui si sta preparando al futuro post MotoGp. E mentre è lì che si pregusta almeno un podio del Gp di Misano Adriatico insieme a due dei suoi ragazzotti rampanti (48 anni in due, all’epoca), Rossi viene passato pure dallo spagnolo Mir, l’unico che con l’Academy non c’entra niente. A fine gara, Bagnaia salirà su quel podio con le stampelle, perché solo 36 giorni prima si era rotto la tibia durante le prove del Gp della Repubblica ceca. Qualcosa di simile aveva fatto Valentino nel 2010, al Sachsenring. All’epoca si parlò di impresa titanica, eppure Rossi aveva chiuso al quarto posto. Quindi i casi sono due: o da quella volta certi recuperi sembrano più normali. Oppure di quello di Bagnaia si parlò molto meno per un altro motivo: è alquanto probabile che le somiglianze tra i due finiscano lì. Perché l’allievo finora più bravo di Valentino, in quanto fresco campione del mondo di MotoGp (13 anni dopo il Maestro), è anche il più lontano, per carattere, da lui.

Caratteri diversi, e opposti

I due sembrano fatti apposta per confermare luoghi comuni imperituri come quelli sulla diversità fra piemontesi e romagnoli. Pecco infatti è di Torino, e lo è rimasto anche dopo il trasferimento a Pesaro: la fidanzata Domizia è la stessa dal 2016. Vita notturna pochissima, scaramanzie ancora meno. Passioni non tanto segrete: le scarpe e la cucina. E, se si vince un Mondiale, si festeggia. Ma senza esagerare. Mentre Rossi esagerava a ogni Gran premio: è con lui che cominciano le celebrazioni un filo sopra le righe, alcune oggi impensabili. Ad esempio il giro di pista celebrativo tenendo in braccio una bambola gonfiabile (ribattezzata Claudia Skiffer), per prendere in giro il rivale Max Biaggi al quale (siamo nel 1997) era stato attribuito un flirt con Naomi Campbell. Oppure si vada a rileggere un’intervista di Marco Lucchinelli, che col suo titolo di campione del mondo della 500 nel 1981 appartiene all’epoca pre-Valentino.

Storie irripetibili

Un’epoca che Rossi salderà alla successiva vincendo l’ultimo Mondiale della 500 e il primo della MotoGp, tra il 2001 e il 2002. Lucchinelli, si diceva, raccontò ad Alessandro Dell’Orto di Libero delle sue avventure con le fidanzate dei suoi avversari, che nei momenti liberi non disdegnavano di intrattenersi con le fans. Storie che adesso (per evitare un #MeTooGp) nessuno si sognerebbe di rendere pubbliche. E che aderiscono a un immaginario che non tutti, nemmeno all’epoca, amavano proiettare. Tipo Franco Uncini, che il Mondiale 500 lo vinse l’anno dopo Lucchinelli, di cui era l’esatto contrario. Per scelta precisa, come da confessione a Riders nel 2010: «Io mi sono costruito un mio stile, composto e scontato. Me lo sono imposto perché avevo come antagonista un personaggio come Lucchinelli e ho voluto subito essere il suo opposto».

50 anni di separazione

Dodici anni dopo, eccoci qui a celebrare Pecco Bagnaia e il suo trionfo in sella a una Ducati: primo italiano su moto italiana dopo 50 anni, con Giacomo Agostini e la MV Agusta.

Uno che forse è la sintesi di tutto: si decise a sposarsi ad anni 46 (peraltro il numero storico di Valentino Rossi), anche perché – lo ha sintetizzato a Giorgio Terruzzi sul Corriere – «ero giovane, celebre, non brutto. Ma è accaduto ben meno di quanto si creda». Modestia apprezzabile, che forse ha per prima destinataria la moglie andalusa Maria Ayuso, con la quale ogni anno riceve il carrozzone della MotoGp nella villa di Jerez de la Frontera.

Che sia vero understatement o meno, resta (invece) che in pista Agostini non si è negato niente, con i suoi 15 Mondiali vinti negli anni in cui si rischiava davvero. Altri tempi, per le moto e per Ago, che in anni più recenti si poteva incontrare al Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo (com’è successo a colui che sta scrivendo questo articolo). Ecco, uno come Bagnaia davanti a un capolavoro impressionista c’è rischio di vederlo davvero.

30 novembre 2022 (modifica il 30 novembre 2022 | 15:04)

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, 2022-11-30 14:05:00, Messe da parte le celebrazioni esplosive di Valentino Rossi, l’allievo Bagnaia ha celebrato il trionfo in Moto Gp senza esagerare. Torinese, fidanzato da anni con Domizia, poca vita notturna, appassionato di cucina: replica lo stile novecentesco di Agostini. E le affinità non finiscono qui, Tommaso Pellizzari

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