Perché il consenso per Putin in Russia è salito all’83% (e cresce l’approvazione per la denazificazione dell’Ucraina)

di Fabrizio Dragosei

Il consenso per Putin, come si è visto nei giorni scorsi, sale clamorosamente all’83 per cento. Ma aumentano anche coloro che approvano l’Operazione militare speciale

Blocco delle banche, congelamento dei fondi per chi li aveva all’estero. Ma quello che ha colpito di più i normali cittadini russi sono le misure, anche non ufficiali, che stanno modificando la vita di tutti i giorni. Le aziende straniere che hanno chiuso, da McDonald’s a Ikea, i collegamenti con l’estero (e quindi la possibilità concreta di andare in vacanza) che non ci sono più, l’impossibilità di comprare dollari o euro. E tutto questo ha avuto finora l’effetto di convincere milioni di cittadini, soprattutto quelli che ricevono le loro informazioni unicamente dai canali ufficiali, che il Paese è «sotto assedio», che l’Occidente vuole «strangolare la Russia» e i russi con lei. La guerra sarà pure non condivisibile del tutto, ma in situazioni d’emergenza ci si stringe l’uno all’altro e soprattutto ci si stringe attorno al capo.

Così il consenso per Putin, come si è visto nei giorni scorsi, sale clamorosamente all’83 per cento. Ma aumentano anche coloro che approvano l’Operazione militare speciale. In un sondaggio dell’Istituto indipendente Levada, il 53 per cento degli interpellati dice di sostenere decisamente la guerra; un altro 28 per cento la sostiene «abbastanza» e solo il 14 per cento dice di essere contrario. Questo anche perché il martellamento dei media continua incessante da mesi. Tutto quello che viene raccontato da giornali e tv occidentali (gli stessi che, magari, sono attendibili quando rivelano le magagne degli Usa, come i dossier di Assange o Snowden) è falso. E l’Ucraina è sempre più un Paese nazista al servizio del nemico.

Se all’inizio della guerra si parlava solo di un potere politico a Kiev condizionato dai nazionalisti filonazisti, ora si racconta di un vicino che non ha mai smesso di approvare le idee di Hitler e dei suoi che volevano invadere e distruggere l’Unione Sovietica, anche se furono milioni gli ucraini che combatterono contro i tedeschi e persero la vita. L’idea di Putin che l’Ucraina come stato indipendente non è mai esistito, viene sviluppata da cortigiani di vario tipo fino a livelli parossistici. Sembrerebbero tesi impossibili da «vendere» ai lettori, ma forse non è così. L’agenzia statale Ria Novosti arriva ad affermare che dopo la guerra la Russia dovrà istituire una specie di tribunale di Norimberga per i crimini compiuti dai nazisti ucraini. Che bisognerà rieducare l’intero popolo con programmi scolastici appositi e che lo stesso nome della nazione andrà cancellato e sostituito da quello di «Piccola Russia».

D’altra parte, questo è quello che da anni sta avvenendo in Russia dove raccontare una storia diversa da quella ufficiale viene sanzionato. Così ecco nuove disposizioni che impongono a tutti gli insegnanti di tenere una lezione sulle «sanzioni antirusse e sulla loro influenza sull’economia». Il documento inviato a tutte le scuole spiega quello che bisogna dire che le misure ingiuste varate dall’Occidente «sono una cosa positiva per la Russia perché crescerà la produzione interna di beni e gli effetti negativi ricadranno solo sui Paesi che le hanno imposte». Obbligatorio, all’inizio, citare Putin: «Contro la Russia si sta esercitando una pressione esterna che non ha precedenti».

E gli insegnanti faranno bene a stare attenti. Irina Gen si è lasciata andare con due sue allieve nella regione di Penza. Ha giustificato le sanzioni: «Finché la Russia non si comporterà in maniera civile, sarà sempre così. Siamo in uno Stato totalitario e l’Ucraina è un Paese sovrano». Le alunne l’hanno registrata ed è stata denunciata. Ora rischia fino a 15 anni in base alle nuove leggi. Se l’è invece cavata con una semplice multa Marina Dubrova di Korsakov, nell’isola di Sakhalin, sul Pacifico. Era stata registrata in aula mentre diceva di considerare «un errore» l’Operazione militare speciale.

6 aprile 2022 (modifica il 6 aprile 2022 | 12:56)

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