di Stefano Vella *
Prevenire una nuova grande pandemia possibile solo se si interviene subito. Il ruolo del Fondo globale per la prevenzione, la preparazione e la risposta alle pandemie
La pandemia di Covid 19 non purtroppo, come molti pensano, un evento once in a lifetime come dicono gli anglosassoni, cio unico e irripetibile. Lo spillover, cio il passaggio dagli animali selvatici di un virus X (chiamiamolo cos per ora), uno dei milioni di virus sconosciuti che vi abitano, potrebbe portare a qualcosa di altrettanto catastrofico. Ci sono prove molto solide che spillovers accadono di continuo, anche se la maggioranza non ha dato origine a epidemie o a pandemie. In altre parole, il passaggio del virus si fermato ai primi ospiti, animali o umani (come successo con il monkeypox, il vaiolo delle scimmie).
Impreparati
Ma il virus SARS-CoV-2 solo l’ultimo di una serie sempre pi regolare di agenti patogeni virali precedentemente sconosciuti emersi negli ultimi anni. Si tratta infatti della settima malattia infettiva che ha causato un’epidemia o una pandemia solo nel XXI secolo, e non siamo ancora a un quarto del percorso. Pensiamo all’HIV, il retrovirus che causa l’Aids (che pure pass dalle scimmie all’uomo); ai molti tipi di influenza – aviaria, suina e umana; o ai coronavirus che hanno causato la Sars, la Mers e ora il Covid-19; ai virus Ebola e Marburg e ai vari virus del vaiolo. E poi i virus Hendra e Zika (che stava per far annullare le Olimpiadi).
Dieci fallimenti a livello globale
Purtroppo, il mondo si fatto trovare completamente impreparato, malgrado ci fossero stati importanti avvertimenti. Come messo bene in evidenza dal recente Rapporto della Lancet Commission on lessons for the future from the COVID-19 pandemic (pubblicato a settembre 2022) ,la pandemia COVID 19 (che a oggi ha causato oltre 20 milioni di morti) ha evidenziato una serie di “fallimenti” globali:
1) la mancanza di una notifica tempestiva del focolaio iniziale di COVID-19;
2) i costosi ritardi nel riconoscere il percorso cruciale di esposizione per via aerea della SARS-CoV-2, il virus che causa la COVID-19, e nell’attuare misure adeguate a livello nazionale e globale per rallentare la diffusione del virus;
3) la mancanza di coordinamento tra i Paesi per quanto riguarda le strategie di soppressione;
4) l’incapacit dei governi di esaminare le prove scientifiche e adottare le migliori pratiche per controllare la pandemia e gestire le ricadute economiche e sociali;
5) la carenza di finanziamenti globali per i Paesi a basso e medio reddito (LMIC);
6) l’incapacit di garantire un’adeguata fornitura globale e un’equa distribuzione di prodotti di base, tra cui dispositivi di protezione, diagnostici, farmaci, dispositivi medici e vaccini, soprattutto per i Paesi a basso reddito;
7) la mancanza di dati tempestivi, accurati e sistematici su infezioni, decessi, varianti virali, risposte del sistema sanitario e conseguenze sanitarie dirette;
8) la scarsa applicazione di livelli adeguati di norme di biosicurezza nel periodo precedente la pandemia, che ha aumentato la possibilit di un’epidemia;
9) l’incapacit di combattere la disinformazione sistematica;
10) la mancanza di reti di sicurezza globali e nazionali per proteggere le popolazioni vulnerabili.
Intervenire subito
Abbiamo oggi le conoscenze e gli strumenti per impedire che un nuovo agente patogeno provochi una nuova grande pandemia, ma solo se interveniamo subito. Il Pandemic Fund stato progettato per fornire un flusso dedicato di finanziamenti aggiuntivi a lungo termine per rafforzare le capacit di Prevenzione, Preparazione e Risposta alle Pandemie soprattutto nei Paesi a basso e medio reddito e colmare le lacune critiche attraverso investimenti e supporto tecnico a livello nazionale, Anche attraverso la mappatura delle zone della terra a maggior rischio di spillover. La Banca Mondiale sar la base operativa del Pandemic Fund e ospiter il Segretariato, che comprender personale tecnico distaccato dall’Organizzazione Mondiale della Sanit (OMS). ll Board del Fondo ha selezionato un gruppo consultivo tecnico (il Technical Advisory Panel), presieduto dall’OMS e composto da esperti internazionali, per valutare e formulare raccomandazioni sui meriti tecnici delle proposte di finanziamento che arriveranno dai Paesi, assicurando il collegamento con il nuovo Regolamento Sanitario Internazionale (International Health Regulations), come parte di una pi ampia architettura di salute globale.
