Perù, il Paese nel caos: un poliziotto bruciato vivo, oltre 40 morti. E l’ex presidente Castillo incita i manifestanti

Perù, il Paese nel caos: un poliziotto bruciato vivo, oltre 40 morti. E l’ex presidente Castillo incita i manifestanti

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di Redazione Esteri

Solo ieri gli scontri in strada hanno causato 17 morti (sono oltre 40 in totale dall’inizio di dicembre). Il parlamento d la fiducia al nuovo governo mentre la presidente Boluarte viene indagata per genocidio

Il parlamento che conferma la fiducia al nuovo governo. L’ufficio del procuratore generale che rivela di star indagando per genocidio e omicidio la presidente, il premier, il ministro della Difesa e quello degli Interni. E rivolte che non si placano e che solo ieri hanno causato 17 morti.

Le accuse

Tutto questo accaduto in Per nelle ultime 24 ore. Prima arrivato l’annuncio dell’ufficio del procuratore generale: un’inchiesta sulla presidente Dina Boluarte e alcuni membri del governo a proposito delle violente manifestazioni che scuotono il Paese dall’inizio di dicembre (ovvero da quando l’ex presidente Pedro Castillo ha tentato un golpe), nelle quali sono rimasti uccisi pi di 40 civili e in centinaia sono stati feriti.

Le accuse — genocidio, omicidio e lesioni gravi — sono rivolte contro la presidente Dina Boluarte, il presidente del Consiglio dei ministri Alberto Otarola, il ministro degli Interni Victor Rojas e il ministro della Difesa Jorge Chavez. Per ora, nessuno di loro n i loro portavoce hanno rilasciato dichiarazioni o commenti.

Diverse associazioni in difesa dei diritti umani sostengono che le forze dell’ordine, in queste settimane di proteste, avrebbero sparato contro i manifestanti; mentre l’esercito ribatte e dice che i rivoltosi hanno utilizzato armi e scagliato esplosivi rudimentali fabbricati in casa contro i soldati.

Fiducia e imboscate

Sempre ieri, il nuovo premier ha incassato la fiducia del parlamento: 73 i voti a favore, con 43 contrari e 6 astenuti. Subito dopo, Otarola ha annunciato un coprifuoco notturno in vigore per tre giorni a Puno, una citt nel Sud del Paese vicina al confine con la Bolivia, per placare le violenze.

In quella regione sono avvenuti gli episodi pi gravi delle ultime ore. Le immagini girate dalle televisioni locali mostrano migliaia di persone in strada mentre tutt’attorno si verificano saccheggi e scontri con le forze dell’ordine. L’aeroporto della citt di Juliaca stato chiuso dopo che 9.000 persone hanno tentato di invadere lo scalo.

Negli scontri stato ucciso un poliziotto, Jose Luis Soncco: bruciato vivo nella sua auto di pattuglia, dopo quella che il comandante della polizia locale Raul Alfaro ha definito una imboscata dei rivoltosi: L’hanno bruciato vivo, ha commentato. Le autorit locali hanno sottolineato l’estrema violenza dell’episodio: Soncco sarebbe stato persino torturato prima di essere ucciso.

I violenti hanno preso d’assalto e lanciato ordigni incendiari contro la residenza di un parlamentare nella citt di Ilave, mentre i familiari si trovavano all’interno della casa.

Golpe e caos

Ma l’ex presidente Pedro Castillo sta dalla parte di chi protesta. In un tweet ha scritto che le persone morte nel tentativo di difendere il Paese dalla dittatura golpista saranno ricordate per sempre nella storia del Per. In realt, a provocare il caos in cui il Paese sprofondato da pi di un mese stato proprio il tentativo di Castillo, avvenuto il 7 dicembre, di effettuare un colpo di Stato e dissolvere il parlamento per mantenere il potere. Il golpe fallito, Castillo stato arrestato e condannato a 18 mesi di carcere e al suo posto subentrata Dina Boluarte, sua vicepresidente.

Ma i sostenitori di Castillo — che ora si trova in cella, e che prima di trasferirsi nella dimora presidenziale dopo la vittoria nelle elezioni del giugno del 2021 abitava su un altipiano andino e non aveva mai fatto politica — non riconoscono la nuova presidente e il suo governo. Per questo hanno invaso le strade e dato il la a vere e proprie guerriglie urbane che l’intervento dei soldati e i coprifuoco istituiti non hanno fermato.

Cos come a nulla valsa la decisione del parlamento, adottata a larga maggioranza, di anticipare dal 2026 al 2024 le elezioni presidenziali e quelle politiche. Decisione non scontata, visto che secondo la Costituzione un parlamentare pu essere eletto per un solo mandato, e visto che dal 2016 il Per prigioniero di una lotta senza quartiere tra capi di Stato e parlamenti che cercano di eliminarsi a vicenda.

11 gennaio 2023 (modifica il 11 gennaio 2023 | 11:12)

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