PNRR Riduzione dei divari territoriali, il MIM pubblica alcune FAQ

PNRR Riduzione dei divari territoriali, il MIM pubblica alcune FAQ

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Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha pubblicato alcune FAQ riguardanti l’Investimento 1.4 del PNRR riguardanti l’intervento straordinario finalizzato alla riduzione dei divari territoriali nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado e alla lotta alla dispersione scolastica.

Le FAQ sono 13 e riguardano vari aspetti della progettazione degli interventi.

Le riportiamo di seguito:

1. Le tipologie di attività previste nelle “Azioni” (percorsi di mentoring e orientamento, Percorsi di potenziamento delle competenze di base, di motivazione e accompagnamento, percorsi di orientamento con il coinvolgimento delle famiglie, etc.) sono tutte obbligatorie?

No, le tipologie di attività non sono tutte obbligatorie. Soltanto per la tipologia “Percorsi di mentoring e orientamento” è previsto un minimo previsionale di attività pari ad almeno il 30% del contributo complessivo del progetto.

2. Il valore target è riferito al numero complessivo di alunni e studenti che partecipano ai percorsi o al numero complessivo degli attestati rilasciati alla fine dei percorsi? I due valori target (numero di studenti che accedono alla piattaforma e studenti o giovani che hanno partecipato ad attività di tutoraggio o corsi di orientamento post diploma) possono coincidere?

Il valore target è riferito al numero di attestati rilasciati alla fine dei percorsi. La piattaforma di registrazione delle attività calcola il target sommando il numero di tutti gli attestati rilasciati alla fine dei percorsi.

Con riferimento ai due valori target il numero è coincidente in quanto per lo svolgimento dei percorsi formativi è previsto anche l’utilizzo di una piattaforma digitale di registrazione delle presenze e di accompagnamento alle attività didattiche e formative.

3. Nel caso di una rete fra scuole, gli studenti appartenenti ad altre scuole che frequentano i percorsi sono calcolati nel valore target?

Sì, gli studenti che partecipano ai percorsi sono computati ai fini del raggiungimento anche se appartenenti ad altre scuole della rete.

4. E’ possibile coinvolgere nei progetti anche gli studenti che hanno già interrotto la frequenza scolastica?

Sì. Si sottolinea che tutti i percorsi sono rivolti a studenti con fragilità negli apprendimenti, a rischio di abbandono o che abbiano già abbandonato la scuola. Rispetto a questa ultima categoria è fortemente raccomandato attivare specifiche misure, soprattutto da parte del team per la prevenzione della dispersione scolastica, per accompagnare il ritorno a scuola di alunni e studenti che abbiano interrotto la frequenza.

5. In sede di attuazione del progetto è possibile variare il numero delle edizioni dei percorsi formativi inserito in candidatura e rimodulare conseguentemente gli importi complessivi per ciascuna tipologia di percorso, fermo restando i valori minimi e massimi stabiliti dalle Istruzioni operative e la percentuale di almeno il 30% per i percorsi di mentoring e orientamento?

Sì, in sede di attuazione, è possibile apportare le variazioni ai valori indicati in sede di progettazione preliminare per le diverse tipologia di attività, sulla base delle rimodulazioni che si rendessero necessarie in corso d’opera, comunque nel rispetto dei valori, del target previsto e delle percentuali minime e massime stabilite delle Istruzioni operative.

6. Gli indicatori comuni contengono fasce di età quali 0-17 anni e 18-29 anni. Ma è necessario per ciascun progetto svolgere attività formative per tutti gli studenti di entrambe le fasce?

No, non è necessario. Gli indicatori comuni riportati sono stabiliti dalla Commissione europea in via generale. In sede di monitoraggio, la scuola compilerà soltanto i campi corrispondenti alle fasce di età degli studenti effettivamente frequentanti, lasciando gli altri campi a zero.

7. I percorsi formativi di mentoring e orientamento e di potenziamento delle competenze possono essere svolti anche di mattina?

