Perché il Pd ha preso il doppio dei voti della Lega ma potrebbe avere meno parlamentari?

Perché il Pd ha preso il doppio dei voti della Lega ma potrebbe avere meno parlamentari?

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di Claudio Bozza

Ripartizione dei seggi: a pesare sono i meccanismi del Rosatellum e le sconfitte a tappeto del centrosinistra all’uninominale. Forza Italia decisiva per il centrodestra sia alla Camera, sia al Senato

A livello nazionale la Lega ha conquistato l’8,8% dei voti e il Pd quasi il 19%, più del doppio dei consensi. Ora che i numeri iniziano a consolidarsi emerge però un paradosso: il partito di Letta potrebbe eleggere meno parlamentari di quello di Salvini. È uno dei paradossi del Rosatellum, sul quale pesa anche la scarsa efficacia della strategia politica del Nazareno in vista delle urne.

Pallottoliere alla mano, il Partito democratico dovrebbe eleggere alla Camera circa 60 deputati. Secondo una prima stima del professor Marco Valbruzzi (politologo alla Federico II di Napoli), circa 53 su 60 arriveranno dalla ripartizione del proporzionale, mentre solo 7 dall’uninominale. Al Senato gli eletti dovrebbero essere 34: 28 grazie al proporzionale e appena 6 dall’uninominale. La casacca del Carroccio, sempre secondo Valbruzzi, nonostante la metà dei voti incassati, sarà indossata da circa 66 deputati (6 in più dei dem) dei quali 24 arriveranno dal proporzionale e 42 dall’uninominale.

I motivi di questo paradosso, come dicevamo, sono molteplici. «Il primo fattore è quello chiave: all’uninominale i candidati del centrosinistra sono stati quasi tutti sconfitti da quelli del centrodestra. Una sconfitta plastica, anche a livello di territorio quindi», osserva Valbruzzi.

A pesare su questo quadro c’è anche un fattore di strategia. La Lega, infatti, durante la contrattazione nel centrodestra aveva ottenuto in proporzione molti più seggi uninominali rispetto al Pd. «Gli aspiranti deputati e senatori del centrosinistra sono stati sconfitti da Nord a Sud, tranne nelle città più grandi — aggiunge ancora Valbruzzi —. Inoltre: la Lega correva svincolata da logica del partito più pesante della coalizione; mentre il Pd, pur essendo il pilastro del centrosinistra, durante la contrattazione ha dovuto riservare agli alleati molti collegi, pagandone politicamente un prezzo alto». Oltretutto molti di questi collegi erano blindati, come ad esempio quello di Pier Ferdinando Casini a Bologna o di Angelo Bonelli a Imola.

Secondo Youtrend, i numeri potrebbero essere leggermente diversi: 65 deputati sia per il Pd che per la Lega. Mentre al Senato i conti sarebbero più a favore dei dem: 37 contro 29.

«In termini di seggi, il centrodestra ottiene una maggioranza solida, ma non “schiacciante” — osserva Salvatore Borghese di Youtrend –: alla Camera 235 seggi su 400 (pari al 58,5%), al Senato 115 su 200 (57,5%). Ben lontana quindi dalla maggioranza dei 2/3 (67%) necessaria per cambiare la Costituzione in autonomia. Da notare, peraltro, come Forza Italia, con i suoi 45 seggi alla Camera e 18 al Senato, sia decisiva in entrambi i rami del Parlamento: niente “maggioranza sovranista autonoma” quindi». Da segnalare, infine, che restano da assegnare i seggi esteri, 8 alla Camera e 4 al Senato (dove però il centrodestra non dovrebbe conquistarne nemmeno uno).

26 settembre 2022 (modifica il 26 settembre 2022 | 15:31)

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, 2022-09-26 13:02:00, Ripartizione dei seggi: a pesare sono i meccanismi del Rosatellum e le sconfitte a tappeto del centrosinistra all’uninominale. Forza Italia decisiva per il centrodestra sia alla Camera, sia al Senato , Claudio Bozza

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