Perdita della memoria, se siete nella mezza età e fumate non è solo unimpressione

Perdita della memoria, se siete nella mezza età e fumate non è solo unimpressione

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di Cesare Peccarisi

Secondo una nuova ricerca, che ha interessato pi di 136 mila soggetti tra i 45 e i 65 anni, il fumo un fattore di rischio anche per il cervello, oltre che per cuore e polmoni

Se siete nella mezza et (45 – 65 anni) e fumate , la sensazione di non ricordare pi bene le cose come prima non solo un’ impressione, ma una cruda realt scientifica. Lo dice uno studio appena pubblicato su JAD, Journal of Alzheimer Disease, dai ricercatori della Ohio State University diretti da Jeffrey Wing che hanno utilizzato il questionario SCD. Si tratta di un test che, con una cinquantina di domande, definisce il cosiddetto declino cognitivo soggettivo, cio l’esperienza auto-riferita di peggioramento o perdita della memoria e di confusione mentale, cosi come la ridotta capacit di svolgere attivit quotidiane come cucinare o pulire la casa.

Un fattore in pi

La scoperta dei ricercatori dell’Ohio aggiunge cos il fumo ai fattori chiamati “SCD+” dalla trentina di ricercatori internazionali che li hanno enucleati mettendo a punto il questionario che tiene conto anche di quali caratteristiche personali possono accelerare il declino cognitivo, dall’ansia, all’umore depresso, alla bassa scolarit ed altre. Invecchiando tutti sviluppano un certo declino cognitivo, ma dimenticare, ad esempio, come eseguire attivit di routine non normale e pu influire sulla capacit di vivere e funzionare in modo indipendente.
Qualcuno potrebbero non essere pi in grado di prendersi cura di s o di svolgere attivit quotidiane come la preparazione dei pasti, la gestione degli appuntamenti medici o delle proprie finanze.

Alla portata di tutti

Il questionario SCD, nato per una valutazione rapida e facile, effettuabile anche per telefono o per posta senza specifiche procedure e senza la presenza di un medico che la valuta solo a posteriori, ha visto nell’ultimo decennio inattese conferme circa la corrispondenza fra i dati sul rischio di demenza che l’SCD-Q fornisce in maniera cos semplice e i dati ricavabili con valutazioni pi complesse a cui non tutti possono accedere facilmente come le scale neuropsicologiche somministrate dai neurologi o le indagini di neuroimaging con PET o risonanza magnetica o quelle di laboratorio per la ricerca di biomarcatori come le proteine tau e amiloide, tipico marker della demenza di Alzheimer.

Quasi il doppio

Valutando 136.018 soggetti di media et, i ricercatori americani hanno cos scoperto che chi fuma corre un rischio di decadimento della memoria che 1,9 maggiore rispetto a chi non fuma, mentre per chi ha smesso da 10 anni il rischio una volta e mezza maggiore e, se la sigaretta stata abbandonata da oltre 10 anni, maggiore di 0,2 volte.
Certamente occorreranno altri studi per valutare meglio il tipo di sigarette fumate e la durata complessiva del vizio, verificando se sia associato ad altre patologie croniche cardio-polmonari che possono, a loro volta, rientrare nella categoria SCD+ del questionario, aggravando ulteriormente il rischio di decadimento; ma sembra proprio che il fumo sia da considerare un fattore di rischio anche per il cervello oltre che per cuore e polmoni.
Le limitazioni nelle capacit cognitive possono influire sulla capacit di gestire le terapie di malattie croniche, spesso concomitanti, ma educando le persone sui fattori di rischio modificabili e facendo capire il loro impatto si pu migliorare la salute e il benessere di molti futuri anziani.

Non esistono pi alibi

Vecchi studi indicavano che la nicotina in grado di espandere la cosiddetta “memoria di lavoro” grazie all’attivazione della noradrenalina, il neurotrasmettitore dell’acutezza mentale e dell’elaborazione degli input sensoriali.
Altri studi ancora rilevavano che gli ex-fumatori possono recuperare le capacit mnemoniche bruciate dalle sigarette fra i 35 e i 55 anni.
Pare che le cose non stiano proprio cos e queste idee sono da considerare superate cosicch meglio che gli amanti delle bionde le abbandonino in fretta senza usare questi vecchi alibi scientifici che un semplice questionario come l’SCD-Q ha mandato in fumo.

5 febbraio 2023 (modifica il 5 febbraio 2023 | 08:50)

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