Sì, è possibile. Infatti, le azioni di prevenzione e contrasto alla dispersione scolastica richiedono un approccio didattico personalizzato, fondato sul mentoring e sul tutoraggio, quale rafforzamento delle attività didattiche curricolari. In particolare, i percorsi formativi di mentoring e orientamento e di potenziamento delle competenze sono rivolti agli studenti con fragilità degli apprendimenti, a rischio di abbandono o che abbiano già abbandonato la scuola, e richiedono una attività didattica mirata e personalizzata, integrata con quella curricolare. Le Istruzioni operative specificano che i percorsi possono essere svolti anche in prosecuzione pomeridiana dell’orario scolastico, ricomprendendo, pertanto, la possibilità di svolgimento in orario antimeridiano, purché gli stessi siano tenuti da formatori/tutor al di fuori del loro orario di lezione curricolare. Pertanto, nel caso in cui siano stati incaricati docenti/tutor interni per l’attuazione dei percorsi, gli stessi potranno essere retribuiti solo per le attività prestate al di fuori del loro effettivo orario di servizio, nel rispetto del divieto di “doppio finanziamento”. Nel caso di svolgimento dei percorsi in orario antimeridiano non può essere riconosciuta la UCS mensa.

8. Con quali procedure devono essere individuati i soggetti partner privati che partecipano al progetto a titolo oneroso?

Le istituzioni scolastiche possono scegliere una o più opzioni per la procedura di individuazione dei partner privati.

Nel caso si opti per la esternalizzazione e affidamento di servizi (appalto di servizi), la procedura di individuazione degli operatori economici è regolata dal codice dei contratti pubblici, venendo ad esistenza un rapporto a prestazioni corrispettive. Ad essa si applicano, pertanto, le norme vigenti in materia di affidamento di servizi (affidamento diretto, procedura negoziata, etc.), in base all’importo oggetto di appalto.

Nel caso, invece, di coinvolgimento di enti del terzo settore, la collaborazione al progetto può avvenire anche attraverso forme di co-progettazione e convenzione, attuate nel rispetto dei principi di trasparenza, imparzialità, partecipazione e parità di trattamento, in conformità con quanto disposto dagli articoli 55 e 56 del decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117, recante “Codice del Terzo settore, a norma dell’articolo 1, comma 2, lettera b), della legge 6 giugno 2016, n. 106”. Tali forme di collaborazione richiedono, in ogni caso, alle istituzioni scolastiche, una procedura di individuazione degli enti del terzo settore, nel rispetto dei principi di pubblicità, imparzialità e trasparenza di cui alla legge n. 241/1990, tramite avviso pubblico, manifestazioni di interesse, etc., ovvero previa definizione degli obiettivi generali e specifici dell’intervento, della durata e delle caratteristiche essenziali dello stesso nonché dei criteri e delle modalità per l’individuazione degli enti partner. Tale tipologia di procedura, che consente alle istituzioni scolastiche di sviluppare forme di coinvolgimento attivo, confronto, condivisione ed, eventualmente, co-realizzazione degli interventi con gli enti del terzo settore del territorio, può essere espletata sia prima della presentazione della proposta progettuale (in tal caso i partner già individuati possono essere inseriti già nella proposta progettuale) sia in sede di realizzazione (in questo secondo caso, i dati dei partner del terzo settore individuati a titolo oneroso andranno inseriti in sede di gestione e monitoraggio).

Altre modalità di individuazione dei soggetti partner a titolo oneroso devono essere comunque operate garantendo il rispetto dei principi di imparzialità, proporzionalità, trasparenza, pubblicità, tramite avvisi pubblici, in coerenza con quanto previsto dal codice dei contratti pubblici.

