Politiche, Emiliano rinuncia al Parlamento. Decaro verso il «no» a Letta

elezioni 2022 Mezzogiorno, 26 luglio 2022 – 09:51 Non è escluso che il governatore si candidi. Ma in caso di elezione resterebbe alla Regione. Oggi la direzione del Pd decide sulle deroghe a Capone & co. Ipotesi di cartello a sinistra di Michele Cozzi Michele Emiliano e Antonio Decaro Oggi la riunione della direzione nazionale del Pd dovrebbe diradare le nubi sui criteri di formazione delle liste elettorali, sul perimetro delle alleanze nonché sulle deroghe dopo avere svolto tre mandati parlamentari. Tutte questioni che creano qualche affanno nel centrosinistra pugliese. Una schiarita, ma non troppo, sembra emergere dalla dichiarazione sibillina di Michele Emiliano, il presidente pugliese. A domanda risponde: «Voi cosa mi consigliate? Io rimarrei in Puglia per le vacanze, per qualunque ragione, per lavorare. Chi mai se ne vorrebbe andare da questa terra». È da interpretare come un netto niet all’ipotesi di candidatura per trainare la coalizione, oppure è solo un modo elegante per sviare il dilemma? Più probabile, invece, che la dichiarazione di Emiliano abbia un altro significato: potrei candidarmi, ma in caso di elezione non lascio la Puglia. Gli altri governatori dem e DecaroUn ragionamento simile che interessa altri governatori, da Nicola Zingaretti a Vincenzo De Luca, o sindaci di grandi città invitati a candidarsi. Questione, quindi, che riguarda anche il primo cittadino di Bari, Antonio Decaro, che – secondo i boatos di vecchia data -, potrebbe far parte della partita. Nelle ultime ore si è chiuso in uno stretto riserbo, ma pare che avrebbe da giorni già espresso a Letta la sua indisponibilità a candidarsi. Una scelta delicata per il sindaco di Bari che, se dovesse decidere di candidarsi sarebbe costretto a dimettersi. Una decisione, quindi, da assumere nei prossimi giorni. In tal caso la conseguenza sarebbe lasciare la città senza guida e in stato di commissariamento per dieci mesi. Sarebbe una scelta ricca di incognite: mollare Bari senza il suo vertice eletto a furor di popolo appena nel 2019 potrebbe indispettire l’elettorato che, a più riprese in passato, non ha mai gradito l’abbandono in anticipo della carica elettiva per concorrere ad altre cariche pubbliche. Poi c’è la questione delle deroghe: i consiglieri regionali che avrebbero chance di candidarsi (Loredana Capone, Raffaele Piemontese, Donato Pentassuglia, Fabiano Amati, Ruggiero Mennea, Filippo Caracciolo, Francesco Paolicelli) non potrebbero candidarsi, secondo lo statuto, (ma c’è chi contesta l’esistenza di questa norma) mentre i parlamentari non possono superare le tre legislature: Bordo ne ha fatte quattro, Losacco tre. Boccia tre, ma come ex ministro sarebbe salvo da questa norma. Oggi la direzione nazionale del PdSi vedrà oggi cosa deciderà la direzione nazionale del partito. Marco Lacarra, segretario regionale uscente, conferma la norma dello statuto sulle deroghe per i consiglieri regionali, ma è possibilista: «Abbiamo bisogno delle migliori energie e va data la possibilità anche ai consiglieri regionali di dare il loro contributo. Sono felicissimo e rispetto i consiglieri regionali perché portano voti e io provengo da quella esperienza. Voglio assicurare i consiglieri regionali, io non remo contro di loro». E apre ai civici in lista: «Vanno coinvolti in maniera formale», mentre è rottura totale con il M5S. La dichiarazione, un po’ pepata, di Lacarra è indicativa del clima non proprio idilliaco che si respira nel Pd. Ma anche a sinistra degli stessi dem qualcosa si muove: Laura Marchetti, professore universitario, già sottosegretario del governo Prodi, si chiede: «Ma perché no? Cosa ci vuole a fare un unico cartello elettorale con i Verdi, Sinistra Italiana, Articolo Uno, Rifondazione comunista, Potere al popolo, Manifesto, il gruppo De Magistris e i 5 Stelle contro la guerra?». Un appello, quindi, a dare corpo ad una «sinistra che non c’è», come è accaduto in Francia con il fenomeno Mélenchon. Potrebbe essere Vendola a raggruppare quel mondo? E la Marchetti fa riferimento a Pierluigi Bersani e all’ex governatore della Regione Puglia. È il caso di citare Mao, per descrivere il variopinto mondo delle sinistre: «Grande è la confusione sotto il cielo, quindi, la situazione è eccellente». La newsletter del Corriere del Mezzogiorno – PugliaSe vuoi restare aggiornato sulle notizie della Puglia iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui. 26 luglio 2022 | 09:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-07-26 12:19:00, Non è escluso che il governatore si candidi. Ma in caso di elezione resterebbe alla Regione. Oggi la direzione del Pd decide sulle deroghe a Capone & co. Ipotesi di cartello a sinistra,

Pietro Guerra

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