La decisione del ministro Valditara, dopo l’iniziale silenzio, di biasimare la preside del liceo “Da Vinci” di Firenze per aver inviato ai suoi alunni una lettera di condanna del presunto carattere neofascista del pestaggio di alcuni studenti – avvenuto lo scorso 18 febbraio davanti al liceo classico “Michelangiolo”, sempre di Firenze – che ha visto coinvolti giovani militanti di ‘Azione studentesca’, vicini a Fratelli d’Italia (sulla ricostruzione dei fatti stanno indagando la Procura e la Digos), ha scatenato una tempesta di critiche, culminate nella esplicita richiesta delle sue dimissioni da parte del Movimento 5 Stelle, della sinistra del PD e di Elly Schlein, in questi giorni impegnata nelle elezioni primarie per la guida di questo partito.
L’accusa rivolta al ministro è quella di offrire una copertura alla violenza neofascista degli studenti di estrema destra. E il M5S giunge a sostenere che il suo “atteggiamento contro la preside è esso stesso un riflesso di atteggiamenti squadristi”. Più misurata la posizione di Stefano Bonaccini, rivale della Schlein per la guida del PD, che però chiama in causa la premier (“Meloni intende continuare a tacere?)”, e anche quella della Flc Cgil, che in una nota scrive che “Il ministro farebbe meglio a placare il clima di tensione e di odio suscitato da giovani neofascisti, a condannare l’accaduto, sostenere i dirigenti nell’esercizio delle loro funzioni educative e ad affermare compiutamente un messaggio antifascista”. Ma senza chiedere le dimissioni di Valditara.
La vicenda, in pieno sviluppo (è anche in corso una raccolta di firme di solidarietà con la preside del “Da Vinci” Annalisa Savino), merita approfondimenti nel merito, come quello che abbiamo proposto nel nostro sito – che offre chiavi di lettura inedite per una riflessione circostanziata sulla vicenda – e una valutazione di carattere politico più generale. Che cosa ha spinto il ministro – che nei giorni precedenti era stato oggetto di minacce farneticanti sui social (per le quali Tuttoscuola manifesta al ministro piena solidarietà) da parte di un collettivo studentesco di Torino (“Valditara a testa in giù”) – a considerare “impropria” la lettera della preside e a minacciare “misure” se si dovessero estendere analoghe iniziative? Probabilmente il timore che il non tanto velato appello della preside Savino alla mobilitazione antifascista (con citazione di un testo giovanile di Gramsci, “Odio gli indifferenti”) possa innescare una nuova stagione di agitazioni e scontri nelle scuole e nelle piazze. Una prospettiva che Valditara ci sembra voglia esorcizzare per le ragioni che proponiamo nella notizia successiva.
Per approfondimenti:
Lettera DS di Firenze: politica o educazione?
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