Prossima pandemia: una questione di quando
La pandemia COVID-19 stata uno shock sismico per il mondo, ma sappiamo anche che la prossima pandemia una questione di “quando”, non di “se”, ha dichiarato il Direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus. Le sofferenze e le perdite che abbiamo subito saranno vane se non impareremo la dolorosa lezione della COVID-19 e non metteremo in atto le misure necessarie per colmare le lacune critiche nelle difese mondiali contro le epidemie e le pandemie. Il Pandemic Fund una di queste misure chiave.
Il Board del nuovo Fondo costituisce una rappresentanza paritaria di donatori sovrani e di potenziali governi dei Paesi attuatori (co- investitori), oltre a rappresentanti di fondazioni e organizzazioni della societ civile (OSC).
L’Italia ha svolto un ruolo essenziale nella nascita del Fondo, gi a partire dal nostro G20, e rappresenta il terzo Paese donatore (grazie all’impegno del Ministero di Economia e Finanza (MEF), subito dopo gli Stati Uniti e l’Unione Europea, insieme a Francia, Germania, India, Indonesia, Giappone, Repubblica di Corea, Nuova Zelanda, Norvegia, Singapore, Sudafrica, Spagna, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito, Stati Uniti, Fondazione Bill & Melinda Gates, Fondazione Rockefeller e Wellcome Trust.
Iniziativa globale
Sono gi stati annunciati impegni finanziari per oltre 1,7 miliardi di dollari, altri sono attesi nei prossimi anni, con la previsione di raggiungere dieci miliardi di dollari. Il Pandemic Fund rappresenta la pi importante iniziativa globale dopo la nascita, nel 2001, del Fondo Globale per la lotta all’AIDS, Tubercolosi e Malaria, e il GAVI, che si occupa di vaccinare i bambini del mondo. Il Fondo lavorer insieme a una serie di Implemeting Entities, (tra cui ovviamente OMS e Global Fund) che nella pratica, coordineranno il lavoro dei Paesi destinatari dei Fondi, prevedendo il rafforzamento delle capacit a livello nazionale per la prevenzione, la preparazione e la risposta a possibili future pandemie affrontando le carenze di capacit e competenze a livello nazionale tra cui la sorveglianza epidemiologica di un’eventuale emergenza di nuovi virus, il rafforzamento dei laboratori in grado di isolare e sequenziare agenti patogeni emergenti, la comunicazione, il coordinamento e la gestione dell’emergenza, le capacit del personale sanitario e il coinvolgimento delle comunit.
One Health
Soprattutto, dovr lavorare tenendo bene a mente il concetto di ONE HEALTH. Cio il fatto che se continuiamo ad alterare il delicato equilibrio tra salute dell’uomo, salute animale e salute dell’ambiente, considerando i tanti fattori che aggravano la situazione, l’emergenza di una nuova pandemia praticamente molto probabile. Alcuni di questi fattori sono inevitabili, come la crescita demografica (tra poco saremo 10 miliardi su questo pianeta), la tendenza a vivere tutti nelle grandi megalopoli, l’aumento dei viaggi e dei commerci. Ma alcuni sono direttamente connessi ai nostri comportamenti, come l’uso sconsiderato della terra e la deforestazione, gli allevamenti intensivi, il cambiamento climatico che fa spostare i vettori di virus patogeni da un continente all’altro. Occorre quindi muoversi per tempo, per prepararsi a eventi pandemici che potrebbero essere molto pi vicini di quanto si pensi.
* Membro italiano del Technical Advisory Panel del Pandemic Fund. Gi Direttore del Centro per la Salute Globale dell’Istituto Superiore di Sanit. Professore di Salute Globale all’Universit Cattolica di Roma
30 gennaio 2023 (modifica il 30 gennaio 2023 | 14:41)
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