Perché esistono e chi sono i «paracadutati» che tanto fanno arrabbiare

Perché esistono e chi sono i «paracadutati» che tanto fanno arrabbiare

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di Franco StefanoniCandidati che non hanno collegamenti con il territorio, vengono collocati in base alle probabilità di vincere. Tensioni in crescita causate dal taglio dei parlamentari Paracadutati, papi stranieri, candidati con la valigia. Sono coloro che, a queste elezioni politiche in calendario il 25 settembre, non saranno in lista nel loro territorio di appartenenza (residenza, attività, impegno pubblico) ma altrove, per ragioni di opportunità e calcolo. Spostamenti che hanno creato molte tensioni e malumori. Se infatti i paracadutati sono sempre esistiti, alle Politiche, questa volta il gioco si è fatto più complicato per via della riforma che ha ridotto gli eletti a 200 senatori e a 400 deputati. Perché si diventa paracadutati? Per il fatto che i posti sicuri all’uninominale (vince chi prende un voto in più) possono essere pochi o incerti nell’esito, o senza rappresentanti forti in talune zone ritenute contendibili, oppure ancora perché per garantire l’elezione si sposta il candidato capolista nel plurinominale (sistema proporzionale) in collegi praticamente blindati ma che nulla hanno a che fare con la storia personale del candidato. Nel centrodestra, per esempio, la veneta Elisabetta Casellati, Forza Italia, presidente del Senato, è in lista all’uninominale in Basilicata, mentre nella sua terra di origine è stata preferita la collega Anna Maria Bernini, capogruppo al Senato, di Bologna, città dove tuttavia era rischioso gareggiare. I romani Claudio Lotito, presidente della Lazio, con Forza Italia, e Lorenzo Cesa, alla guida dell’Udc, si presentano invece in Molise. Così come la milanese Stefania Craxi, ancora di Forza Italia, se la vede nell’uninominale a Marsala (Trapani), mentre il fratello Bobo, curiosamente, è in lista per il Pd a Palermo-San Lazzaro. Restando nel centrosinistra, il verde Angelo Bonelli, di Roma, è candidato a Imola (Bologna), considerata per loro città elettoralmente sicura, mentre il lucano Roberto Speranza, segretario di Articolo Uno e ministro della Salute, è stato blindato a Napoli nel proporzionale. Viceversa Vincenzo Amendola, sottosegretario pd agli Affari europei, dopo la rinuncia del giovane Raffaele La Regina in Basilicata per la vicenda del post su Israele, ha qui trovato collocazione pur essendo proprio di Napoli. Il ferrarese Dario Franceschini, ministro della Cultura, è capolista nel proporzionale sempre a Napoli, mentre per Sinistra italiana, l’unico seggio sicuro del partito, quello di Firenze, è stato assegnato per il Senato alla romana Ilaria Cucchi (sorella di Stefano, ucciso nel 2009 durante una custodia cautelare). Ancora nel Pd, l’ex ministra Beatrice Lorenzin, romana, è capolista a Verona, Vicenza e Padova, oltre che terza in lista a Torino, mentre la maceratese Laura Boldrini è candidata nel proporzionale in Toscana. Stessa area (di provenienza, però) di Maria Elena Boschi di Italia viva, capolista invece in Calabria. C’è poi il capitolo M5S. Le regole storiche e statutarie dei Cinque Stelle prevedono che le candidature non siano svincolate dal territorio, proprio per evitare il fenomeno dei paracadutati. Tuttavia, il presidente Giuseppe Conte ha ottenuto dalla base il via libera per un listino blindato di 15 nomi distribuiti nelle circoscrizioni in base alla convenienza (scalzando così i vincenti delle parlamentarie pentastellate). Molti i malumori e le proteste. Tra i candidati con la valigia del Movimento, oltre che a Conte stesso, il triestino Stefano Patuanelli, ministro alle Politiche agricole, in corsa, tra l’altro, in Campania 2 e Lazio, e la laziale Vittoria Baldino, piazzata in Calabria. 22 agosto 2022 (modifica il 22 agosto 2022 | 15:13) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-08-22 13:13:00, Candidati che non hanno collegamenti con il territorio, vengono collocati in base alle probabilità di vincere. Tensioni in crescita causate dal taglio dei parlamentari, Franco Stefanoni

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