Piero De Luca: «Io, preside, non aderisco alla marcia per la pace»

Piero De Luca: «Io, preside, non aderisco alla marcia per la pace»

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il caso Mezzogiorno, 19 ottobre 2022 – 08:01 Il dirigente scolastico: «Le scuole non si cooptano, a mo’ di partito cinese» di Simona Brandolini L’unico che poteva dire no a De Luca è Piero De Luca. Non il figlio deputato, ma, come ha detto in campagna elettorale da candidato di Unione popolare, «l’originale». Il no al presidente della Regione però, non è da politico. Ma da dirigente, cioé preside, dell’Istituto comprensivo Sauro Enrico Pascoli di Secondigliano. Scuola di periferia da mille alunni. De Luca, le è arrivata la circolare con la quale la giunta regionale invita a partecipare alla manifestazione per la pace del 28 ottobre?«Certo, come a tutte le scuole è arrivata la comunicazione». E lei che ha deciso? Ha aderito?«Assolutamente no e le motivazioni sono molteplici. Una di opportunità, una pedagogica, infine una di credibilità dei proponenti». Andiamo con ordine. «Dal punto di vista dell’opportunità, scusate il gioco di parole, ma io trovo inopportuno che ognuno si organizzi le proprie manifestazioni. Il Pd si fa la sua, i sindacati la loro. Rende manifesta l’incapacità di ragionare su un tema enorme». Da dirigente scolastico quali sono i motivi di inopportunità secondo lei? In fondo è una manifestazione per la pace, non per la guerra. «E qui entriamo nella questione pedagogica che mi preme maggiormente. Primo punto: De Luca si rivolge al mondo della scuola. Ma senza alcun titolo per farlo. Se De Luca lo considerava prioritario si rivolgeva a tutti, perché solo al mondo della scuola se non per fare consenso?». Cioé lei si riferisce alla circolare, ai bus messi a disposizione e al vademecum?«E ai soldi. Essendo una manifestazione di una parte, spendere soldi pubblici è poco felice». Trecentomila euro.«Appunto. Ma torniamo al punto: nella scuola si dovrebbe insegnare il pensiero critico, coltivare la coscienza dei cittadini, le diversità. Su un tema che necessita di approfondimento, a mo’ di partito popolare cinese, decidi di intruppare i ragazzi e portarli a manifestare acriticamente». Lei si è candidato con un partito pacifista, giusto?«Certo. Sono contento infatti che parlino di pace, ma non in questo modo. I ragazzi dovrebbero urlare gli slogan che qualcuno impone loro di dire? Le scuole non si cooptano. Io sono un uomo di parte, ma non mi interessa, in questo momento lo dico da dirigente scolastico: è un’entrata a gamba tesa per il facile consenso, per fare numero, per parlare di adunate oceaniche che ricordano altro. La scuola deve coltivare il dissenso, non il consenso». Insomma per lei la modalità non è neutrale. E perché parla di credibilità dei soggetti proponenti?«Perché parliamo dei vertici di un’amministrazione che della scuola hanno fatto carne da macello, chiudendo tutto il possibile e ora che serve per riempire le piazze, blandiscono un consenso che hanno perso. I ragazzi non sono pedine. Poi De Luca è esponente di un partito, il Pd, che ha votato per tutti gli invii di armi e ora si scopre pacifista». In pratica rivendica una primogenitura?«No, ma certo noi di un cessate il fuoco abbiamo parlato quando nessuno lo faceva. I pacifisti come De Luca hanno solo letto i sondaggi. Per questo non sono credibili». Lei è stato anche l’unico dirigente a opporsi alle chiusure delle scuole durante il Covid.«Contestai pubblicamente la delibera dell’Epifania che era in contrasto con la normativa nazionale. Fui l’unico a dire che era illegittima, tant’è che dopo il Tar costrinse l’amministrazione a fare un passo indietro». Pensa che sarà l’unico anche stavolta?«Che io sappia no. Nel senso che ci sono scuole che hanno ignorato la comunicazione. Dubito che ci sia qualcuno che si esprimerà pubblicamente però, ma non importa. La mia posizione è chiara. La scuola non è il terreno dove cercare consenso, neanche se le posizioni fossero giuste. Perché nelle aule è legittimo anche il pensiero di chi vuole che la guerra non finisca. E il pensiero autonomo va dove gli pare. In Campania si tende, invece al controllo, anche delle parole». La newsletter del Corriere del MezzogiornoSe vuoi restare aggiornato sulle notizie della Campania iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui. 19 ottobre 2022 | 08:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-10-19 11:29:00, Il dirigente scolastico: «Le scuole non si cooptano, a mo’ di partito cinese»,

Pietro Guerra

Pietroguerra.com.com è un sito web dedicato alle notizie per il personale scolastico, docenti, dirigenti scolastici, personale ATA, personale educativo, genitori e studenti

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