Rivisto il decreto attuativo della riforma renzi. nel pei saranno indicate anche le barriere da eliminare
di Carlo Forte
Assicurare una maggiore partecipazione dei genitori degli alunni nelle decisioni che riguardano le misure educative a favore degli alunni con disabilità. E garantire la rimozione delle barriere senso percettive che impediscono la realizzazione di adeguati processi di inclusione scolastica. Sono queste le finalità perseguite da un’ipotesi di decreto legislativo modificativo del decreto 66/20017 sull’integrazione scolastica degli alunni portatori di handicap, al quale il governo ha dato un ok di massima, in prima lettura, il 20 maggio scorso.
Il provvedimento prevede anzitutto che gli enti territoriali dovranno eliminare dagli edifici scolastici le barriere senso-percettive. E cioè tutte quelle situazioni che rendono difficile l’autonomia dei soggetti con disabilità sensoriali (persone per le quali è impossibile l’uso di uno o più sensi come non vedenti, ipovedenti e soggetti affetti da sordità). Il tutto mettendo a disposizione specifici ausili, quali i facilitatori senso-percettivi.
La fruibilità degli strumenti scolastici, inoltre, dovrà essere garantita anche attraverso la predisposizione di postazioni informatiche dotate di specifici ausili, necessari anche per facilitare l’interazione fra gli alunni con disabilità e i compagni di classe. Lo schema di decreto prevede, inoltre, che la domanda per l’accertamento della condizione di disabilità in età evolutiva, ai fini dell’inclusione scolastica, dovrà essere corredata dal certificato medico diagnostico-funzionale contenente la diagnosi clinica e gli elementi attinenti alla valutazione del funzionamento, da effettuare a cura della azienda sanitaria locale.
Ciò al fine di predisporre un unico certificato diagnostico-funzionale che, in caso di contestuale istanza di invalidità o handicap, sostituisca a tutti gli effetti il certificato introduttivo attualmente previsto.
Il provvedimento prevede, inoltre, che il cosiddetto profilo di funzionamento, che è il documento propedeutico alla redazione del piano educativo individualizzato (Pei) e del progetto individuale, dovrà essere predisposto con la collaborazione dei genitori del bambino, dell’alunno o dello studente con disabilità e con la partecipazione del dirigente scolastico oppure del docente di sostegno della scuola frequentata dallo stesso bambino, alunno o studente.
Le nuove disposizioni, inoltre, individuano nel Pei il documento in cui indicare le barriere che limitano la partecipazione sociale e i facilitatori che la promuovono, anche al fine di determinare, da parte del personale scolastico, una riflessione e una revisione dei processi inclusivi.
In tale prospettiva, nella quale la disabilità è definita come l’interazione fra il funzionamento corporeo di una persona e il contesto in cui essa agisce, secondo quanto si legge nella relazione illustrativa, la dimensione contestuale deve assumere un ruolo cardine nella definizione dei livelli di partecipazione sociale o, al contrario, di disabilità degli alunni in questione.