Riguardo all’azione sulla dispersione scolastica e i divari territoriali, ciò che è stato emanato è il D.M. 170, firmato dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi in data 24 giugno 2022. Poi sei mesi di blackout, fino alla frettolosa emanazione delle Linee guida e istruzioni operative, avvenuta a cavallo della fine dell’anno. Restano alle 3.198 scuole beneficiarie solo 7 settimane, per tutte le azioni successive per firmare un “Atto d’obbligo” con l’Unità di Missione.
Una ripartizione dei tempi – nel ritardo generale – decisamente sbilanciata a sfavore delle scuole.
Dopo la pausa elettorale si sperava che il nuovo Governo, oltre a farsi carico del gravoso ritardo nell’implementazione del Piano che lo mette oggettivamente in difficoltà, mettesse in discussione l’impostazione e i contenuti degli Orientamenti per l’attuazione degli interventi nelle scuole, di cui Tuttoscuola aveva tempestivamente denunciato i limiti e proposto alternative (PNRR e dispersione: non è che si sta pensando a un mega ‘corso di recupero’?, 10 ottobre 2022). Speranza rimasta delusa, a parte il meritorio sblocco dell’impasse con il Ministero dell’economia riguardo ai compensi per il personale, ottenuto da Valditara.
Rimandiamo all’articolo citato per l’analisi delle pecche di impostazione (che evidentemente al Ministero non hanno letto o non considerato, benché avesse raccolto una larga condivisione nel mondo della scuola), tutte purtroppo confermate “pari pari”.
Indipendentemente dalle caratteristiche delle scuole, dalle loro esigenze, dal modello di scuola a cui si ispirano, dalla fattibilità pratica, è stato deciso centralmente che le scuole dovranno attuare determinati tipi di interventi (mentoring, counseling, formazione e orientamento per studenti e genitori, percorsi di potenziamento delle competenze di base, di motivazione e ri-motivazione, percorsi formativi e laboratoriali extracurriculari), che si tradurranno di fatto in un mega “corso di recupero” pomeridiano.. Chi ha detto che siano queste le strade migliori per abbattere la dispersione? Sono in grado di rispondere alle numerose cause, endogene ed esogene che sono alla radice del fenomeno?
“Se non si prevede l’introduzione di nuovi modelli educativi più efficaci, i docenti di oggi otterranno gli stessi risultati di sempre: se non sono in grado di coinvolgere alcune fasce di studenti che poi abbandonano, come potranno farlo seguendoli pure in orario extra scolastico? Il pericolo è che proprio gli studenti fragili a cui ci si rivolge possano percepire tutto ciò come una forma di accanimento terapeutico o addirittura un “raddoppio della pena”…
La definizione delle modalità di gestione e di spesa determinerà gli spazi di azione delle scuole, e assume dunque un’importanza fondamentale, al punto da poter affondare le possibilità di successo: vincoli eccessivi potrebbero ingabbiare le progettualità e ridurre il programma del PNRR sulla riduzione dei divari territoriali e il contrasto alla dispersione scolastica a una sorta di mega corso di recupero pomeridiano, peraltro condotto con mezzi e strategie analoghi a quelli già messi in atto nelle singole scuole, se non verrà data alle stesse la possibilità di formarsi e di essere accompagnate”.
Lo scrivevamo tre mesi fa, quando si poteva ancora correggere un’impostazione sbagliata impressa dal precedente Governo… (anche se va detto che il ministro Valditara si è trovato a ricevere una “patata bollente e avvelenata”: le azioni su dispersione e Scuola 4.0, al momento in cui ha assunto l’incarico erano in grande ritardo e impostate male: non era facile modificarle in corsa, ma era anche l’ultima speranza per rimettere nella giusta carreggiata investimenti cospicui).
Valutazioni analoghe si possono fare purtroppo per la linea di investimento su Scuola 4.0 (2,1 miliardi di euro). L’Unità di missione ha voluto gli stessi criteri di spesa obbligati per tutte le scuole, quando lo sanno anche i muri del Ministero che ciascuna scuola ha caratteristiche, condizioni ed esigenze diverse dalle altre: un’impostazione intrinsecamente sbagliata. Basti dire a riguardo che si impone alle scuole di spendere almeno il 60% dei fondi in spese per acquisto di dotazioni digitali (e zero per la formazione per l’utilizzo, se non su altro capitolo di finanziamento scollegato e di là da venire): anche alle scuole che ne sono già ampiamente provviste, specie dopo i tanti finanziamenti ottenuti durante la pandemia. Avete capito bene: si obbliga ad acquistare dotazioni anche quando già si dispone di quelle necessarie e allo stato dell’arte (per la gioia di produttori e distributori). In altri termini – spiace sottolinearlo – imponendo a tutte le scuole di investire le risorse (ricevute a loro insaputa) con gli stessi criteri, si prevede in taluni casi l’obbligo di sprecare risorse pubbliche (che in buona parte, se non completamente in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi, dovranno essere restituite). Sembrerebbe incredibile, se non fosse vero.
Per ora non diciamo altro (ma lo faremo con analisi approfondite).
Per approfondimenti riguardanti la gestione dei progetti del PNRR affidati alle scuole si rinvia al webinar gratuito organizzato da Tuttoscuola per mercoledì 11 alle ore 16. Iscrizione gratuita da qui: https://www.tuttoscuola.com/pnrr-istruzioni-operative-webinar/
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