Pluriclassi, una realtà educativa esplorata da una recente ricerca di INDIRE. Intervista alla dirigente scolastica Mastrocinque

Pluriclassi, una realtà educativa esplorata da una recente ricerca di INDIRE. Intervista alla dirigente scolastica Mastrocinque

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Le pluriclassi sono una realtà educativa diffusa in tutto il mondo a livello di istruzione primaria; stime non recentissime dicono infatti che il 30% degli bambini e delle bambine frequentano le pluriclassi in diversi contesti territoriali.

In Italia se ne contano ad oggi circa 2000, che si trovano prevalentemente in zone dove sono diffusi fenomeni di spopolamento, spesso in contesti ad alto isolamento geografico. Una ricerca del Movimento Piccole Scuole dell’Indire, pubblicata nel 2021 mette in luce la loro dominanza nel Sud Italia, dove spiccano Calabria (14,6%), Sicilia (12,6%), Basilicata (9,1%), Sardegna (9,0%), Campania (8,3%); al Nord si segnalano Piemonte (12,3%), Lombardia (11,4%) e Veneto (10,1%).

I volumi di Indire

Proprio in questi giorni escono due volumi pubblicati da Morcelliana, nella collana scientifica “Didattica”, a cura delle ricercatrici dell’INDIRE Giuseppina Rita José Mangione e Laura Parigi, che tentano di fare il punto sulle caratteristiche della didattica efficace nelle pluriclassi e sui repertori d’azione che emergono dalla pratica degli insegnanti italiani. La ricerca INDIRE è stata condotta nell’ambito del Movimento Nazionale delle Piccole Scuole e ha indagato le pratiche e i vissuti professionali nelle pluriclassi, mettendo in luce come i docenti più esperti abbiano appreso sul campo ad adattare e reinterpretare le routine e i dispositivi più tradizionali della classe standard, come il programma e il libro di testo, per strutturare attività e percorsi di apprendimento cooperativi per alunni di età diverse, sviluppare il tutoraggio tra pari e potenziare l’autonomia degli studenti.

Piemonte: le pluriclassi per preservare l’identità

Anche per l’anno scolastico 2023-2024 la Regione Piemonte sosterrà la tutela e lo sviluppo delle scuole di montagna. Preservare il futuro delle nostre montagne, radici della nostra stessa identità e non sono solo un gioiello di bellezza e natura, significa investire nelle scuole, i luoghi in cui questo futuro si coltiva giorno dopo giorno” affermano il presidente della Regione Alberto Cirio ed il vicepresidente Fabio Carosso, sottolineando che “l’obiettivo è tutelare le scuole di montagna e sostenere i piccoli Comuni, agevolandoli nel mantenimento sul territorio dei servizi alla famiglia. Un supporto concreto agli amministratori che con coraggio e visione scelgono, nonostante le difficoltà di bilancio, di mantenere sulle loro montagne quei presidi fondamentali che le scuole rappresentano. Stiamo investendo molto sulla montagna e continueremo a farlo, anche con le risorse che derivano dai fondi europei.

Essere dirigente nelle pluriclassi: intervista ad Antonietta Mastrocinque

La professoressa Antonietta Mastrocinque dirige da qualche anno l’IC Castellamonte in provincia di Torino, dove in due plessi esiste la realtà delle pluriclassi. Le abbiamo chiesto di raccontarci la sua esperienza.

Nell’anno scolastico 2022/2023 due plessi hanno avuto le pluriclassi, (Colleretto classi 2 e 5, Torre/Bairo una classe 1/2 e una classe 3/4/5). Nel caso di Colleretto l’abbinamento 2/5 è stato davvero complicato da gestire, considerata la differenza notevole di età tra i bambini delle due classi. Grazie all’utilizzo del potenziamento e ad un finanziamento della regione Piemonte proprio a sostegno delle pluriclassi nei comuni montani, siamo riusciti a predisporre un orario tale da sdoppiare le due classi in gran parte delle ore.

Nell’altro caso, il plesso aderisce al modello “scuola senza zaino”, la cui metodologia consente di lavorare facilmente per gruppi di livello, classi aperte…diciamo che la pluriclasse risulta addirittura un’organizzazione vincente: superando il “limite “dell’età, gli alunni possono seguire percorsi didattici in relazione ai loro specifici ritmi di apprendimento.

Quando la pluriclasse accorpa alunni di età molto diverse, è decisamente una necessità legata al territorio; quando invece è possibile abbinare alunni vicini per età, i vantaggi sono notevoli per tutti: ho assistito a lezioni in cui i bambini eccellenti della classe quarta, svolgevano le attività con i compagni di quinta, e bambini con tempi di apprendimento più ampi, collaboravano con i compagni di terza. Tutto senza che nessuno si sentisse sminuito, umiliato, scoraggiato, essendo il gruppo classe unico. Tutto ciò non può prescindere dalle competenze dei docenti, che devono progettare scrupolosamente il percorso didattico.

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