Perché gli Stati Uniti sono in bancarotta (virtuale)Guerre, inflazione, inchieste:  due anni di Biden

Perché gli Stati Uniti sono in bancarotta (virtuale)Guerre, inflazione, inchieste: due anni di Biden

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Da oggi gli Stati Uniti sono in uno stato di bancarotta virtuale.

Anche se la vita continua normalmente, e il resto del mondo ignora la notizia, qui in America questo tema sulle prime pagine di tutti i giornali e nei titoli d’apertura dei tg. Di sicuro la cosa non passa inosservata nei palazzi del potere di Pechino e Mosca. Un default sovrano degli Stati Uniti pu avverare un sogno di Xi Jinping e Vladimir Putin: sarebbe un colpo formidabile allo status imperiale del dollaro.

Uno dei pilastri del ruolo degli Stati Uniti quello monetario. Il dollaro l’unica valuta davvero universale, la liquidit del mercato finanziario Usa non ha rivali, e i Buoni del Tesoro emessi dal governo di Washington sono il titolo pi accettato, il bene-rifugio per eccellenza. Questo signoraggio imperiale d agli Stati Uniti una capacit di spesa e di indebitamento quasi illimitata: troveranno sempre qualcuno che gli finanzia nuovi debiti. Un effetto collaterale anche l’efficacia delle sanzioni contro paesi nemici: tagliarli fuori dal circuito del dollaro un danno grave. Di questo status imperiale i politici americani sembrano avere abusato visto che hanno accumulato 31.400 miliardi di dollari di debito, pari al 130% del Pil. Un record preceduto e battuto in percentuale dall’Italia, certo, per l’Italia ha un’economia molto pi piccola: solo un decimo di quella americana. Il debito federale Usa un pachiderma senza eguali al mondo.

L’attuale bancarotta virtuale deriva da uno scontro fra la Camera a maggioranza repubblicana e la Casa Bianca. Il Congresso ha l’ultima parola in fatto di leggi di bilancio. Il governo soggetto ogni anno a un tetto massimo di indebitamento, che sta scritto in una legge votata dal Congresso. L’ultimo tetto era stato fissato per l’appunto a 31.400 miliardi di dollari e da ieri stato raggiunto. Per continuare a indebitarsi, il Tesoro Usa deve ottenere il permesso dal ramo legislativo. Alla Camera i repubblicani si rifiutano di votare un tetto pi alto. Esigono che Joe Biden negozi con loro dei tagli alla spesa pubblica. Biden per il momento non vuole aprire questo negoziato. La sua ministra del Tesoro, Janet Yellen, ha annunciato perci che da oggi deve usare misure straordinarie per poter continuare a pagare gli stipendi pubblici, le pensioni, gli interessi sui titoli di Stato. Tra le misure di emergenza, la Yellen smette di fare gli accantonamenti indispensabili per alimentare i fondi pensione dei pubblici dipendenti. Altre misure, via via pi stringenti e dolorose, si renderanno necessarie se questo stallo continuer. Fino a rischiare il default vero e proprio, un evento inaudito, che nella storia ha colpito paesi come l’Argentina e il Pakistan, non certo gli Stati Uniti. Il Tesoro Usa si vanta di aver sempre pagato i suoi debiti da quando esiste cio da oltre due secoli.

In questa emergenza c’ anche un elemento di teatro Kabuki, in cui i due attori in scena recitano la loro parte facendo la faccia feroce. Accadde qualcosa di simile nel 2011 quando alla Casa Bianca c’era Barack Obama. Il braccio di ferro and avanti a lungo, si arriv ad un parziale shutdown di alcuni uffici pubblici, i turisti stranieri quell’anno trovarono chiusi i parchi nazionali perch le guardie forestali erano a casa senza stipendio. Alla fine un compromesso fu trovato, Obama accett di applicare dei tetti alla spesa pubblica. Ma nel frattempo si era sfiorato un default tecnico e i titoli del Tesoro Usa avevano subito, per la prima volta nella storia, un declassamento di rating. Per alle urne l’anno successivo Obama venne rieletto contro Mitt Romney: nel bilancio del partito democratico questo deposit la convinzione che il braccio di ferro sul debito aveva danneggiato i repubblicani.

Oggi il partito repubblicano ci riprova, guidato da un manipolo di trumpiani che pur essendo minoritari hanno conquistato ruoli importanti. Accusano Biden di essere il maggiore responsabile dell’inflazione, avendo elargito troppi aiuti pubblici durante la pandemia. Questo giudizio viene condiviso da autorevoli economisti di sinistra, come l’ex segretario al Tesoro Larry Summers. Per l’eccesso di aiuti anti-Covid, che ha gonfiato a dismisura il potere d’acquisto dei consumatori Usa (per un totale di 5.000 miliardi), era gi iniziato durante la presidenza Trump. In effetti Trump non era un repubblicano classico, us con disinvoltura le leve della spesa pubblica. Biden ha continuato sulla sua scia, ma sotto la sua presidenza che l’inflazione esplosa (con un picco del 9% a met dell’anno scorso, oggi al 6,5%).

In ogni caso la lotta contro la spesa facile sembra essere tornata popolare nella base repubblicana. I deputati del Grand Old Party che vogliono cavalcarla a oltranza sono trumpiani ma non seguono necessariamente le direttive di Trump. Tra le voci di spesa nel mirino ci sono anche gli aiuti all’Ucraina. Il debito Usa effettivamente anomalo, doppio rispetto alla media storica verificata dal 1940 al 2022 che era del 65% in proporzione al Pil. Da Obama a Biden l’equilibrio interno al partito democratico si spostato in favore dell’ala sinistra, la cui filosofia tassa-e-spendi stata anche riassunta cos: non ha mai incontrato un problema al mondo che non vada affrontato a colpi di spesa pubblica aggiuntiva.

Il braccio di ferro tra l’Amministrazione Biden e la Camera rischia di protrarsi fino all’estate. Provocher tensioni sui mercati finanziari anche se non si arriva a un declassamento di rating, o all’Apocalisse del default tecnico: quest’ultima si verificherebbe solo qualora il Tesoro cessi di pagare gli interessi sui titoli pubblici in circolazione. Lo scenario complicato dal fatto che anche l’America soffre per l’impatto dei rialzi di tassi sulle sue finanze pubbliche. Il servizio del suo debito, cio gli interessi pagati sui titoli Usa in circolazione, ha gi raggiunto 576 miliardi di dollari l’anno scorso ma sar ben pi alto quest’anno per il solo effetto del rialzo dei tassi.

Putin e Xi Jinping hanno dei raffinati analisti della situazione americana. Di sicuro evitano i facili trionfalismi, non stanno stappando bottiglie di champagne, sanno che la prospettiva di una vera bancarotta sovrana assai remota. Al tempo stesso da questi eventi traggono una conferma: per indebolire lo status di superpotenza degli Stati Uniti, una minaccia pu venire dalla loro politica interna.

20 gennaio 2023, 15:57 – modifica il 20 gennaio 2023 | 15:58

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