9. Costi indiretti. Quali sono i costi ammissibili per questa categoria? Come devono essere rendicontati?

Le Istruzioni operative specificano che con la quota forfettaria del 40% dei costi indiretti è possibile coprire tutti i costi indiretti sostenuti dalla scuola per l’organizzazione del percorso e l’accesso alla frequenza da parte dei beneficiari. A titolo esemplificativo e non esaustivo, possono rientrare all’interno della quota forfettaria del 40% i costi indiretti relativi a spese di trasporto degli alunni e studenti partecipanti per l’accesso ai percorsi, materiale didattico, altri materiali o beni di consumo necessari per lo svolgimento dei percorsi, eventuale noleggio di attrezzature necessarie e funzionali allo svolgimento dei percorsi, altri costi di personale, attività e/o servizi per il rispetto degli obblighi di pubblicità del PNRR, eventuali spese postali, telefoniche e connettività pro-quota, attività gestionali di progettazione e tecnico-operative del personale interno coinvolto nella realizzazione del progetto svolte al di fuori dell’orario di servizio e prestate unicamente per lo svolgimento delle azioni strettamente connesse ed essenziali per la realizzazione del progetto finanziato, funzionalmente vincolate all’effettivo raggiungimento di target e milestone di progetto. Sempre a titolo esemplificativo e non esaustivo, le attività gestionali di progettazione e tecnico-operative possono essere declinate nelle seguenti funzioni secondo l’organizzazione stabilita da ciascuna scuola per la realizzazione dei percorsi: coordinamento generale del progetto e direzione dei percorsi formativi (es. dirigente scolastico), attività specialistiche di supporto tecnico e organizzativo al RUP (es. DSGA e personale ATA), progettazione didattica e formativa dei percorsi (es. docenti), supporto educativo e/o psico-pedagogico (es. docenti o altre figure specialistiche interne e/o esterne) e attività operative strumentali alla gestione dei percorsi formativi (ad esempio, personale per l’attività di segreteria didattica, la registrazione delle presenze e il rilascio degli attestati, personale tecnico e ausiliario per garantire l’apertura della scuola in orario extracurricolare per lo svolgimento specifico dei percorsi e la tenuta e pulizia degli spazi, personale di assistenza per garantire l’inclusione agli studenti con disabilità, etc.).

I costi indiretti non vengono rendicontati a piè di lista come accade per i costi reali, ma sono calcolati in automatico dalla piattaforma per una quota del 40% sulla base del numero di ore effettivamente registrate e certificate a sistema da ciascuna scuola.

10. Team per la prevenzione della dispersione scolastica. Come devono essere individuati i docenti tutor interni? Con l’UCS “Attività tecnica del team per la prevenzione della dispersione scolastica possono essere retribuiti anche il DS, il DSGA o altre figure?

I docenti tutor esperti del team per la prevenzione devono essere individuati attraverso specifici avvisi, nel rispetto dei principi di trasparenza, imparzialità ed equità. I docenti tutor esperti possono essere sia esterni che interni. Nel caso di docenti tutor esperti interni l’individuazione può anche avvenire con deliberazione del Collegio Docenti, sulla base di apposita istanza dei docenti interessati e previa valutazione del curriculum in relazione alle attività da svolgere, salvaguardando i richiamati principi di trasparenza ed equità. Con l’UCS relativa possono essere retribuiti solo i docenti tutor esperti interni e/o esterni. Il restante personale non docente interno, eventualmente componente del team, può essere retribuito con la quota dei costi indiretti se essenziale alla realizzazione dei percorsi formativi e del progetto e nei limiti dello stesso importo orario della citata UCS.

11. Gli incarichi relativi al DS e al DSGA devono essere oggetto di apposito avviso?

Gli incarichi attribuiti al Dirigente Scolastico e al DSGA, in ragione del loro specifico ruolo, non necessitano di procedure di selezione, ma devono essere conferiti e autorizzati nel rispetto di quanto previsto dall’articolo 53 del D.lgs. n. 165 del 2001.

12. I costi diretti relativi alle UCS sono da intendersi lordo Stato?

Sì, i costi diretti coprono costi del personale docente, esperto e/o tutor e sono da intendersi al lordo Stato, ovvero al lordo di ogni altro costo o ritenuta di legge.

13. UCS mensa. In che modo la scuola può gestire la quota relativa all’UCS mensa? Può offrire un buono mensa con la gestione di convenzioni con servizi attivi sul territorio? Può organizzare in proprio un servizio mensa utilizzando la relativa quota pro-capite?

La gestione dell’UCS mensa è decisa direttamente dalla scuola sulla base della propria specifica organizzazione. La quota dell’UCS può essere rimborsata anche come “buono pasto”, tenendo traccia del suo effettivo utilizzo. La scuola dovrà attestare l’effettiva fruizione del singolo buono pasto, se previsto, per ogni studente e per ogni specifico percorso pomeridiano ai fini della richiesta di rimborso dell’UCS mensa sul sistema informativo del PNRR. Nel caso in cui il servizio mensa sia reso direttamente dalla scuola, la relativa UCS mensa effettivamente fruita e documentata sul sistema può concorrere alla copertura dei relativi costi sostenuti dalla scuola per garantire il servizio.

FAQ del 20 febbraio 2023

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