di Redazione Sport
Il procuratore Giuseppe Chinè aveva chiesto 12 mesi di inibizione per il presidente della Juve Andrea Agnelli e 11 mesi e 5 giorni per quello del Napoli Aurelio De Laurentiis. Prosciolti in totale 61 dirigenti.
L’inchiesta sulle plusvalenze nel calcio italiano si è chiusa con un nulla di fatto. Sono stati infatti tutti prosciolti il 15 aprile i 59 dirigenti e le 11 società (di cui cinque di serie A: Genoa, Sampdoria ed Empoli, Juventus e Napoli) a giudizio del Tribunale nazionale della Figc. Il procuratore Giuseppe Chinè aveva chiesto, fra l’altro, per il presidente della Juve, Andrea Agnelli, un anno di inibizione e 800 mila euro di multa al club, e per il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, 11 mesi e 5 giorni di inibizione e 392 mila euro di ammenda alla società e per l’ex diesse bianconero Fabio Paratici 16 mesi e dieci giorni di inibizione. Richieste non accolta, così come tutte le altre. Si tratta solo del primo grado. A metà maggio potrebbe esserci il processo d’appello, prima di chiudere con il Collegio di garanzia presso il Coni, che si potrebbe pronunciare dopo un mese visto il numero ingente di posizioni da analizzare.
Ora bisognerà attendere le motivazioni della sentenza, ma è chiaro che il verdetto demolisce l’impianto accusatorio fondato sulla convinzione di potere fissare una valutazione «corretta» e oggettiva dei calciatori: da questo presupposto la Procura aveva ritenuto di potere determinare i presunti valori gonfiati e, conseguentemente, le cosiddette plusvalenze fittizie. Secondo l’inchiesta lo scambio gonfiato di decine di calciatori avrebbe fatto raggiungere, solo per la serie A, una somma che supera i 110 milioni di euro e che sarebbe servita per quadrare i bilanci fragili di undici società. Un teorema accusatorio che, a quanto pare, è risultato indimostrabile.
La difesa delle società coinvolte, Juventus in testa, partiva da una domanda: come si calcola il valore di un calciatore? Come è possibile stabilire il prezzo di un cartellino e definirlo oggettivo? Un esempio: Pablo Moreno, talento spagnolo, è stato ceduto dalla Juve al Manchester City per 10 milioni di euro, in uno scambio che ha portato a Torino per una cifra simile Felix Correia. Per la Procura, secondo determinati parametri, Moreno valeva 2 milioni. Chi ha ragione? La Juve in particolare ha contestato il ricorso da parte della procura del sito specializzato Transfertmarkt come presunto garante dell’oggettività del valore di un calciatore. E lo ha fatto citando un’intervista che Martin Freudl — che per Transfertmark si occupa della Bundesliga, il campionato tedesco — ha rilasciato al portale olandese: Follow the Money. «Sono un assistente sociale – ha detto Freudl agli olandesi – e passo una parte del mio tempo libero a casa sul mio computer a elaborare le valutazioni. Lo faccio per hobby, ma l’industria del calcio che muove milioni, mi prende sul serio. Io collaboro con Transfertmark per divertimento: il contrasto è folle». Il Tribunale sembra averlo ascoltato.
15 aprile 2022 (modifica il 15 aprile 2022 | 16:44)
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, 2022-04-15 14:44:00, Il procuratore Giuseppe Chinè aveva chiesto 12 mesi di inibizione per il presidente della Juve Andrea Agnelli e 11 mesi e 5 giorni per quello del Napoli Aurelio De Laurentiis. Prosciolti in totale 61 dirigenti. , Redazione Sport