di Andrea Ghiselli
L’esperto: Immagini un organismo che deve gestire i nutrienti, vale a dire digerirli, assorbirli, trasportarli, metabolizzarli e conservarli. Se i nutrienti arrivano a rate pi facile gestirli
Chi sostenitore dei pochi pasti abbondanti sostiene che mangiare ogni tre ore circa, frazionando la dieta in 4-5 pasti, continua ripetutamente a stimolare l’insulina e si resta costantemente in uno stato postprandiale. Questo sarebbe poco conveniente in quanto non si attivano mai gli ormoni controinsulari e soprattutto l’autofagia. Dall’altra parte per comprendo che, frazionando i pasti, c’ minor impatto sulla glicemia e sul metabolismo in genere. Quindi possiamo dire che in entrambi gli approcci ci possono essere dei vantaggi?
Risponde Andrea Ghiselli, direttore Master I livello in Scienza dell’alimentazione e dietetica applicata, Unitelma Sapienza, Roma (VAI AL FORUM)
Intanto occorre mettersi d’accordo sui tanti e pochi pasti. Tanti in genere si considerano 6 o pi, mente per pochi si intende 2-3. Sono tre le cose da tenere in considerazione: cosa si mangia, quanto e quante volte e infine quando. Ovviamente la parte del leone la fanno il cosa e quanto, ma giocano un ruolo anche la frequenza e il quando. Il discorso che pi pasti non danno modo agli ormoni controinsulari di agire non regge per due motivi: il primo che non tutti i pasti stimolano l’insulina e quindi se uno di quei pasti fatto da frutta secca o da bistecca e insalata, l’inulina viene stimolata poco o per nulla. Ma il secondo motivo pi importante: mettiamo che un pasto grande, diciamo di 1.000 kcal, stimoli 100 molecole di insulina per un paio di ore.
Un altro pasto uguale a distanza di 8 ore ristimoler altre 100 molecole di insulina che scompariranno in un paio di ore. Quindi ci saranno 4 ore di alta produzione di insulina e 20 ore di digiuno, durante il quale si attiveranno gli ormoni controinsulari. Ora invece facciamo 4 pasti da 500 kcal che ovviamente produrranno 50 molecole di insulina che dureranno un’ora. Avremmo quindi 4 ore di presenza di insulina e 20 senza. C’ differenza? Nessuna, se non un fatto che porto alla sua riflessione: immagini un organismo che deve gestire i nutrienti che arrivano dall’alimentazione, vale a dire digerirli, assorbirli, trasportarli, metabolizzarli e conservarli. Se i nutrienti gli arrivano a rate ben pi facile gestirli no?
18 gennaio 2023 (modifica il 18 gennaio 2023 | 11:59)
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