Pil in calo: -0,1% nel quarto trimestre 2022 Crescita acquisita nel 2023 resta allo 0,4%

Pil in calo: -0,1% nel quarto trimestre 2022 Crescita acquisita nel 2023 resta allo 0,4%

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di Alessia Conzonato

Pil, Istat: -0,1% nel quarto trimestre 2022,  crescita acquisita  2023 resta allo 0,4%

La variazione acquisita del Pil per il 2023, quella che – in base alla spinta del 2022 – si otterrebbe se tutti i trimestri di quest’anno registrassero una variazione nulla, pari al +0,4%. Lo rileva l’Istat nella statistica sui Conti economici trimestrali, confermando il dato diffuso il 31 gennaio scorso.

Calo nell’ultimo trimestre del 2022

Nel quarto trimestre del 2022 il prodotto interno lordo, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, diminuito dello 0,1% rispetto al trimestre precedente ed cresciuto dell’1,4% nei confronti del quarto trimestre del 2021. Lo rileva l’Istat, che conferma il dato congiunturale diffuso il 31 gennaio, mentre riduce la stima tendenziale (la crescita era risultata dell’1,7%). Si conferma, quindi, la lieve contrazione dell’attivit produttiva nel quarto trimestre 2022, gi rilevata in via di stima preliminare a fine gennaio. In termini tendenziali, invece, rileva l’Istat, prosegue la ripresa per l’ottavo trimestre consecutivo. Secondo l’istituto, la lieve flessione del Pil dovuta sia alla domanda interna, sia alle scorte; mentre la domanda estera netta fornisce un marcato contributo positivo, per la ripresa delle esportazioni a fronte del calo delle importazioni. Sul piano interno, i consumi privati danno un apporto negativo, mentre quello dei consumi delle amministrazioni pubbliche e quello degli investimenti risulta positivo.

Domanda interna ed esterna

Tenendo conto che il quarto trimestre del 2022 ha avuto tre giornate lavorative in meno del precedente e due in meno rispetto allo stesso del 2021, le ore lavorate registrano una crescita congiunturale dello 0,7%, le unit di lavoro dello 0,6% e i redditi pro-capite dell’1,9%. Tra i principali aggregati della domanda interna, sono in calo i consumi finali nazionali dell’ 1,1%, mentre sono in crescita del 2% gli investimenti fissi lordi. Per quel che riguarda il flusso esterno, invece, le importazioni di beni e servizi sono diminuite dell’1,7% e le esportazioni sono cresciute del 2,6%. La domanda nazionale, al netto delle scorte, ha contribuito per -0,4 punti percentuali alla contrazione del Pil: -0,9 stato il contributo dei consumi delle famiglie e delle Istituzioni sociali private (Isp), +0,4 quello degli investimenti fissi lordi e +0,1 quello della spesa delle Amministrazioni pubbliche (Ap). La variazione delle scorte ha sottratto 1,1 punti percentuali alla variazione del Pil, mentre il contributo della domanda estera netta risultato fortemente positivo, in misura pari a +1,4 punti percentuali. Si registrano andamenti congiunturali negativi del valore aggiunto in tutti i principali comparti produttivi: -0,7% in agricoltura, -0,2% nell’industria e -0,1% nei servizi.

Preoccupano inflazione e caro bollette

Secondo le associazioni dei consumatori, i dati Istat confermano gli allarmi da loro lanciati negli scorsi mesi. Come previsto il caro bollette e l’inflazione alle stelle hanno avuto un effetto depressivo sulla spesa degli italiani sul territorio economico — spiega il presidente Carlo Rienzi —. Un allarme destinato purtroppo a proseguire anche nel 2023: i dati sull’inflazione di gennaio e febbraio attestano infatti come al netto dei beni energetici i prezzi al dettaglio continuino a salire in modo sensibile, colpendo spese primarie delle famiglie come alimentari, casa e trasporti. Una emergenza contro la quale il governo deve intervenire ora, prorogando l’azzeramento degli oneri di sistema in bolletta, reintroducendo lo sconto sulle accise di benzina e gasolio e tagliando l’Iva sui generi di prima necessit come gli alimentari, conclude Rienzi. Anche se nel 2023 ci salveremo con tutta probabilit dalla recessione, non una grande consolazione una crescita dello zero virgola — aggiunge il presidente dell’Unione nazionale consumatori, Massimiliano Dona —. A preoccuparci la caduta libera della spesa delle famiglie residenti, -1,6% sul terzo trimestre 2022. Se proseguisse il cammino in discesa sarebbero guai per il Paese, considerato che rappresentano il 58,8% del Pil. Solo se le bollette del gas e della luce e l’inflazione continueranno a scendere in modo consistente i consumi potranno tenere.

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03 mar 2023

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