di Gianna Fregonara
In arrivo il decreto ministeriale. Via le domande di cultura generale, corsi online e test di autovalutazione gratuiti. Dal 2023 un test ripetibile negli ultimi due anni delle superiori
Aspiranti medici, tirate un sospiro di sollievo. Per passare il test di ingresso alla facoltà di Medicina non sarà più necessario essere esperti di culture indigene messicane. Lo scorso anno ci fu chi incappò nel trabocchetto delle domande di cultura generale dove tra le definizioni da scegliere compariva anche il poco noto aggettivo femminile «zapoteca». Il prossimo settembre – quando si svolgerà per l’ultima volta il concorsone da oltre sessantamila candidati – le domande di cultura generale non ci saranno più, sostituite da «quiz di ragionamento logico e ragionamento numerico», ai quali seguirà una seconda parte disciplinare con domande di fisica, chimica, biologia e matematica. E dal 2023 cambia tutto: «Resta il numero programmato», dunque non si cancella la barriera all’ingresso ma «non sarà più un quiz, bensì un vero e proprio percorso, che può cominciare già al quarto anno delle scuole superiori, con corsi online gratuiti preparati dalle Università e prove di autovalutazione. E il test si potrà ripetere più volte per poter poi usare il punteggio migliore».
Parola di Cristina Messa, ministra dell’Università e della Ricerca, che ha messo a lavorare tre mesi fa una commissione di professori universitari, ha raccolto la loro proposta e l’ha discussa in Parlamento. Martedì alla Camera si vota la risoluzione che farà da cornice alla riforma, poi la ministra firmerà il decreto.
I primi cambiamenti dunque ci saranno già quest’anno?
«Il test di settembre 2022 sarà ancora molto simile a quello degli anni scorsi. Sarà in presenza e cartaceo, ma con alcuni aggiustamenti. Sarà ridimensionata la parte delle domande di cultura generale, restano quelle di ragionamento logico e poi il resto sarà disciplinare. Dal prossimo maggio gli Atenei forniranno materiale online per le esercitazioni che potrà essere scaricato gratuitamente dagli studenti per prepararsi. E ad agosto ci saranno veri e propri corsi di preparazione, sempre online e gratuiti, curati dalle università. Chi vuole potrà fare anche un test di autovalutazione, il cui risultato resterà soltanto a disposizione dello studente stesso».
Tutto gratuito per gli studenti, ci saranno dei fondi per le università?
«Metteremo a disposizione dei finanziamenti, ma molto materiale è già pronto e disponibile».
Dal 2023 invece il test cambia completamente. Quali sono le novità principali?
«Non ci sarà più la giornata da incubo del concorsone. Ogni candidato fa un suo percorso che lo porta a sostenere un esame Tolc, si chiamerà Tolc-Medicina. Lo si potrà fare più volte all’anno – io direi due ma sono aperta a discuterne – a partire dal quarto anno delle superiori. Poi, nella data che il ministero stabilirà, ognuno inserisce il risultato migliore nella piattaforma e si formerà la graduatoria nazionale. I posti saranno assegnati secondo le disponibilità degli Atenei e le preferenze indicate dai candidati, come avviene già ora».
Un percorso personalizzato e una graduatoria per tutti. Che cos’è l’esame Tolc?
Si tratta di test di orientamento e ingresso che vengono già usati per altri corsi dalle Università che hanno il numero chiuso, per esempio a ingegneria. Le università indicano il giorno in cui si può sostenere l’esame presso la loro sede, lo studente si presenta e fa il test su postazioni computerizzate. Le domande saranno diverse in ogni sessione , ovviamente, ma i risultati saranno comparabili».
Fino all’ultimo lo studente non saprà se il suo punteggio gli vale un posto?
«Sarà comunque possibile capire in che fascia ci si colloca e decidere se ripetere il test per provare ad avere un risultato migliore. Con i Mooc (corsi online) e i corsi che le università prepareranno sarà più semplice orientarsi».
Come si potranno evitare copiature, ricorsi, errori come succede quasi ogni anni, falsi risultati e addirittura truffe con un sistema così complicato?
«Tutto sarà controllato: questo sistema funziona già così in molte università straniere e italiane».
Il numero chiuso resta, ma aumenteranno ancora i posti?
«Calcoleremo il fabbisogno con le Regioni e il ministero della Salute, come ogni anno».
La risoluzione del Parlamento impegna il governo ad aumentare i posti di una quota pari ad almeno il dieci per cento. Sarà così?
«In questi ultimi anni sono aumentati moltissimo i posti: siamo passati da poco più di novemila ai 14.500 dello scorso anno. I posti disponibili per il prossimo anno accademico li sapremo, penso, già a fine marzo».
Questo percorso d’esame si applicherà anche alle altre facoltà a numero programmato, come veterinaria e architettura?
«È probabile, ma per ora ci siamo concentrati su medicina che ha il maggior numero di richieste».
12 febbraio 2022 (modifica il 13 febbraio 2022 | 11:12)
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