Il caso Pogba: il marabutto, i 47mila euro spesi nel negozio Adidas, i milioni bloccati dalla banca

Il caso Pogba: il marabutto, i 47mila euro spesi nel negozio Adidas, i milioni bloccati dalla banca

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di Lorenzo Nicolao

Fucili, uomini incappucciati e santoni. Le Monde racconta i particolari delle indagini: «Le minacce ai campioni e le relazioni pericolose sono un problema sempre più diffuso nel calcio francese»

Proseguono le indagini sulla presunta estorsione e sulle minacce ricevute dal campione della Juventus e della nazionale francese Paul Pogba da parte dei suoi fratelli, i gemelli Mathias e Florentin. Il quotidiano transalpino «Le Monde» ha rivelato altri particolari di una storia ancora poco chiara, ma che si arricchisce ogni giorno di nuovi aspetti da quando gli inquirenti italiani della Procura di Torino e gli investigatori francesi dell’Ufficio centrale contro la Criminalità Organizzata hanno iniziato a collaborare sul caso.

Le minacce

Cominciamo dal principio. Ad agosto il centrocampista, tornato a giocare con la Juventus dopo l’esperienza in chiaroscuro con il Manchester United, ha denunciato una banda di criminali che sarebbe formata dai suoi due fratelli Mathias e Florentin e da altri uomini vicini alla famiglia, figure che lo scorso marzo lo avrebbero sequestrato per alcune ore e minacciato con tanto di fucili d’assalto. Il motivo? La banda chiedeva al giocatore della Juventus 13 milioni di euro, uno per ogni stagione calcistica di Paul nel mondo del professionismo, periodo nel quale, secondo loro, sarebbe stato protetto materialmente e non solo. In questa occasione il campione avrebbe accettato di «restituire» 100mila euro, anche se Mathias voleva tre milioni in un’unica tranche, cifra però al tempo rifiutata a Pogba dalle stesse istituzioni finanziarie che conservano il suo patrimonio. Questa vicenda ha aperto agli investigatori uno scenario sull’infanzia difficile di Paul e gli ambienti che frequentava, fino a quando, trasferitosi a Le Havre, non ha iniziato a distinguersi sui campi da calcio, facendo carriera a differenza dei due fratelli che hanno militato in squadre più modeste. Parte di questa adolescenza tumultuosa è raccontata anche nel docu-serie sul campione «Pogmentary», anche se su molti particolari va fatta ancora chiarezza.

Dagli atti giudiziari emergono poi altri particolari non noti. Pogba dopo aver fallito con un primo istituto di credito cerca di dare quasi tutti i soldi ai suoi sequestratori provando a fare un nuovo bonifico da 11 milioni di euro, ma anche questa volta il suo consulente bancario si rifiuta di portare avanti l’operazione. Il doppio tentativo viene effettuato non si sa se perché il calciatore era realmente spaventato o voleva semplicemente cavarsela facendo capire la sua buona volontà agli estorsori. Nei verbali di polizia il calciatore sostiene tuttavia questa seconda tesi. Poi per non lasciare nulla di intentato e convintosi che forse sarebbe stato più semplice far arrivare i soldi alla banda da Dubai, Pogba cerca di trasferire 13 milioni di euro nel Paese mediorientale, ma anche quest’operazione viene bloccata dalle autorità bancarie. A questo punto però, in attesa di ricevere i soldi, la banda chiede una sorta di acconto a Pogba obbligando il calciatore a permettere loro di comprare qualsiasi tipo di prodotto presente nel grande negozio Adidas di Parigi (l’Adidas è uno degli sponsor del calciatore). In due giorni fanno 161 diversi acquisti tanto che Pogba è costretto ad aumentare il plafond del suo conto aperto presso il negozio da 1000 a 30mila euro. Ma gli acquisti proseguono, tanto che alla fine Paul dovrà pagare merce per complessivi 47mila euro.

Il marabutto

Alle pressioni estortive per quel che la banda considera invece un «giusto compenso» si affianca anche quello che sembra un vero e proprio ricatto. Le rivelazioni di Le Monde accennano infatti anche alla presenza nella vita di Paul di un marabutto, una sorta di santone che si ricollega alla cultura islamica e che avrebbe protetto con la «magia» le prestazioni in campo del giocatore e la sua carriera fino a questo momento. In cambio Paul avrebbe versato dei soldi ad una fantomatica associazione. Ma non avrebbe pagato abbastanza, visto che tra le accuse rivolte dai fratelli e dalla banda, ci sarebbe anche l’ingratitudine mostrata per non aver retribuito l’effettuazione di un sortilegio, chiesto secondo loro dallo stesso Paul, contro il compagno di nazionale Kylian Mbappé, accusa per la quale al momento (e forse ovviamente) non esistono prove. Che Pogba frequentasse santoni fino ad agosto scorso non si sapeva, mentre era nota la sua fede islamica. Sempre in Pogmentary, da figlio di mamma musulmana e papà cristiano, si racconta che il calciatore da piccolo sarebbe andato in chiesa, per poi virare sulla moschea per «aver provato una sensazione mai provata prima» e che questa religione lo «avrebbe tranquillizzato e gli avrebbe aperto gli occhi».

Problema che affligge il calcio francese

La storia che si ricollega a Pogba, ma che potrebbe coinvolgere molti altri giocatori, viene commentata con preoccupazione dal suo stesso avvocato Rafaela Pimenta: «Nella maggior parte dei casi i giocatori hanno paura di denunciare questi ricatti, perché temono per la propria reputazione agli occhi dell’opinione pubblica», mentre per Jean Pierre Bernès, agente di molte stelle del calcio francesi e dello stesso c.t. dei Bleus Didier Deschamps, si tratta di «un problema che è degenerato negli ultimi dieci anni, dove il calcio rischia di essere un ambiente pericoloso, perché allettante e preso di mira da molti criminali che vogliono far leva sui futuri campioni». In questo caso la cittadina d’origine del calciatore, Roissy-En-Brie, 23mila abitanti a est di Parigi, è tuttora il quartier generale dell’«entourage» scomodo di Pogba, un luogo periferico dove non a caso il calciatore della Juventus non è mai più tornato dopo gli ultimi fatti e dove i fratelli sembrano aver girato i famosi video di ricatto nei confronti di Paul, tra figure incappucciate e fucili, scenario degno di un film di gangster. Pogba è stato ora lontano dai campi per un lungo infortunio e ha ripreso ad allenarsi con la squadra solo da qualche giorno. Le sue preoccupazioni extracampo potrebbero però, anche nelle prossime settimane, andare oltre quelle sul stato fisico, soprattutto sulla base di quanto emergerà dalle indagini e di quanto non sia ancora stato scoperto su questa vicenda.

22 ottobre 2022 (modifica il 22 ottobre 2022 | 12:57)

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, 2022-10-22 16:22:00, Fucili, uomini incappucciati e santoni. Le Monde racconta i particolari delle indagini: «Le minacce ai campioni e le relazioni pericolose sono un problema sempre più diffuso nel calcio francese», Lorenzo Nicolao

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