L’interruzione nello svolgimento del lavoro gravoso non inficia l’accesso alla QUota 41 se si possono vantare 7 anni di mansione gravosa nei 10 che precedono il pensionamento.
Anche nel 2023 i lavoratori precoci potranno andare in pensione con 41 anni di contributi se rientrano in un determinato profilo di tutela. Vediamo nello specifico cosa è richiesto ai lavoratori gravosi per l’accesso alla quota 41 rispondendo alla domanda di una nostra lettrice:
Buonasera ho 57 anni d’età e circa 40 anni di contributi , ho iniziato a lavorare in regola a 15 anni, da 18 anni lavoro come ausiliaria socio assistenziale presso una RSA per anziani, avrei diritto alla quota 41 come precoce e gravoso? Il fatto di essermi licenziata nell’ottobre del 2018 per problemi familiari ed essere stata riassunta nella medesima struttura a marzo 2020 può essere motivo di non accettazione della domanda gravosi? cioè i 7 anni lavorati negli ultimi 10 devono essere continuativi senza interruzioni?
Quota 41 gravosi
Ai lavoratori gravosi è richiesto di aver svolto la mansione gravosa o per almeno 6 anni nei 7 anni che precedono la domanda di pensione o, in alternativa, per almeno 7 anni nei 10 anni che precedono la domanda.
La normativa non parla di anni continuativi e per nessun motivo l’interruzione di un anno nel lavoro gravoso le impedirà di accedere alla misura. L’importante è che lei nei 10 anni che precedono il pensionamento abbia svolto, in via continuativa o meno, la mansione gravosa in questione. Anche se ci sono state interruzioni.
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