Polonia e Bulgaria nel mirino di Mosca  Stop alle forniture di  gas da stamattina

Polonia e Bulgaria nel mirino di Mosca  Stop alle forniture di gas da stamattina

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energia

di Claudio Del Frate 26 apr 2022

Stop al gas a Polonia e Bulgaria dalla Russia «dalle 8 di domani»

La Russia interromperà la fornitura di gas alla Polonia e alla Bulgaria a partire dalle 8 di domattina (ora di Mosca). Dopo una serie di voci e smentite, la notizia ha trovato conferma nella serata da parte della maggiore azienda polacca dell’energia, la Pgnig e successivamente dal ministero dell’energia di Sofia. Già nel pomeriggio media locali come l’agenzia Onet e il canale radio Zet News avevano anticipato che il flusso stava per fermarsi lungo il gasdotto Yamal la principale «arteria» energetica che collega Russia e Polonia. Venerdì era scaduto l’ultimatum con il quale Putin aveva imposto ai cosiddetti «paesi ostili» il pagamenti delle forniture energetiche in rubli. Varsavia e la Bulgaria, allineandosi agli altri governi Ue, avevano deciso di rifiutare questa imposizione. I due Paesi dell’ex orbita sovietica diventano così i primi a subire questo genere di ritorsione.

La società polacca Pgnig anticipa che chiederà i danni per il mancato adempimento del contratto. Un grafico pubblicato sui social dal canale radio e tv Zet News aveva mostrato con chiarezza che da stamattina che la quantità di gas immesso nell’impianto Yamal all’ingresso del terminale di Kondrakti stamattina era già improvvisamente crollata. Il governo ha subito riunito una unità di crisi per monitorare la situazione. Già domenica il flusso lungo le tubature dello Yamal si era interrotto per diverse ore, per poi ripartire. «Le nostre scorte sono piene all’86%» ha detto la ministra dell’ambiente Anna Moskwa. «Le strategie di diversificazione delle fonti avviate nei mesi scorsi ci consentono di sentirci al sicuro» ha proseguito.

Gli acquisti di gas polacchi dalla Russia, per la verità, erano in forte calo a partire dal 2022: dai 600-800 milioni di metri cubi a settimana degli ultimi mesi dell’anno passato si era passati ai 200 di media dei primi tre mesi dell’anno. Più difficile la condizione della Bulgaria, che riceve dalla Russia il 77% del suo fabbisogno di gas naturale.

A fine marzo Mosca aveva minacciato i Paesi europei che appoggiano l’Ucraina di «chiudere il rubinetto» se non avessero saldato la loro bolletta energetica non più in euro ma in rubli. «Siamo pronti a diventare completamente indipendenti dalle forniture di gas russo già nel 2022» aveva informato nei giorni Piotr Naimski, ministro per le infrastrutture energetiche. La Polonia aveva sottoscritto in particolare un contratto per una fornitura aggiuntiva di metano dalla Norvegia. Tra i governi europei, inoltre, quello di Varsavia era stato tra i più decisi nel reclamare l’estensione delle sanzioni contro Putin anche alle forniture di idrocarburi. Il premier Mateusz Morawiecki era era stato anche il primo (assieme ai colleghi sloveno e della Repubblica ceca) a recarsi di persona a Kiev per manifestare solidarietà a Zelensky. Il colosso energetico russo Gazprom, inoltre figura nella black list delle aziende o degli oligarchi di Mosca colpiti dalle sanzioni.

Proprio stamane inoltre il ministro tedesco dell’economia Robert Habeck, parlando da Varsavia, aveva annunciato che la Germania è pronta a fare a meno del petrolio russo «nel giro di pochi giorni».

Subito dopo le voci sullo stop di Mosca alla Polonia il prezzo del gas sulla piazza di Amsterdam (che fa da riferimento all’intera Europa) è passato a 107 euro per megawattora, per poi ripiegare a quota 98.

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, 2022-04-26 22:06:00, Lo riferiscono media locali citando fonti governative. Un grafico mostra il crollo dell’afflusso. Venerdì era scaduto l’ultimatum per il pagamento in rubli. Varsavia ha sottoscritto un contratto con la Norvegia , Claudio Del Frate

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